Gianluigi Buffon, il Numero 1 bianconero più amato dai tifosi
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Gianluigi Buffon, il Numero 1 bianconero più amato dai tifosi

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Portiere di grande carisma, Gianluigi Buffon gioca tuttora nella Juventus dal 2001, a parte una breve parentesi ed è il calciatore più amato dei tifosi e non solo

Il suo destino è nel cognome. Questo deve aver pensato la sua famiglia quando il 28 gennaio 1978, a Carrara, è nato Gianluigi Buffon. La madre è stata campionessa di getto del peso e lancio del disco, lo zio materno ha partecipato alla Serie A1 di pallacanestro, il padre ha giocato nella nazionale di getto del peso e le sorelle sono state famose pallavoliste. Menzione speciale anche per il nonno paterno, portiere di Milan, Genoa, Inter, Fiorentina e della Nazionale. La carriera calcistica era una strada quasi obbligata, ma forse nemmeno loro potevano sapere di avere a che fare con un pluricampione.

UN PICCOLO PORTIERE CRESCE – Muove i suoi primi passi sui campi del Canaletto, una piccola società di calcio della Spezia, e in seguito passa nel Perticata, a Carrara, un’altra squadra dilettantistica. Il primo investimento importante che si fa su di lui risale al 13 giugno 1991: il Parma acquista il tredicenne Gianluigi Buffon per 15 milioni di lire. Il centrocampo è il suo regno, ma per fronteggiare la carenza dei due portieri infortunati è inserito tra i pali e il preparatore dei portieri Ermes Fulgoni lo mette sotto la sua ala protettiva. Uno dei primi a credere in lui è Nevio Scala, che propone al minorenne Gianluigi di raggiungere la prima squadra per difendere la porta. Il 19 novembre 1995 esordisce in Serie A contro il Milan in una partita senza gol. La prima rete subita risale alla domenica successiva ed è compiuta dalla Juventus. L’esordio nelle coppe continentali è datato 24 settembre 1996 contro il Vitoria Guimaraes in Coppa UEFA. Anche questa però è una sconfitta, che costa l’eliminazione dei parmensi dalla competizione. Con lui il Parma arriva secondo in campionato. Termina la sua esperienza con la maglia dei ducali nel 2001 e lascia il campo ottenendo il soprannome Superman. Il culmine della sua esperienza parmense risale al 1999, anno in cui si aggiudica la Coppa UEFA e la Supercoppa italiana.

L’ESORDO BIANCONERO – Buffon passa alla Juventus per 75 miliardi di lire. La stagione d’esordio parte un po’ in sordina, ma all’ultimo si aggiudica il campionato. L’anno 2002-2003 è ricordato per la vittoria della Supercoppa italiana e di un altro scudetto, ma la Champions League spetta al Milan in una gara fino all’ultimo gol (3-2). Nella stagione 2003-2004 la Juventus vince ai rigori la Supercoppa italiana contro i Diavoli e si posiziona al terzo posto in campionato. Nel 2004, con il passaggio della panchina a Fabio Capello, Buffon aggiunge al suo curriculum calcistico il terzo e il quarto scudetto. La vicenda di Calciopoli sommerge la società piemontese al punto che retrocede in Serie B nel 2006. Il 18 novembre Buffon commette un passo falso: in una trasferta contro l’Albinoleffe esegue un fallo ai danni di Nicola Ferrari, ottenendo così il primo cartellino rosso della sua carriera. A fine campionato conquista la vetta della categoria. Nella stagione 2007-2008 Gianluigi Buffon è afflitto da dolori fisici che lo accompagneranno anche nelle annate seguenti. La stessa Juventus in questo periodo ha dei risultati incostanti: se nei campionati 2007-2008 e 2008-2009 guadagna un terzo e un secondo posto, nei due seguenti scende in settima posizione.

TRA SUCCESSI E DISSAPORI BIANCONERI – La Vecchia Signora vive un secondo periodo di giovinezza grazie alla guida del nuovo allenatore Antonio Conte. Il club infatti, dal 2012 al 2014 vince tre campionati di fila e due Supercoppe italiane. Nella stagione 2014-2015, grazie alla gestione di Massimiliano Allegri, guadagna il quarto scudetto di fila e la Coppa Italia. Inoltre i bianconeri, giunti in finale di Champions League, sono sconfitti dal Barcellona. Un importante traguardo è la conquista del campionato alla trentacinquesima giornata, grazie alla vittoria sulla Fiorentina. La Juventus tenta di vincere la Supercoppa italiana, ma nella finale la squadra è fermata dal Milan ai rigori. Anche la sua diciassettesima stagione in maglia bianconera, l’ultima, non è esente da vittorie: mette in bacheca la quarta Coppa Italia e il settimo scudetto consecutivo. La squadra ritenta il cammino della Champions League ed è bloccata ai quarti di finale dal Real Madrid. La sconfitta lascia un profondo solco nel cuore di Gianluigi Buffon che infatti, poco prima della fine del ritorno, ha protestato per un rigore determinante dato agli spagnoli. Per questo motivo nel post partita critica la direzione dell’arbitro. Il gesto avventato gli costa la squalifica per tre giornate e il 1° luglio 2018 Buffon lascia il club.

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PARENTESI PARIGINA – La prima squadra ad aggiudicarsi il pluripremiato portiere quarantenne è il Paris Saint-German, a parametro zero, il 6 luglio 2018. Nelle varie giornate il suo ruolo è ricoperto anche dal francese Alphonse Areola. Debutta il 4 agosto 2018 nella Supercoppa di Francia, battendo il Monaco per 4-0, ed esordisce in Champions League nella trasferta contro il Napoli (1-1). I parigini sembrano avere la strada spianata dopo la vittoria sul Manchester Utd agli ottavi di finale per 0-2, ma un tragico errore dello stesso Buffon nel corso del ritorno al Parco dei Principi porta alla loro sconfitta ed eliminazione per 3-1.

CERTI AMORI – Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano. La celebre canzone di Venditti sintetizza ciò che accade il 14 luglio 2019: il giro immenso è durato solo un anno e a ritornare al nido bianconero è Gianluigi Buffon. Già verso la fine della stagione il portiere annuncia il suo addio ai parigini, ma nessuno, a parte qualche tifoso nostalgico, può aspettarsi che firmerà un nuovo contratto con la Juventus, la squadra che l’ha portato sulle alte vette del calcio. Stavolta l’intenzione è battere i record di Paolo Maldini e decide di indossare la maglia numero 77 in onore del periodo al Parma. Esordisce per la seconda volta in bianconero il 21 settembre 2019 battendo in casa il Verona (2-1). Il 28 settembre, nel match contro la SPAL, realizza uno dei suoi obiettivi raggiungendo 903 presenze con club, superando il primato di Maldini. Juventus-Sassuolo del 1º dicembre lo porta a toccare la quota di 700 partite giocate. Scavalca Maldini anche il 18 dicembre in occasione di Sampdoria-Juventus (1-2), giungendo alle 647 partecipazioni in A.

DALL’ESORDIO IN NAZIONALE AL TETTO DEL MONDO – Indossa per la prima volta la maglia degli azzurri grazie alla convocazione di Cesare Maldini contro la Russia, in una partita valida per qualificarsi al campionato del mondo 1998. Il portiere Pagliuca si infortuna e al 32’ entra Buffon. Dopo venti minuti subisce il primo gol per un’autorete di Cannavaro. Si rifa il 22 aprile 1998 nella seconda presenza in Nazionale, in un’amichevole contro il Paraguay, quando evita un potenziale gol di Hugo. L’arrivo di Zoff sulla panchina azzurra porta Gianluigi Buffon a essere nominato titolare nella stagione 1998-1999. Ricopre lo stesso ruolo anche in vista del campionato d’Europa 2000, ma un infortunio alla mano lo costringe a rinunciare. La sua occasione arriva con il nuovo CT Trapattoni che lo convoca per il campionato del mondo 2002 e il campionato d’Europa 2004. L’apice della sua carriera giunge con la gestione tecnica di Marcello Lippi e la sua partecipazione al campionato del mondo 2006, durante la quale subisce solo due reti: un autogol di Christian Zaccardo contro gli Stati Uniti nella fase a gironi e il rigore da parte di Zidane nella finale contro la Francia. La partita, disputata all’Olympiastadion di Berlino, vede l’Italia vincere la Coppa del Mondo per 5-3 ai rigori. È degna di lode la sua parata nei supplementari su colpo di testa di Zidane.

LE PARTITE IN AZZURRO DAL 2006 AL 2010 – Partecipa anche al campionato d’Europa 2008, sotto la guida di Donadoni, giocando come capitano per l’assenza di Cannavaro nella prima gara contro i Paesi Bassi. Nella seconda partita del girone batte la Romania sventando una possibile eliminazione con la parata di un rigore di Mutu. La porta rimane inviolata nella vittoria contro la Francia che permette di accedere ai quarti. È a questo punto che si ferma il sogno azzurro: con un mirabile intervento Buffon evita il gol di Güiza, ma ai rigori l’Italia abbandona la competizione. Avventura sfortunata è quella che aspetta gli azzurri durante la Confederations Cup 2009. Il ritorno di Lippi sulla panchina della Nazionale fa ben sperare, ma l’Italia è espulsa al primo turno. Il 14 novembre Buffon raggiunge un altro record: nell’amichevole contro i Paesi Bassi tocca la quota di cento presenze in azzurro. A questo traguardo sono arrivati anche altri importanti giocatori, come per esempio Zoff. Gianluigi Buffon è convocato anche per il campionato del mondo 2010 in Sudafrica, ma le sue prestazioni non sono esaltanti per un infortunio alla schiena durante la prima partita del girone contro il Paraguay. In particolare ha avuto un problema sciatico che lo ha portato ad abbandonare il match durante l’intervallo.

NAZIONALE: DAL 2010 AL RITIRO – Ripresosi dall’infortunio, Buffon trova Prandelli sulla panchina. La prima occasione che ha per dimostrare ancora una volta quanto vale risale al 9 febbraio 2011 nell’amichevole contro la Germania. La Nazionale torna a splendere nel campionato d’Europa 2012, ma il sogno azzurro è fermato in finale dalla Spagna. Nel 2014 è convocato per il suo quinto Mondiale, ma l’Italia è eliminata nella terza partita contro l’Uruguay. La guida degli azzurri passa da Prandelli a Conte e il primo ostacolo è la qualificazione al campionato d’Europa 2016. Le speranze azzurre si dissolvono contro la Germania, ai quarti di finale, e le sorti del match si decidono solo ai rigori. Lasciato il suolo francese, arriva il momento di prepararsi per il campionato del mondo 2018. Il percorso per arrivare sotto il cielo russo è accidentato, infatti gli azzurri giungono allo spareggio contro la Svezia e sono battuti il 13 novembre. Forse proprio a causa di questo il portiere dichiara di non voler più indossare la maglia azzurra, ma la convocazione del CT ad interim Di Biagio lo porta a cambiare idea. Il suo apporto nell’amichevole contro l’Inghilterra non dà il risultato sperato. Il 17 maggio 2018 annuncia il suo ritiro dalla Nazionale durante una conferenza stampa.

LA SUA VITA FUORI DAL CAMPO – Buffon ha sempre dimostrato di essere una macchina da guerra parando anche i tiri più pericolosi, ma sotto la maschera di campione si nasconde un uomo che si divide tra problemi personali, investimenti e famiglia. Tra il dicembre 2003 e il giugno 2004 soffre di depressione. Il 14 novembre 2008 pubblica Numero 1, un’autobiografia in collaborazione con Roberto Perrone in cui ripercorre la sua carriera. Il 30 maggio 2011 investe sull’azienda tessile Zucchi entrando a far parte del Consiglio di amministrazione con una quota del 19,4%. La sua vita sentimentale riempie le pagine di gossip per anni. Nel 2015 si fidanza con la showgirl ceca Alena Seredova, che sposa il 16 giugno 2011 e dalla quale ha due figli: Louis Thomas, nato il 28 dicembre 2007 e David Lee, nato il 31 ottobre 2009. L’unione termina tre anni più tardi. In un’intervista Alena racconta di non aver colto vari segnali di una possibile fine della loro relazione, come per esempio il fatto che lui rimandasse di continuo la proposta di matrimonio. Spiega di aver scoperto per radio, in macchina, il tradimento del marito con la giornalista di Sky Ilaria D’Amico. Con lei Buffon intraprende una relazione culminata con la nascita del suo terzo figlio, Leopoldo Mattia, il 6 gennaio 2016. L’ultimo traguardo imprenditoriale di rilievo risale al 6 luglio dello stesso anno e si riferisce alla sua scalata della Carrarese, diventandone l’unico azionista grazie alla società Buffon & co.

UN VOLTO UMANO – Nell’introduzione della sua autobiografia Numero 1 Gianluigi Buffon è definito come “il più grande portiere del mondo, uno dei quattro o cinque che resteranno per sempre nell’immaginario mondiale del football”. Il Maradona dei portieri ha collezionato numerosi successi dentro e fuori dal campo. È caduto, si è rialzato, ha sbagliato e ha rimediato. Ha mostrato sempre il suo volto umano, quella semplicità con cui indossa i guanti e quello spirito d’iniziativa con cui affronta ogni partita. Forse sono proprio questi aspetti che gli hanno permesso di diventare un simbolo del calcio: in lui si riconoscono tifosi e non solo, che rivedono in quello spirito guerriero la storia di una persona capace di trarre degli insegnamenti da ogni fallimento. Perché è dalle più grandi sconfitte che nascono le migliori vittorie e questo Buffon lo sa molto bene.

A cura di Carlo Selvini

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