Chiellini e quella confessione: «A Conte dissi 'Sono il tuo destino!'»
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Chiellini e quella confessione: «A Conte dissi ‘Sono il tuo destino!’»

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Giorgio Chiellini, difensore della Juve, ha raccontato diverse tappe della sua carriera nel libro ‘Io, Giorgio’. Ecco alcune anticipazioni

L’edizione odierna di Tuttosport ha svelato alcune anticipazioni del libro di Chiellini ‘Io, Giorgio’, da domani in edicola. Questi alcuni passaggi del testo dedicato al campione della Juventus.

INFORTUNIO – «Mi hanno chiamato tutti, a cominciare dai compagni. Avrò letto centinaia di messaggi, alcuni li aspettavo, altri meno, altri ancora per niente. Mi ha fatto molto piacere leggere quello di Javier Zanetti, non l’avevo mai sentito prima, non aveva neanche il mio numero: poteva accontentarsi di un telegramma o farmi chiamare da Oriali, che peraltro lo ha fatto. È stato davvero carino, Zanetti. E inaspettato. Con l’Inter ci siamo sempre scannati ed è normale che sia così, anche se in certi momenti le rivalità scompaiono mentre la stima resta. Avevo previsto che l’arrivo di Conte avrebbe trasformato i nerazzurri e non ho dubbi: sarà lotta tra noi e loro fino alla fine, lo scenario è di nuovo questo».

INTER – «Quando capita un infortunio di questa gravità, un obiettivo bisogna darselo. E io mica conosco il calendario del campionato a memoria: così ho dato un’occhiata. Siccome per un incidente come il mio si calcolano più o meno sei mesi, indovinate che partita c’era a sei mesi dal mio legamento crociato? Mi sono operato il 3 settembre, e il 1° marzo ecco Juve-Inter! Una data che a livello mentale mi è servita, come una specie di riscaldamento. L’ho detto pure a Conte, ridendo: «Sono il tuo destino!». Poi, purtroppo il Coronavirus ha cambiato il calendario».

KOULIBALY – «Mi è venuto spontaneo abbracciarlo a fine partita, vederlo con quella faccia mi ha sciolto. Ripenso all’abbraccio a Koulibaly sul prato dell’Allianz Stadium dopo il suo autogol in Juve-Napoli del 31 agosto. Per come sono fatto, quel mio gesto mi è quasi dispiaciuto, forse sarebbe stato meglio abbracciarci nello spogliatoio e tenere questa cosa solo per noi. Ma è venuto spontaneo, ho cercato Kalidou andando verso di lui con le stampelle. La sera prima mi aveva scritto ‘In bocca al lupo’: con lui c’è sempre stato un magnifico rapporto. Un giocatore così forte, una persona così buona che al 92’ di una sfida chiave commette un errore del genere! Vederlo con quella faccia mi ha sciolto: ho sentito che dovevo dirgli due parole di conforto, niente di più. ‘Sei il più bravo, capita a tutti di sbagliare, continua a lavorare come sai e tutto passa.’ Il mio orgoglio e la mia speranza sono poter essere un calciatore di tutti, non solo degli juventini».

COMPAGNI – «Con Ronaldo ho scherzato per tutto l’inverno: ‘Ho una media di un gol a partita, pure tu mi stai inseguendo!’. Perché, in effetti, prima di rompermi il ginocchio ho giocato una sola gara, la prima di campionato a Parma, segnando… De Ligt? Non ho mai pensato: ho 35 anni, sarà dura. E neppure: sarà dura perché al mio posto gioca un ventenne. E poi io e De Ligt ci saremmo alternati comunque. Lui è fortissimo, intelligente. Se l’è dovuta sbrigare da solo».

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