La Juve del futuro adesso: quando il calcio è azienda
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La Juve del futuro adesso: quando il calcio è azienda

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L’intuizione di Andrea Agnelli: fuori Maurizio Sarri, dentro subito Andrea Pirlo, una creatura esclusiva targata «Juventus»

Andrea Pirlo è il nome di Andrea Agnelli. Un’intuizione del numero uno della Juventus che durante il suo periodo di presidenza ha sempre affrontato con lungimiranza il cambiamento. Da «decisionista» come lo definì Massimiliano Allegri nella sua ultima conferenza stampa. Un’idea precisa, da manager navigato che sa rischiare quand’è il momento di farlo. «Bisogna cambiare prima che si è costretti a farlo» è l’indirizzo assoluto che resta sempre presente nelle analisi a breve, medio e lungo termine.

E allora fuori Maurizio Sarri che non è riuscito a far scattare la scintilla una volta entrato a contatto con il mondo bianconero, dove le convinzioni calciofile devono necessariamente aprirsi alle logiche aziendali; e dentro Andrea Pirlo, già designato come potenziale erede di Sarri, e che era pronto a cominciare dall’Under 23 per dare forma a quelle idee di calcio che ha da tempo condiviso con gli uomini della Continassa, convinti non per caso di ritrovarsi di fronte a un «predestinato».

Andrea Pirlo oggi è «Juventus»

I modelli sono Guardiola e Zidane, e tali restano. L’idea del presidente è ancora più ambiziosa: punta a costruire in casa una creatura autentica, esclusiva, con una personalità forte che acquisisca valore attraverso i fatti (gestione, gioco e risultati) e non a parole (e alibi), con il marchio della casa: Juventus. Un film già visto per certi versi, con le scelte di Conte e Allegri, in momenti e situazioni diverse: il manager bravo è quello che sa fare la scelta giusta per un determinato contesto in un determinato momento storico. Oggi, in una Juve che guarda al mondo, giunge un campione del mondo che ha visione, ambizione e la juventinità con la quale l’azienda vuole proporsi all’esterno: ecco, Andrea Pirlo oggi è «Juventus».

L’Under 23 a un campione del mondo

Il club non aveva affidato l’Under 23 a un nome, ma ad una precisa idea di futuro. Pirlo ha studiato sin dalle prime luci il progetto delle Seconde Squadre, seguendo il percorso di crescita dei singoli e analizzando l’evoluzione di squadra. Nell’ultima stagione, inoltre, non ha perso neanche una partita della Primavera: sempre presente a Vinovo, alla ricerca di informazioni utili per affinare la propria conoscenza, nella nuova visione di allenatore. Il dopo Pirlo non potrà che essere rappresentata da un’altra grande guida tecnica di grande prospettiva, preferibilmente già conoscitore del dna juventino.

Quei talenti che hanno conquistato la Youth League

Anche perché la nuova stagione accoglierà giocatori che hanno già conquistato la scena europea grazie alla qualificazione agli ottavi di finale di Youth League, di scena il 16 agosto a Nyon contro il Real Madrid. Ci sono tanti talenti pronti sul trampolino di lancio, pronti a volare verso obiettivi ambiziosi.

Juventus Youth sull’onda della continuità

Il tutto grazie a un lavoro di continuità che fonda le radici già nelle squadre Juventus Youth. L’attività stagionale su questo fronte è già cominciata, anche se momentaneamente con allenamenti individuali. La grande novità riguarda gli allenatori: Bonatti ha seguito il gruppo 2004 in Under 17, così da dare seguito al lavoro svolto durante il primo anno e poi interrotto a causa dell’emergenza Coronavirus. Pedone, invece, ha preso in mano il gruppo 2005, già plasmato in Under 15 già Grabbi, che farà lo stesso lavoro nella nuova stagione con i tanti talentini 2006 pescati in giro per l’Italia. Già, duemilasei: che solo a pronunciarlo riporta agli occhi le immagini di Pirlo e tutti gli altri in azzurro, in quell’Italia campione del mondo.

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