Juve Inter, da Max contro Simone al riscatto di Dybala: Derby mai banale
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Juve Inter, da Max contro Simone al riscatto di Dybala: Derby d’Italia mai banale

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Juve Inter, dalla spregiudicatezza di Max all’incognita Dybala: il Derby d’Italia allo Stadium si annuncia pieno di sorprese

E’ il giorno di Juve-Inter, quel Derby d’Italia che mette di fronte due squadre la cui rivalità, nel corso degli ultimi decenni, è andata via via crescendo. Da Calciopoli alla ritrovata sfida per l’alta classifica degli ultimi anni, tra bianconeri e nerazzurri non è mai un incrocio banale, anche ora che le due squadre appaiono lontane dalla possibilità di sollevare lo scudetto a fine anno. La formazione di Allegri, ancor più di quella di Inzaghi, potrà contare su meno pressioni derivanti da questa sfida, visto che ormai da mesi, a meno di clamorosi ribaltoni, il tricolore appare ormai quasi irraggiungibile, a differenza di quel quarto posto che verrebbe praticamente blindato in caso di successo.

Forse anche per questo Max, solitamente più pragmatico e meno spregiudicato di molti suoi colleghi, appare orientato a puntare sul 4-2-3-1. Un modulo che in passato (2016/17) regalò tante soddisfazioni al popolo bianconero, che con il passaggio ai quattro giocatori offensivi tutti in campo vide svoltare una stagione apparentemente senza squilli. Tra i protagonisti di quello schieramento in campo c’era sicuramente Mario Mandzukic, trasformato da centravanti in esterno a tutto campo con licenza di difendere e poi andare a segno. Il croato, almeno per grinta e carattere, difficilmente potrà essere rimpiazzato da Alvaro Morata, ma lo spagnolo ha dimostrato di avere tutte le qualità per poter giocare sulla fascia, dove si trova più libero e meno ingabbiato dall’obbligo di dover andare a segno. Un compito quello che spetterà a Dusan Vlahovic, ma anche al tanto chiacchierato Paulo Dybala.

L’argentino è giunto alle sue ultime partite con la Vecchia Signora, dopo la decisione della società di non rinnovargli il contratto in scadenza il prossimo giugno. Nel 2017, col passaggio al 4-2-3-1 contro la Lazio (allenata allora da Inzaghi, che casualità), l’argentino tornò a brillare di luce propria sul terreno di gioco, dopo una prima parte di stagione in appannamento. Stesso discorso potrebbe essere applicato al presente: la Joya ha si offerto prestazioni di livello durante questa annata, ma viene ricordato più spesso per gli infortuni che lo hanno tenuto lontano dai compagni per lungo tempo. Altro motivo, questo, oggetto di discussioni da parte dell’ad Arrivabene, tra i fautori del mancato prolungamento. Il numero 10, così come il resto della Juve, ha l’occasione stasera di riscattarsi e far ricredere molti critici, che puntano il dito verso una Juve che non ha ancora vinto uno scontro diretto con le tre che la precedono.

E poi c’è in gioco il futuro. Che sia in nerazzurro (Marotta osserva con attenzione in attesa di una rivincita sulla sua ex squadra) o lontano dall’Italia (Atletico e club di Premier all’orizzonte), l’ex Picciriddu ha l’occasione di mettersi in mostra in una sfida che l’ha visto spesso protagonista in passato, dalla gara d’andata in cui realizzò il definitivo 1-1 fino a quell’8 marzo 2020, ultima gara prima del triste lockdown che vide coinvolto il nostro Paese. Il talento sudamericano realizzò la rete del 2-0 saltando mezza difesa interista e regalando un pezzo di scudetto a Maurizio Sarri, che poi sarà anche l’ultimo dei nove anni sul trono d’Italia. Da Juve-Inter a Juve-Inter, quella dello Stadium sarà anche la prima gara con il 100% della capienza per la prima volta dopo due anni. E per una sfida simile, il sostegno dei tifosi, il classico dodicesimo uomo, potrà dare la spinta decisiva per portare a casa tre punti fondamentali.

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