Caso Juve, dal ricorso alla richiesta di Chinè: come stanno le cose
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Caso Juve, dal ricorso all’ultima richiesta di Chinè: come stanno le cose

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Caso Juve, dal ricorso presentato al CONI fino alla nuova richiesta di Chinè: ecco qual è l’attuale situazione

Mentre Allegri e i suoi ragazzi si apprestano ad affrontare un ciclo importante di partite, che li vedrà impegnati pienamente tra campionato e coppe prima della sosta, la società Juventus ha una sua partita da giocare fuori dal terreno verde. E’ quella per l’Inchiesta Prisma, ormai nota e suddivisa tra il filone delle plusvalenze e quello sugli stipendi e le partnership con le altre società. Ma andiamo per gradi per analizzare qual è la situazione attuale, così da poterla capire al meglio.

FILONE PLUSVALENZE

L’indagine Prisma sulle plusvalenze parte nell’ormai lontano maggio del 2021 e, ad aprile di un anno dopo, aveva già visto la sua conclusione con l’assoluzione della Juve e delle altre società coinvolte. O almeno così si pensava. A dicembre del 2022, infatti, il famoso Procuratore federale Giuseppe Chinè, tanto discusso in questi mesi, chiede la revoca della sentenza dopo aver riscontrato nelle carte fornite dalla Procura di Torino altre presunte operazioni fittizie delle quali non si era tenuto conto prima, aprendo poi una nuova indagine culminata con la penalizzazione di 15 punti in classifica un mese dopo. La Corte Federale aveva infatti deciso di accogliere la richiesta di revoca, inacidendo la richiesta di Chinè di 9 punti di penalizzazione, prosciogliendo invece tutte le altre società. Una cosa mai vista a campionato in corso, che ha reso ancor più complicata una stagione già di suo molto altalenante per Vlahovic e compagni. Ma già poche ore dopo questa sentenza il club aveva comunicato che avrebbe agito con il ricorso al Collegio di Garanzia del Coni, specialmente dopo aver ricevuto pagine e pagine di motivazioni ben poco convincenti, che lo ha ricevuto lo scorso 28 febbraio, sera in cui allo Stadium si giocava tra l’altro il derby della Mole. E poi la novità TAR, che ha disposto l’accesso a un documento che potrebbe rivelarsi decisivo per la data nel quale è stato redatto. Si parla di comunicazione tra la Covisoc e la Procura Federale della quale non era però stato tenuto conto fino ad oggi, ma che certificherebbero una violazione dei tempi da parte della FIGC nella sua richiesta di revocazione della sentenza dell’aprile 2022 (30 giorni per iscrizione della notizia in apposito registro e 60 giorni per la durata delle indagini). La data di instaurazione, per la difesa, è quella del 21 aprile 2021, che renderebbe inutilizzabili gli atti di indagine successivi al 14 luglio 2021, ovvero tutti quelli che hanno portato alla riapertura del processo davanti alla Corte d’appello Federale. Ma quando arriverà una risposta al ricorso? Tempi molto lunghi attendono il popolo bianconero che, con ogni probabilità, dovrà aspettare dopo Pasqua per ricevere una risposta definitiva sulla questione.

FILONE STIPENDI

E il filone stipendi? Qua, se possibile, i maligni discuteranno ancora di più per i tempi e i modi con i quali ha agito e sta agendo il Procuratore Federale Chinè. Già a gennaio aveva chiesto ulteriori 40 giorni di proroga per analizzare in tutto e per tutto i tagli di stipendio durante il periodo di lockdown e per le partnership con altri club, che hanno portato all’invio della carte alle procure di Bologna, Cagliari, Genova, Udine, Bergamo e Modena. Ieri una nuova richiesta: serviranno ancora 20 giorni alla Procura Federale per analizzare il quadro della situazione. Una vicenda che, ad oggi, non si può prevedere ma che potrebbe complicare le cose per i dirigenti (Agnelli, Nedved, Arrivabene, Cherubini e Paratici, già deferiti per le plusvalenze) ma anche per i giocatori, per i quali si è parlato di almeno un mese forzato di stop. E intanto il prossimo 27 marzo, davanti al gup Marco Picco, si terrà presso il Tribunale di Torino l’udienza preliminare dell’inchiesta Prisma, a meno che nuovi atti integrativi portino a uno slittamento della prima tappa processuale.

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