Balzaretti: «Kulusevski nella Juve può fare il De Bruyne» - ESCLUSIVA
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Balzaretti: «Kulusevski nella Juve può fare il De Bruyne» – ESCLUSIVA

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Federico Balzaretti in esclusiva su Juventus News 24. Le dichiarazioni dell’ex terzino bianconero

Ex terzino alla Juventus, opinionista di DAZN, oggi in prima linea per combattere l’emergenza Coronavirus con la campagna solidale “Insieme per Palermo“. Le tre anime di Federico Balzaretti in esclusiva su JuventusNews24.

Balzaretti, come è nata l’idea di questa iniziativa?
«È nata qualche giorno fa tra noi ex giocatori rosanero. Volevamo aiutare una città che ci ha dato tanto, ricambiandone l’amore. Pur non essendo tra i centri maggiormente colpiti dal Coronavirus, sappiamo quelle che possono essere le difficoltà economiche e sociali di Palermo. Oltre 10 mila famiglie hanno già fatto richiesta di aiuto al comune. Abbiamo voluto fare la nostra parte con l’aiuto di Fondazione Sicilia e Coop. Tutto il ricavato sarò trasformato in buoni pasto da devolvere ai più bisognosi attraverso Banco Alimentare e Caritas. I primi aiuti sono già partiti, speriamo di emettere i primi buoni spesa»

Tra l’altro hanno contribuito alla causa anche alcuni giocatori della Juventus. Come li hai contattati?
«Sì, Chiellini, Pjanic e Dybala hanno voluto dare una mano attraverso i social. Il primo è il mio testimone di nozze, con Mire ho un rapporto splendido da anni mentre per Dybala è stato più difficile. Non avevo il suo numero ma per fortuna ci ha pensato Giorgio a contattarlo. Paulo è stato gentile e ha pubblicato una bella story su Instagram. Questi personaggi muovono molto di più, credo sia importante spendersi per queste cose. Naturalmente chiunque altro voglia aiutarci è libero di farlo».

L’idea dei playoff per concludere la stagione la stuzzica?
«Non tanto. Ma in questo momento non bisogna fare gli schizzinosi. L’importante sarebbe riuscire a concludere la stagione, meglio se si riesce a farlo con le regole con cui si è partiti. Credo che ci sia tempo fino a metà maggio per ripartire, in modo da concludere a fine luglio. Ricominciare a giocare a calcio sarebbe fondamentale: questo sporto è motore sociale per tutto il Paese. Chiaro che in questo momento possa diventare l’ultimo dei pensieri ma rappresenterebbe sicuramente un incentivo oltre che un indotto. L’Italia ha bisogno di emozionarsi e pazienza se i giocatori non sono al cento percento. Ci sarà da divertisti ancora di più con le squadre lunghe. Quando i rischi saranno pari a zero, bisogna ripartire subito».

La Champions League si concluderà?
«La Champions credo sia veramente a rischio. Ci sono tante nazioni in ritardo, quando da noi c’era il picco in altri Paesi andavano ancora a scuola. Se tutti seguono le norme possiamo riprenderci prima degli altri. Detto questo in questo momento ci sentiamo tutti molto patriottici. Se la Champions dovesse effettivamente disputarsi sarebbe bello se Juventus, Napoli e Atalanta arrivassero in fondo».

Un talento da regalare a Sarri
«Tonali. È sicuramente da Juventus. In quel ruolo hai solo Pjanic che è un fuoriclasse ma ha tirato la carretta per tutto l’anno. Ultimamente hai adattato anche Bentancur, ma ne serve un altro. Ero convinto che Paratici avrebbe già fatto qualcosa a gennaio in tal senso. Poi Sarri potrebbe farlo migliorare tantissimo: li ha valorizzati tutti in quel ruolo, da Valdifiori a Jorginho».

Kulusevski potrà fare la mezzala alla Juve?
«Io ci credo, lui è un De Bruyne. Parliamo di un giocatore ancora in evoluzione che faceva quel ruolo già lo scorso anno in Primavera, poi quest’anno D’Aversa lo ha fatto giocare più avanti. La verità è talmente forte che può giocare in qualsiasi posizione»

Pellegrini è pronto per la Juventus?
«Io personalmente mi rivedo in lui. È arrembante, non è sempre bello da vedere ma ha grande forza, più di quella che avevo io. È molto avanti come percorso: questa è già la seconda stagione di continuità in A. Per me può arrivare in fondo. Ha la personalità per prendersi subito la Juve, non si fa problemi. Una sorta di sicurezza innata che gli permette di non sentire la pressione. In coppia con Alex Sandro sulla sinistra ce lo vedrei bene».

Due anni alla Juve da protagonista, uno in A e uno in B. Quale il più importante?
«Sicuramente il primo, sono arrivato dal Torino che era in Serie B e ho fatto 12-13 partite da titolare ai massimi livelli. Io pensavo che non avrei neanche visto il campo e mi sarebbe andata bene così. Ero in una squadra di stelle, basti pensare a quello che è successo poi con la Nazionale, piena zeppa di juventini, al Mondiale di Germania. Era straordinario anche solo allenarsi con loro». 

Il passaggio dal Torino alla Juventus come l’ha vissuto?
«È stato pesante, veramente tosto a livello psicologico. Sono sempre stato legato al Torino, ho fatto tutto il percorso giovanile lì. Ma la mia è stata una scelta professionale; almeno ho fatto contento mio padre che è sempre stato tifoso della Juve».

Il ricordo più prezioso della sua esperienza alla Juve
«Ce ne sono tanti. Abbiamo vinto in entrambi gli anni, in A e in B. Lo scudetto che è stato revocato lo sentiamo nostro, lo abbiamo vinto sul campo. Quando andammo in B molti campioni scelsero di restare: Buffon, Chiellini, Trezeguet, Nedved, Del Piero, Camoranesi. Nel calcio è così di solito: più sale il livello dei giocatori, più sale il livello delle persone. In quel momento storico si veniva da Calciopioli  ed era importante stare vicino alla gente, calandosi anche in contesti provinciali. C’era bisogno di quello, dopo il Mondiale era facile essere considerati soltanto delle star. Alla fine ne uscimmo più compatti di prima».

Un aneddoto curioso, invece
«Il primo giorno che mi sono presentato alla Juventus. Venivo dalla B, ero convinto che non mi conoscessero nemmeno. E invece sono stati tutti straordinari. Soprattutto Mauro (Camoranesi ndr) che mi aiutò subito ad entrare nel gruppo».

Il soprannome “Principino” per Marchisio… Come le è venuto?
«Lo chiamavo così perché era figo già all’epoca, sembrava un po’ un lord o un principino, appunto. Aveva stile fuori e dentro al campo, non sbagliava mai. Mi fa sorridere il fatto che sia rimasto negli anni. Si capiva già la carriera che avrebbe fatto alla Juventus. Claudio è stato uno dei centrocampisti italiani più completi della storia».

Si ringrazia Federico Balzaretti per disponibilità e la gentilezza mostrate in occasione di questa intervista

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