Cristiano Ronaldo alla Juve non è un fallimento: il sostituto avrà 25 anni
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Cristiano Ronaldo alla Juve non è un fallimento: il sostituto avrà 25 anni

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Cristiano Ronaldo alla Juve non è un fallimento: il sostituto avrà 25 anni. La scalata di Agnelli è appena cominciata e non poteva prevedere il Covid

L’eliminazione col Porto brucia come una ferita che lacera la carne, fresca e recidiva allo stesso tempo. Fa quasi girare la testa per il dolore, stordisce, quasi annebbia. Intorno e al di fuori di Juventus si sta mettendo in discussione Cristiano Ronaldo, per molti il miglior giocatore del pianeta. Lo stesso che ha messo a segno 92 gol in 121 partite con la maglia bianconera e che a 36 anni è l’attuale capocannoniere del campionato di Serie A con 20 centri in 22 presenze. «Doveva portare la Champions, è stato comprato per quello», si dice. Nulla di più vero, per il momento (visto che ha ancora un anno di contratto con la Juventus) non c’è riuscito, ma soprattutto perché contornato da squadre solo parzialmente competitive in Europa, come parso evidente nelle ultime due stagioni nei doppi confronti con Atletico, Ajax e Lione dove CR7 ha fatto abbondantemente il suo. Cristiano col Porto ha “steccato”, è vero e sarebbe stolto negarlo, ma non per questo l’operazione Ronaldo alla Juve può essere considerata fallimentare.

In primo luogo perché – non scopriamo l’acqua calda –  l’acquisto di Ronaldo ha avuto ed ha tuttora contorni che valicano abbondantemente la sfera sportiva. Il portoghese ha innescato un circolo virtuoso in termini di ricavi (a cui fanno fronte costi maggiori), fanbase e appeal che ha permesso alla Juve di scalare le gerarchie del calcio internazionale e che sarà benefico anche e soprattutto negli anni post CR7. Tanto per fare un esempio tangibile, tra i tanti a disposizione, lo scorso luglio la Juventus è diventata il brand italiano più seguito su Instagram e vanta ad oggi oltre 47,4 milioni di follower. È il famoso “effetto Ronaldo” da cui il club bianconero ha deciso di farsi coraggiosamente traghettare per iniziare al colmare il gap con l’élite del calcio europeo, regalando al contempo un sogno ad occhi aperti ai suoi tifosi.

Il piano di Andrea Agnelli è chiaro e calcolato, anche se logicamente non poteva prevedere il Covid che danneggia tutti ma soprattutto chi aveva cominciato una scalata scivolosa e verticale. Nel 2018 il numero uno bianconero annunciava al Financial Times: «Programmeremo uno alla volta i passi che ci porteranno a essere i numeri uno al mondo». Un progetto che al di là di battute d’arresto ed errori di valutazione è ancora perfettamente in atto e nelle aspettative dovrà mettere la Juve «nelle condizioni di prendere il prossimo Cristiano Ronaldo, ma questa volta di prenderlo a 25 anni». Solo e unicamente quando il ciclo di Cristiano Ronaldo alla Juventus sarà effettivamente concluso.

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