Inchiesta Juve, dove eravamo rimasti? Cosa succede su tutti i filoni
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Inchiesta Juve, dove eravamo rimasti? Cosa succede dalle plusvalenze agli stipendi

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Inchiesta Juve, dove eravamo rimasti con le vicende extra-campo? Il punto dal filone stipendi a quello plusvalenze

Se i ragazzi di Massimiliano Allegri si stanno preparando per tornare in campo questa sera contro il Siviglia, la Juventus sta combattendo, come ormai risaputo, un’altra battaglia fuori dal campo. Anzi, più di una. Si va infatti avanti con le varie inchieste che vedono coinvolto il club bianconero e il suo ex CdA, che attendono con ansia di sapere cosa succederà nelle prossime settimane. Proviamo quindi a fare il punto sui vari filoni, da quello sulle plusvalenze a quello sugli stipendi.

CASO PLUSVALENZE

Il valzer di punti ha riportato quel -15, al momento, ad essere solamente un ricordo, ma un’altra penalizzazione appare ormai inevitabile dopo aver letto le motivazioni del Collegio di Garanzia del CONI, che ha di fatto respinto tutti i punti sui quali si basava il ricorso del club bianconero, considerandone alcuni addirittura come inammissibili. L’attesa durerà ora solamente fino al prossimo 22 maggio, quando verrà presentata una nuova richiesta di penalità nei confronti della Juve, che sa bene che il Procuratore Federale Chinè farà di tutto per escluderla dalle prossime coppe europee. La parola “afflittività“ è ormai diventata tristemente nota in tutto il mondo bianconero, dalla società all’ultimo dei tifosi, ma il pool di legali di Madama ha già annunciato che farà di tutto per difendere nuovamente gli interessi della Juventus.

CASO STIPENDI

Qui la situazione rischia di andare ancora di più per le lunghe, visto che si è fermi ancora alla chiusura delle indagini notificata il 12 aprile e alla memoria consegnata dal club lo scorso 27 dello stesso mese. Il solito Chinè sta aspettando di capire come andrà a finire con le plusvalenze, per poi dare o meno un’altra punizione esemplare al club, con l’obiettivo di appesantirla il più possibile. In rialzo le possibilità che la Juventus stessa chieda di patteggiare per chiudere il prima possibile tutta questa storia, che è ormai diventata pesante per i giocatori e per tutto l’ambiente, evitando allo stesso tempo che possa andare a ripercuotersi sulla classifica della prossima stagione. L’obiettivo della società è chiaro: limitare i danni e levarsi il prima possibile di mezzo la vicenda, sapendo che qualcosa verrà inevitabilmente lasciata per strada. E la UEFA? Ceferin, ovviamente, è sempre dietro l’angolo ad aspettare novità, ma prima di fare da sè ed eventualmente escludere uno dei club di maggior blasone dalle coppe europee, vuole attendere ancora qualche tempo le mosse della giustizia sportiva italiana.

L’EX CDA

C’è poi il processo ai danni di 12 persone che componevano l’ex CdA e dello stesso club, per il quale ieri il Gup Marco Picco ha deciso di inviare alla Suprema Corte gli atti del procedimento per definire dove si sia verificato il presunto aggiotaggio. Sulla sede del processo dovrà quindi esprimersi la Cassazione, che sia essa fisica o virtuale: l’accusa spinge perchè il tutto rimanga a Torino, mentre il nutrito pool di legali della Juventus è più propenso a spostarsi a Roma o a Milano, sede quest’ultima della Borsa. Nuova udienza fissata per il 26 ottobre 2023, con il pm Gianoglio che intanto si è detto sereno e fiducioso di quello che accadrà. Rimanendo su questo tema è notizia degli ultimi giorni la volontà dell’ex ad Maurizio Arrivabene di fare ricorso al Tar dopo la confermata inibizione: il suo approdo nel mondo calcistico è infatti avvenuto soltanto nel luglio 2021, ben dopo che si erano consumati i fatti per i quali è stato accusato. Una situazione definita “al limite del ridicolo”, visto che nessuno ha voluto prendere in considerazione le prove che avrebbero spiegato anche le intercettazioni a suo carico.

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