Buffon si ritira: la Juve saluta una leggenda. I top 5 momenti
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Buffon si ritira: la Juve saluta una leggenda. I top 5 momenti del portiere più forte di sempre

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Buffon ha deciso di lasciare il calcio giocato e la Juve e il calcio italiano salutano una leggenda. I top 5 momenti in bianconero

E così, dopo quasi 30 anni di calcio giocato ad alti livelli, dopo aver infranto record su record e aver vinto e rivinto tanto, Gigi Buffon ha deciso di appendere i guantoni al chiodo. Una decisione che stava maturando ormai da diverso tempo e che è stata ufficializzata proprio nelle scorse ore dallo stesso diretto interessato. Saluta così una leggenda della Juventus e della Nazionale, che sembrava aver capito come parare anche il tempo, salvo poi decidere di dire basta, per la sua famiglia e per quegli acciacchi diventati sempre più fastidiosi ultimamente. Ma i tifosi bianconeri e non, sapranno perdonare anche questo “errore” ad un’icona che per anni è stata simbolo di quella juventinità che nelle ultime stagioni è andata perdendosi dalle parti di Torino. Vediamo ora quali sono stati i 5 top momenti di Supergigi con la casacca della Signora.

5 MAGGIO 2002: IL PRIMO TRIONFO

Una data storica per il calcio italiano, con la Juve che torna a vincere lo Scudetto dopo 4 anni all’ultima giornata, superando proprio sul filo di lana i rivali di sempre dell’Inter, che crollano all’Olimpico sotto i colpi di Poborsky. A difendere la porta di Madama c’è proprio Buffon, arrivato dal Parma neanche 12 mesi prima per raccogliere l’eredità di Van Der Sar, non proprio uno che ha lasciato eccellenti ricordi da quelle parti. Dopo qualche difficoltà di adattamento iniziale, il numero uno dimostra di poter restare ad alti livelli e anche grazie alle sue parate la squadra di Lippi compie una rimonta culminata con il 2-0 del Friuli sull’Udinese che le vale l’alloro numero 26.

LA DISCESA IN SERIE B

E’ l’estate del 2006, l’Italia è da pochi giorni Campione del Mondo per la quarta volta e sulla Serie A si abbatte il terremoto Calciopoli, che porterà la Juventus alla prima storica retrocessione in Serie B. In tanti scelgono di abbandonare una nave che sta affondando: Capello, che poco prima professava fedeltà assoluta, vola a Madrid portandosi dietro Cannavaro ed Emerson; Zambrotta e Thuram vanno a Barcellona, mentre Ibrahimovic e Vieira scelgono l’Inter, per un tradimento mai del tutto perdonato da gran parte della tifoseria. Le offerte ci sono anche per Buffon che, però, non tentenna mai e decide di scendere per la prima volta in cadetteria, riducendosi anche l’ingaggio come da lui confessato negli anni successivi. Una promessa mantenuta, quella fatta al Dottor Umberto Agnelli nel 2001, quando al momento della firma l’estremo difensore decise di impegnarsi in matrimonio con la squadra più tifata nel nostro paese, nel bene e nel male. E ancora una volta, anche grazie a lui e ai suoi miracoli, la Signora risorge e i ragazzi di Deschamps torneranno subito in paradiso, pronti a riprendersi quello che gli era stato tolto troppo frettolosamente dai tribunali sportivi.

ALTRI 8 SCUDETTI

Dopo anni di transizione e di settimi posti, la Juventus torna a vincere nel 2012 con Antonio Conte in panchina. Lo Scudetto della Signora è solamente il primo dei nove consecutivi, che scriveranno nuovamente l’albo d’oro della competizione. Tra gli uomini fondamentali c’è sempre Buffon, titolare anche con l’avvento di Allegri nel 2014, con cui alzerà al cielo altri 4 Scudetti di fila, prima di salutare nel 2018. Ma non è finita, perchè dopo solamente un anno in quel di Parigi, Gigione decide di tornare indietro per dare una mano a Sarri prima e all’amico Pirlo poi, portando così a 12 il numero di Scudetti vinti in carriera. Da ricordare sicuramente la sua “sfuriata” post Sassuolo del 2015, che servì a svegliare una squadra con atteggiamenti da “cioccolatai”, ai tempi tagliata fuori dalla lotta per i piani alti da un inizio stagione horror, fatto di troppi risultati altalenanti culminati nella punizione di Sansone e nell’umiliazione di Reggio Emilia. Da lì in poi, il resto, è storia.

IL PRIMO ADDIO AL SUO PUBBLICO

Come già detto prima, è nell’estate del 2018 che Buffon saluta per la prima volta la Juve. Nessun rinnovo per il capitano, che ha ancora tanta voglia di giocare ma sa di non poterlo più fare da titolare in una squadra che ha già deciso di puntare su Szczesny per sostituirlo. Marotta prova a proporgli un ruolo in dirigenza, ma non è quello che ci vuole in quell’esatto momento della vita sportiva e non del portiere. E così, all’ultima contro il Verona, quando Allegri lo richiama in panchina, parte uno dei giri di campo più emozionanti che si siano visti dalle parti di Torino dalla fondazione dello Stadium. Il pubblico si ferma tutto per Gigi, lo saluta, lo abbraccia, piange insieme a lui dimostrandogli una volta di più quanto sia stato capace di entrare nei loro cuori quel ragazzone di Carrara, diventato il miglior portiere di sempre dopo essere arrivato con le stimmate di grande promessa da Parma.

L’ULTIMO SALUTO

Come può un momento triste come l’addio al calcio giocato entrare nei top momenti di Buffon? Ricollegandoci al punto di sopra, ancora una volta Supergigi ha ricevuto un bagno di stima ed affetto da tifosi, ex compagni e amici, che gli hanno fatto capire quanto sia stata importante una figura come la sua per costruire e ricostruire cicli di successi in Italia. Generazioni di juventini sono cresciuti con il suo mito e quello di Del Piero, icone di juventinità vera come poche altre (e 685 presenze non sono un caso). L’unico rammarico quella Champions sfuggita tre volte sull’atto più bello, ma di cui nessuno gliene fa una colpa. Perchè di Buffon, dalle parti di Torino (e non solo), ne passa uno ogni cento anni e quello che c’è bisogna goderselo finchè possibile.

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