Del Piero in diretta con Operazione Nostalgia: le parole dell'ex Juve
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Del Piero in diretta Instagram con Operazione Nostalgia: le parole dell’ex Juve

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Alex Del Piero si racconta in diretta Instagram con Operazione Nostalgia: le parole dell’ex capitano della Juve

Una diretta Instagram per raccontare i suoi gol più belli, le emozioni che il calcio gli ha trasmesso e le partite che gli sono rimaste nel cuore: Alex Del Piero si racconta a Operazione Nostalgia.

UMILTA’ «L’umiltà non è tutto ma è importante per riportarti a terra. È importante circondarsi di persone che ti indirizzano».

TIRO A GIRO – «I gol li ho visti fare da Baggio, Zola, giocatori che avevano la qualità di fare quel tipo di tiro che ho sempre privilegiato perché è difficile da intercettare e se si infila all’incrocio dei pali è difficile da parare. Il fatto che io lo abbia fatto con continuità è quello che ha lasciato un po’ tutti perplessi. È stato importante sia l’allenamento che creare delle varianti. La sequenza dal ’94 al ’95? È stato molto bello, quando facevo quelle cose non pensavo di doverlo fare, mi hanno portato lì gli eventi. Lo ha reso speciale, soprattutto nell’anno della vittoria della Champions League. Sono stati anni unici».

GOL ALLA DEL PIERO – «Ci sono 2-3 gol davvero particolari. Probabilmente con la Steaua è uno dei più belli, c’è lo stop, il dribbling. Poi sicuramente quello a Dortmund è qualcosa di speciale anche a livello emotivo. La prima partita in Champions League, il primo gol… Questi due sono tra i top 3».

GOL MONDIALE 2006 – «Quello con l’Italia per importanza, per significato, per la Germania, per lo stadio di Dortmund, dove loro erano confidenti del Mondiale in casa… Per il fatto che Italia-Germania è sempre unica, per la telecronaca di Caressa, per il 120, per il fatto che era una semifinale, per il mio momento personale e storico. Quel Mondiale rappresentava l’ultima possibilità per una generazione di vincere qualcosa».

MONDIALE 2010 – «Ci speravo di andare in Sudafrica ma Lippi decise diversamente».

INTERCONTINENTALE«Oggi se arrivi quarto in alcuni campionati puoi vincere la Champions League. Prima dovevi arrivare primo. Il gol all’Intercontinentale? Non potevi pensare di ritirarti, in tre anni ho vinto le cose più importanti: lo scudetto, la Champions League con la Juve perché nell’85 nessuno ha gioito pienamente, e poi l’Intercontinentale che chiude un percorso. Cerchi di crearti nuove sfide».

CORONAVIRUS«Siamo stati costretti ad una riflessione, tutto è cambiato. Io ovviamente non ero in Italia, non vedo mia madre da 6 mesi. Tante cose le diamo per scontate».

GARA OPERAZIONE NOSTALGIA «Molti dei ragazzi con cui ho giocato contro una vita, sapevo molto di loro dal punto di vista calcistico e non umano. Puoi conoscere di più una persona a livello umano oggi con i social. Ho avuto modo di dire al difensore che mi ha legnato per una vita: “Adesso cosa fai?”. Anche quella è stata la bellezza del momento, oltre al clima che si è creato in partita. Lo stadio esultava per ogni gol».

PALLONE D’ORO«Se me lo danno oggi, vado a prenderlo (ndr). Non è un’ossessione, era una cosa importante, ma ci sono delle dinamiche, dei criteri di giudizio. Sono contentissimo della mia carriera, di quello che sono riuscito ad ottenere. Rosico per quello che non sono riuscito a rivincere, ma quello è stato uno stimolo per migliorare. Non poter giocar più è difficile, quello è un dramma per certi aspetti. Quello che posso dire è che ho dato sempre il massimo e più del massimo e mi ha portato a quello che ho fatto con tante cose positive e una vita dedicata al calcio e le mie passioni. Pensando ad un ragazzino di un paesino del Veneto, di strada ne è stata fatta. Sono felice di aver vissuto un periodo storico calcistico forse irripetibile».

COMPAGNO “PIU’ NOSTALGICO” «A me è venuto in mente Torricelli. Perché ha fatto un percorso straordinario nella sua carriera, è arrivato a vincere una Champions League. È una persona adorabile».

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