Caso Juve, l'ex pm: «Giusto il -15». E poi difende Santoriello!
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Caso Juve, l’ex pm: «Giusto il -15». E poi difende Santoriello!

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Caso Juve, l’ex Pubblico Ministero Antonio Rinaudo analizza così la penalizzazione dei bianconeri e gli altri casi

Il Magistrato Antonio Rinaudo, ex pm della Procura di Torino, ha parlato del caso Juve in un’intervista concessa a Tuttosport.

PENALIZZAZIONE – «La penalizzazione di 15 punti è in linea con il principio di afflittività che deve avere la pena. Non trovo clamoroso il fatto che il Procuratore abbia chiesto una pena e la Corte ne abbia inflitta un’altra più elevata: ha ritenuto, sulla base di una articolata motivazione, che il fatto fosse grave proprio per la reiterazione nel tempo. E quindi alla gravità del fatto segue una pena proporzionata. Si fa esplicito riferimento a “natura ripetuta”, a “violazione di principi di verità e correttezza”. Non sono stupito. Ancorché fossi un tifoso della Juventus, valuto la sentenza da un punto di vista strettamente tecnico e oggettivo».

PERCHE’ 15 PUNTI – «La quantificazione della pena è rapportata a dei parametri che ad esempio nel codice penale sono indicati da un articolo specifico in cui si fa riferimento alla gravità del fatto, alla personalità di chi ha commesso l’illecito. Criteri che all’uomo comune sfuggono e che però la Corte ha preso nella dovuta considerazione valutando anche i mezzi attraverso cui i tesserati della Juventus sono arrivati a commettere questo reato. Non mi chiederei perché 15 punti e non 14, mi chiederei perché la Juventus è stata condannata».

ALTRE PENALIZZAZIONI – «Dipende da quanto riterranno di infliggere. Secondo me per un principio di equità ed equilibrio, in caso di altra penalizzazione, questa sarebbe da scontare adesso. Nella prossima stagione, invece, solo nel caso in cui la Juve si venisse a trovare in una situazione tale da far presupporre la possibilità di retrocessione».

INTERCETTAZIONI – «Il giudice della Giustizia sportiva ha ricevuto intercettazioni che sono state acquisite nell’ambito del procedimento penale e le può valutare liberamente. Non è la prima volta che succede, c’è giurisprudenza granitica su questo punto. Si parte dal presupposto che quelle intercettazioni non arrivano attraverso una captazione casuale o illecita. Sono intercettazioni acquisite legittimamente, autorizzate dall’autorità giudiziaria. Non è che una mattina s’è alzato il Procuratore Generale della Procura di Torino e ha detto: siccome non ho niente da fare, intercetto la Juventus. Gli elementi che giustificano l’intercettazione sono gravi indizi di reato. Questo la gente lo dimentica».

SANTORIELLO – «Vogliamo contestualizzarle nel tempo e nello spazio queste dichiarazioni? Risalgono a 4 anni fa e giungono da un contesto in cui sono state captate perdendo il senso della loro continuità. Peraltro Santoriello ha anche archiviato a favore della Juventus, in passato, dunque non mi pare che sia così sbilanciato. Se fosse animato da chissà quanta acredine sarebbe andato avanti all’infinito. Inoltre, secondo dato: quest’indagine è gestita da tre pubblici ministeri. Io ho fatto parte della Procura di Torino e so benissimo cosa significa fare una indagine attraverso un pool: ogni decisione viene presa collegialmente. Adesso, se io fossi uno degli altri due componenti del pool, mi sentirei indignato. Credete che un magistrato sia succube di un altro? Ciascuno ragiona con la propria testa. E poi, peraltro, sarebbero due contro uno. Questo è importante. Ci fosse Santoriello da solo avrei modo di capire le perplessità. Ma così… E ancora: si ricordi che il Pm ha il dovere di fare indagini che mirano all’accertamento della verità anche se sono a favore dell’indagato. Non siamo al bar, non ragioniamo con le passioni e non ci facciamo condizionare da emozioni e sentimenti. Comunque il pubblico ministero non può essere ricusato».

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