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Juve, soldi solo per il mercato made in Italy: Douglas Costa o Bernardeschi?

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La trattativa doppia Douglas Costa-Bernardeschi ripropone un must delle ultime stagioni: la Juve disposta a spendere grandi cifre, ma solo all’interno del mercato italiano

L’anno scorso fu Higuain, quello prima Paulo Dybala. E non ingannino i nomi albicelesti si tratta pur sempre di acquisti “italiani”: 40 milioni al Palermo per la Joya, 90 di clausola rescissoria a De Laurentiis per strappare il Pipita da Napoli. Se bisogna trovare un gap fra la Juve e le altre grandi d’Europa in questo ambito c’è di sicuro tanto terreno fertile. Perchè per un Bayern Monaco che spende 40 miloni per Tolisso c’è una Juve che temporeggia sul fronte N’Zonzi e guarda prima di tutto alle alternative del supermarket made in Italy.

La Serie A è stata un questi ultimi anni il terreno di caccia preferito di Marotta e Paratici. Con ottimi risultati per altro. La scorsa stagione il grosso degli investimenti fu per Higuain-Pjanic (123 milioni totali) a fronte di una spesa sul mercato estero di “solo” 40,8 milioni per quattro giocatori. La parte più elevata (23 milioni) alla Dinamo Zagabria per Marko Pjaca, per il resto si tratta di riscatti (Lemina, Cuadrado, Benatia).

Calciomercato, no a Draxler, Witsel e Matuidi: negli ultimi anni la Juve ha sempre speso poco sul mercato estero, l’ultimo “colpo” secco fu Mario Mandzukic

La difficoltà (o scelta) dei bianconeri di non investire tanto in altri mercati permane. Vedi i recenti casi Witsel  e Matuidi (2017) o Draxler (2016). I tifosi di augurano che Douglas Costa non sia il prossima nome sulla lista dei “colpi mancati”. Anche se c’è da dire che le trattative per lui e Bernardeschi corrono su linee parallele e l’intenzione in Corso Galileo Ferraris è di prendere entrambi, ma la tendenza “made in Italy” resta.

La Juve ha così un flusso di denaro verso la Liga, la Premier, la Bundesliga e la Ligue 1 molto basso rispetto ad altri club. E anzi molto di più in uscita (vedi Pogba, Vidal e Coman) che in entrata. Le ultime trattative secche (senza prestiti) andate a buon segno sono state quella di Mandzukic (21 milioni all’Atletico) e Alex Sandro (26 milioni al Porto). Se no prestiti con riscatto (Benatia e Cuadrado) o parametri zero (Dani Alves). In Italia invece è tutta un’altra storia.

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