Dybala sul Coronavirus: «5 minuti di allenamento e non avevo fiato»
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Dybala racconta il Coronavirus: «5 minuti di allenamento e non avevo fiato» – VIDEO

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Dybala racconta il Coronavirus: «5 minuti di allenamento e non avevo fiato». Le dichiarazioni del numero dieci della Juventus

Paulo Dybala ha raccontato ad AFA Play la sua esperienza con il Coronavirus, cui è risultato positivo diversi giorni fa.

Le dichiarazioni: «Avevo una brutta tosse, mi sentivo stanco e quando dormivo sentivo freddo. All’inizio non ho pensato a cosa potesse essere, ma la cosa era successa ad altri due compagni (Rugani e Matuidi, ndr) e l’ultimo ero io. Avevamo mal di testa, ma era consigliabile non prendere nulla. Il club poi ci ha dato delle vitamine e col tempo ci siamo sentiti meglio. E’ una cosa psicologica, all’inizio hai paura ma adesso va bene, in questi giorni non abbiamo avuto sintomi. Prima mi stancavo più in fretta: volevo allenarmi ma dopo cinque minuti ero già senza fiato. E lì abbiamo capito che qualcosa non andava bene, poi i test ci hanno rivelato che eravamo positivi al virus. Di certo questo virus non è una cazz… e la gente deve rimanere in casa perché in Italia ci sono parecchi morti».

MATURITA’ – «Non sono lo stesso di 10 anni fa, vedo le cose in modo diverso. Si cresce, si vivono cose nuove. Si impara soprattutto dagli errori. Ho 26 anni, non più 20 o 21».

MESSI – «La mia frase su di lui? (“Difficile giocare con Leo”, ndr) Forse avrei dovuto dirla diversamente, non ho mai provato a criticare i miei compagni. Ne ho anche parlato con lui. Tatticamente siamo molto simili. Anche con Scaloni lavoriamo in modo da non pestarci i piedi in campo. Mi sarebbe piaciuto dare di più all’Argentina e ottenere risultati migliori sia in gruppo sia a livello personale. Al Mondiale e in Coppa America ho giocato poco. Ma ho sempre rispettato le decisioni dei ct, la Seleccion è prestigiosa».

RONALDO – «Nessuno di noi lo conosceva ma è una persona fantastica e molto socievole, tranquillissima all’interno e all’esterno dello spogliatoio. Dà l’impressione di essere uno spaccone, ma non ha nulla a che fare con tutto ciò. Una volta gli ho anche detto che in Argentina lo odiavamo per questo e si è messo a ridere. Mi ha detto: “Io sono come sono. Sono abituato a ricevere queste critiche”».

TAGLIO STIPENDI – «Chiellini ha parlato col presidente, poi col gruppo. Ne abbiamo parlato in chat, c’erano opinioni diverse, c’erano giocatori a cui mancavano una o due partite per raggiungere un bonus, ma questa era la cosa migliore da fare».

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