Juve, 2022 da dimenticare. In campo e fuori: cosa non è andato
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Juve, 2022 da dimenticare. Dal campo all’extra campo: cosa non ha funzionato

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Da dimenticare il 2022 della Juve, che ha raramente funzionato sia in campo che fuori: ecco cosa non è andato

Il 2022 è terminato e in casa Juve si guarda al nuovo anno con la speranza che, tra campo ed extra campo, possano essere dodici mesi decisamente migliori di quelli appena trascorsi. Se il non vincere un trofeo per la prima volta dal 2011 ha infatti lasciato l’amaro in bocca, non può non esserci anche un velo di preoccupazione dopo il terremoto societario avvenuto tra novembre e dicembre, che ha portato alle dimissioni dell’intero CdA. Nel mezzo alcune sessioni di mercato non troppo convincenti, ma andiamo con calma.

RISULTATI

Il quarto posto del 2021/22 non è certamente un risultato da buttare, essendo l’obiettivo minimo che la banda di Allegri era chiamata a raggiungere, così come il terzo posto attuale fa guardare con speranza al prossimo futuro, specialmente dopo le buone prestazioni fornite prima della sosta. Ma di contorno c’è stata una Champions che definire disastrosa è dire poco, tra l’uscita con il Villarreal agli ottavi di finale (la terza consecutiva) prima dell’eliminazione ai gironi della nuova stagione, sporcata ulteriormente dall’umiliante debacle di Haifa e la retrocessione in Europa League. La massima competizione europea si dimostra ancora una volta letteralmente stregata per Madama, che ha poi dovuto anche cedere il passo all’Inter, riuscita a prevalere sia in Coppa Italia che in Supercoppa ai tempi supplementari. Non possono questi essere certamente risultati sufficienti per una Juve che ha vinto tra l’altro il primo scontro diretto solamente ad ottobre.

MERCATO

E qui arrivano altre note dolenti. A gennaio la Juve fa i due colpi per la rimonta: Vlahovic e Zakaria. Se il serbo rimane comunque uno dei bomber giovani con maggiori prospettive, nonostante la pubalgia e le tante gare saltate, lo svizzero ha deluso tutti. Il gol all’esordio ha solamente illuso di aver trovato quel giocatore in grado di dare la svolta al centrocampo, ma dopo una decina di presenze l’ex Gladbach è stato dirottato al Chelsea e anche a Londra sta trovando pochissimo spazio, frenato anche lui dai soliti problemi fisici. In estate sono arrivati poi Angel Di Maria e Paul Pogba, le due vere grandi delusioni fin qui. Il primo si è visto giusto una decina di volte con un gol e tanti infortuni, come quelli che hanno condizionato il francese, fermo ai 45 minuti di luglio contro il Chivas. Inevitabilmente i tifosi hanno evidenziato il loro malumore per il poco “attaccamento alla maglia” dei due, motivazione che non ha fatto certamente entrare nei cuori neanche Leandro Paredes, comunque destinato a tornare a Parigi a fine stagione a meno di clamorosi miracoli. L’argentino è stato ben presto scavalcato nelle gerarchie del centrocampo dopo essersi dimostrato lento e impacciato in ben più di un’occasione. Beneficio del dubbio, invece, per Federico Gatti, che ha dovuto fare i conti con il salto dalla B alla A, mostrando di dover limare ancora qualche dettaglio.

LA DIRIGENZA

Viene difficile parlare di Juve negli ultimi tempi senza pensare a quanto successo in una serata di fine novembre. Il terremoto dirigenziale e le dimissioni dell’ex CdA, a partire da Agnelli, hanno scombussolato l’ambiente durante la pausa per il Mondiale. I bianconeri devono ripartire ora da un nuovo assetto societario composto per lo più da avvocati ed esperti di conti, pronti a fare squadra per combattere le prossime battaglie legali che attendono il club. Successivamente verranno i nomi di gente “di campo” come è stata definita, dal nuovo ds (Cherubini appare ormai destinato a salutare) al possibile ritorno di Del Piero, con l’ex capitano che porterebbe oltre alla sua esperienza anche quell’attaccamento ai colori venuto a mancare dopo l’addio di Agnelli. Proprio l’ex presidente ha deluso molti, che solo qualche anno fa sicuramente non si aspettavano un addio del genere dopo i tanti trionfi ottenuti in campo Nazionale e i buoni risultati in campo europeo. Ora è tutto in mano a Scanavino: il nuovo ad dovrà ribaltare completamente una situazione che preoccupa il popolo juventino.

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