De Ligt Juve: 4 ragioni per non cederlo e una per farlo
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De Ligt Juve: 4 ragioni per non cederlo e una per farlo

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De Ligt Juve: 4 ragioni per non cederlo e una per farlo. La situazione per il futuro del difensore olandese

De Ligt e la Juve (senza accento). La corte del Chelsea, che ne avrebbe bisogno come il pane; l’ipotesi Manchester City, dove potrebbe essere la ciliegina sulla torta; la suggestione Bayern che potrebbe essere la più naturale per adattabilità certa al calcio tedesco. Ma se invece iniziassimo a pensare che De Ligt è la Juve (con accento)? Se provassimo a considerarlo incedibile (concetto fuori moda, fuori tempo, forse anche fuori logica)?

Ecco – tra le tante – 4 ragioni per non cederlo (e una per farlo, obbligatoriamente).

  1. De Ligt è reduce dalla sua migliore stagione. Certo, Matthijs non è stato immune da errori. E si potrebbe anche obiettare che nei 2 crolli più dolorosi e che sono costati molto – Juventus-Villarreal in Champions League e Juventus-Inter finale di Coppa Italia – l’olandese ci ha messo del suo, non è riuscito a fare argine nel primo caso e nel secondo è stato protagonista dell’episodio decisivo, causando il rigore che ha svoltato la gara nei supplementari in senso negativo. Ma come prova a sua discolpa – caso mai ce ne fosse bisogno – c’è che non ha responsabilità particolari nel più che traballante inizio di campionato che ha zavorrato quanto mai il resto della stagione. E se si vuole riassumere il tutto in una sola immagine, ricordiamoci gli ultimi 10 minuti di Genoa-Juventus, con il catalogo di errori difensivi “perdonati” perché era una gara ormai inutile, ma spia di un atteggiamento distratto che è una delle malattie dell’ultima Juve: ebbene, signori dell’eventuale corte, De Ligt è innocente, De Ligt non era in campo. Per il resto, la sequenza di partite dove ha mostrato di essere sempre più in crescita è testimoniata da quante volte ha fatto muro in area ed è andato anche a battagliare fuori, mostrando coraggio, intraprendenza, continuità. Un “dissuasore mobile”, secondo giudizio letto su una pagella in Atalanta-Juventus, una delle sfide più a tutto campo dove il centrale bianconero ha esaltato le sue caratteristiche.
  2. De Ligt non ha fatto solo la sua migliore stagione. De Ligt è stato il migliore della Juve. Il giudizio è forte, ma non è il caso di dibatterlo più di tanto, è certamente opinabile. Piuttosto, serve chiedersi: si può rinunciare a una “sicurezza” (tutti d’accordo che lo sia?)? Lo si può fare nell’anno senza Chiellini e con Bonucci con un anno in più? Infine: questa Juve – intendo come spirito, non come parco tecnico che evidentemente cambierà con i nuovi ingressi e acquisirà ben altro spessore –  può per il secondo anno consecutivo partire senza il suo uomo migliore? Perché al di là di ogni considerazione, è bene ricordare che siamo reduci da un anno senza Cristiano Ronaldo e – in corso d’opera – Federico Chiesa. Ci si può permettere di rinunciare a un uomo così importante per la nostra identità? É un parere, certo, non un dato di fatto. Ma – nel mio caso -,  è anche una qualità che in De Ligt ho visto subito. Non si migliora con ben 3 allenatori diversi in 3 anni, con difficoltà assortite e nuove, se non si possiede una certa statura. Non ha galleggiato, insomma, Matthijs, tanto meno quando la squadra naufragava. Ha sbagliato interventi, ma non è mai stato passivo. Se la Juve avesse buttato a mare Bonucci o Chiellini negli anni bui, che non erano peraltro così giovani come l’olandese, la Storia sarebbe stata ben diversa. E a una Juve che considera De Ligt uno che faccia la Storia penso si debba credere (se ci crede lui, of course).
  3. De Ligt è fisicamente insostituibile. Quando si parla di inefficienze variamente assortite e condizionanti pagate in Champions League dalle squadre italiane, giustamente si fa il punto sulla differenza d’intensità, di corsa e di mentalità propositiva. Aggiungerei nel carnet i contrasti e il corpo a corpo. E qui De Ligt è una garanzia. O se volete essere più minimalisti, è una consistenza di “materia” che non ha – per ora – omologhi nella Juve. Forse si affida persino troppo a questo, in certe letture può essere meno irruento, ma ogni tanto mi è sembrato di un altro mondo rispetto a certe timidezze. Di un’altra Europa, per meglio dire. Che poi è esattamente il luogo dove lo abbiamo scoperto e ci ha fatto del male con l’Ajax. Quel tipo di presenza in qualche modo – e direi anche: in più punti del campo – è bene considerarla non un di più, ma un principio informante la squadra.
  4. Perché De Ligt è migliorabile. Per un 22enne è una considerazione minima, anche se poi non è detto che ogni campione in potenza lo diventi nei fatti. Suggerisco solo una riflessione su due aspetti. Il primo è nella fase d’impostazione dell’azione. La sensazione è di un giocatore che abbia patito il vuoto di idee del nostro centrocampo e non lo abbia occupato: nel momento in cui funzionerà meglio l’avvio della manovra, è legittimo aspettarsi qualche avanzata palla al piede in più. Il secondo riguarda i gol. Ne ha fatti 4 il primo anno, 1 il secondo, 3 il terzo. Ma nell’ultima stagione ne ha mancati non pochi per precipitazione. Traducendo: ne deve fare molti di più. Perché li può fare, lo si è percepito chiaramente.

Dette le 4 ragioni, però, ci si scontra con quella contraria e più importante, prescindendo da quanto si incasserebbe e dall’uso che se ne farebbe per rafforzare la squadra in diversi reparti. So bene che la dizione “la volontà del giocatore” fa venire l’orticaria a chiunque sia nato in un calcio padronale ante-Bosman o a chi fa acquisti al Fantacalcio senza interloquire con giocatori e agenti, ma quei tempi non ci sono più. E non ci sono neanche più i prezzi di acquisto o di vendita slegati agli emolumenti dei contratti o alle loro durate. So che sto scrivendo delle banalità, ma bisogna ripeterselo, altrimenti facciamo conti sbagliati. E se De Ligt ha un’altra volontà, possiamo fare tutti i ragionamenti del mondo sul non essere stati così forti (economicamente, tecnicamente, persino culturalmente) per tenerlo, ma occorrerà farsene una ragione. Anche se rimarrò – almeno per qualche tempo – legato all’idea che le altre 4 un senso lo abbiano e un po’ di nostalgia per un futuro mancato la proverò sicuramente. 

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