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Claudio Gentile, un difensore all’attacco

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Grande protagonista della storia bianconera tra gli anni ’70 e ’80, Claudio Gentile è noto per la sua spiccata capacità difensiva, che non lasciava scampo all’avversario

Le originiClaudio Gentile nasce a Tripoli il 27 settembre del 1953 da genitori siciliani e, proprio nelle strade della capitale libica, comincia a tirare i primi calci al pallone. I suoi compagni di gioco parlano l’arabo e l’italiano. Questa mescolanza etnica e linguistica sarà un background imprescindibile per i valori di sportività, di cui sarà in seguito portavoce. Ma sarà anche l’occasione per far emergere grinta, “cattiveria” e una certa ruvidezza nel gioco, marchi distintivi della sua futura attività agonistica.

I primi passi – Quando Claudio ha otto anni, la famiglia Gentile fa ritorno in Italia, stabilendosi in provincia di Como. In questo modo, riesce a evitare le successive persecuzioni del regime di Gheddafi, che culmineranno con l’espulsione di tutti gli Italiani nel 1970. Nel Bel Paese esordisce come calciatore nelle giovanili: prima col Maslianico, poi nel Varese, che lo cede in prestito all’Arona dal 1971 al 1972. La squadra del lago Maggiore costituisce per lui una palestra fondamentale, dove si plasma il futuro difensore e campione.

Giampiero Boniperti, l’allora presidente della Juventus, intuisce il talento di questo ragazzo venuto da lontano. Così, nell’estate del 1973 Claudio Gentile viene acquistato dal club bianconero per circa 250 milioni di lire, in vista della sostituzione di Sandro Salvadore. Il 2 dicembre dello stesso anno il suo esordio: Gentile gioca nel ruolo di mediano, in una memorabile partita che vede la vittoria della squadra sabauda per 5 a 1 sul Verona. “Gheddafi” – come venne battezzato per le origini libiche – gradualmente acquista credibilità e fiducia e si distingue sempre di più per le marcature strette. Memorabili i duelli col granata Claudio Sala, che scalderanno negli anni il derby della Mole.

Prime vittorie in bianconero – La fisionomia tecnica di Claudio Gentile viene sempre più definendosi. A partire dalla stagione 1974-1975 è impiegato come terzino sinistro, in coppia con Antonello Cuccureddu. Poi, approdato in squadra il mancino Cabrini, viene spostato sulla fascia destra, in un ruolo più difensivo.

Proprio con Cabrini e con il libero Scirea, Gentile forma una corazzata difensiva impareggiabile, che porta quell’anno la Juventus alla vittoria in Campionato. Nella stagione successiva Gentile perde temporaneamente il posto in squadra, a causa di una squalifica e di incomprensioni con l’allenatore Carlo Parola. Una pausa di riflessione, che però gli dona nuovo vigore. Così, al suo rientro nella stagione 1976-1977, con Giovanni Trapattoni allenatore vince il suo secondo scudetto in maglia bianconera, accompagnato anche da una bella vittoria in Coppa UEFA.

Undici anni di matrimonio felice – L’avventura di Claudio Gentile alla Juventus durerà ben undici anni. Undici stagioni di vittorie intense, che vedono la conquista di sei scudetti, due Coppe Italia, una Coppa UEFA e una Coppa delle Coppe. Con la maglia zebrata Gentile realizza 283 presenze in campionato e 415 totali. A 31 anni, però, dopo aver trionfato nelle maggiori competizioni, decide di salutare le sponde del Po per approdare sulle rive dell’Arno.

Fiorentina, Piacenza, poi l’addio – Gentile viene ingaggiato dalla squadra viola, dove trascorre tre anni piuttosto complessi. La tifoseria non gli perdona il passato bianconero; l’allenatore gli preferisce giocatori più giovani. Così, appena può, emigra al Piacenza, neo-promosso in serie B. Qui può rivelarsi giocatore-chiave per la salvezza della squadra, ma dopo un anno decide di ritirarsi dal calcio giocato e di tentare un’altra direzione.

Dirigente e allenatore – Dopo una parentesi direttiva al Lecco, Gentile diventa mister della Nazionale italiana under 20 e nel 2000 sostituisce l’amico Marco Tardelli alla guida della Nazionale under 21. Con gli Azzurrini stravince nel 2004: prima il Campionato d’Europa, poi la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Atene.

In maglia azzurraClaudio Gentile esordisce come giocatore della Nazionale italiana nel 1975, nella partita Italia-Polonia. Diventerà titolare fisso nella squadra di mister Enzo Bearzot, con la quale realizza il suo primo e unico gol in maglia azzurra: è l’8 giugno del 1977; la partita è quella disputata a Helsinki contro la Finlandia e vinta dall’Italia per 3 a 0.

Campione del mondo – La prova generale per Claudio Gentile è il Campionato del Mondo del 1978, disputato in Argentina, dove già si distingue tra i migliori difensori in campo. Ma è il vittorioso Mundial del 1982 in Spagna che lo incorona campione del mondo. Famose le sue marcature a uomo su Zico e Maradona, che però gli costano due ammonizioni e uno stop nella semifinale contro la Polonia. Quando, però, rientra titolare nella finale contro la Germania Ovest, Claudio è al top e può sollevare l’agognata coppa con i suoi compagni di squadra. Nel 1984, l’anno dell’addio alla Juventus, Gentile saluta pure la squadra azzurra, dopo 71 presenze e tante marcature strette.

La storia recente – Gli anni non hanno smorzato la furia combattiva di Claudio Gentile che, a dispetto del cognome, si è scagliato più volte contro certe storture del mondo del calcio. Nel 2016 ha raccolto i suoi ricordi, di segno positivo e negativo, nell’autobiografia dal titolo ironicamente autoreferenziale “E sono stato Gentile”. Scritta a quattro mani con l’editorialista della Gazzetta dello Sport Alberto Cerruti. Un’occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa, senza rinunciare a quel fair play che è la cifra di ogni vero campione.

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