Juve Napoli e l'essere capaci di camminare sul filo
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Juve Napoli e l’essere capaci di camminare sul filo

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Juve Napoli e l’essere capaci di camminare sul filo. L’analisi di Paolo Rossi sulla sconfitta dei bianconeri allo Stadium

Perdonate le autocitazioni presenti nel pezzo. Servono solo per ricostruire non il significato di JuventusNapoli, che francamente non è facilmente decifrabile. E dico questo alla luce – per l’appunto – di ciò che ho scritto prima dell’incontro in un tweet. Che rappresentava la lente con la quale avrei guardato la partita: «Dopo il 5-1 dell’andata oggi c’è in gioco la filosofia di Allegri più dei 3 punti. Dimostrare che il suo gioco può funzionare contro una squadra che è stata migliore di noi in tutto. Solo così si può acquistare convinzione per gli incontri che poi conteranno davvero».
Perdonatemi ancora, lo voglio spiegare bene questo pensiero e lo faccio per punti.
1) Si può davvero dire che ci sono messaggi interni a una partita che non siano innanzitutto i 3 punti? Purtroppo, nel nostro caso e specificamente nel caso di Juventus-Napoli, sì. Per le note ragioni di provvisorietà della nostra classifica, che proprio in questo weekend ha generato (finalmente, con colpevole ritardo) la riflessione degli altri mister impegnati nella lotta per un posto in Champions. Sia Sarri che Inzaghi, per citare quelli che ho sentito, hanno parlato esplicitamente di «campionato falsato» per tutti vista l’incredibile situazione che ci sta affliggendo (verbo, ovviamente, non casuale, eventualmente prendetelo come l’unica cosa giusta del pezzo). Se si aggiunge il margine cospicuo di vantaggio del Napoli, purtroppo le ragioni che rendono un match realmente vibrante erano davvero molto scarse. Senza con questo voler togliere nulla ai nostri avversari, che sono scesi in campo per avvicinare ancora di più la data della festa e per volume di gioco hanno fatto quel che dovevano per riuscirci.
2) Ricordarsi del 5-1. Quella disfatta non fu il frutto di una serata storta, ma il punto terminale – o, se volete, la sintesi più estrema – della differenza abissale tra il Napoli che stava facendo la gara della vita e la Juventus che in molti momenti era stata sul punto di naufragare. Stasera si è visto che il gap esiste ancora ma non in quelle proporzioni. É stato fatto un percorso, certamente non esaltante ma costruttivo, per il quale in qualche maniera si arriva anche a poter vincere la partita (il gol annullato a Di Maria e più in generale alcune accensioni finali) e si finisce per perderla per un errore abissale nei minuti di recupero.
3) Cos’è la filosofia di Allegri è difficile definirla, ognuno ne ha una versione a seconda di quanto lo denigri o lo apprezzi. Riassumendola in maniera sommaria, è l’essere realisti, concreti, applicati per arrivare alla meta pur conoscendo i propri limiti. Lo dico e scrivo spesso: se qualcuno si aspetta che per incanto questa Juve si trasformi, rischia di trascorrere il tempo senza mai essere soddisfatto. Fatto salvo che ogni posizione ha sempre una ragione d’essere, per me è più produttivo capire se oggi questa modalità ci può portare a qualche buon risultato, che intanto significa la conquista delle due finali. Ecco, se una parziale risposta doveva arrivare dalla gara con i futuri campioni d’Italia, è che la Juventus di Allegri viaggi sempre sul filo e questo sarà fino all’ultima partita. Si può restare miracolosamente in equilibrio anche quando magari meriteremmo di precipitare come negli ultimi istanti affannosi di Lisbona; si finisce a terra come in Juve-Napoli quando sembra che al contrario tu stai crescendo perché Di Maria e Chiesa riescono a far salire di livello anche gli altri. Questo è il nostro presente e sarà il nostro futuro immediato. Altro non vedo, se non il rischio di farci prendere dai nervi e smarrirci ancora di più convinti che ogni volta c’è un episodio in più a nostro danno. Se nello spogliatoio – non a fine gara, ci mancherebbe, ma nei giorni successivi – non si parlerà di arbitri e Var, sarà un passo in più per andare avanti senza guardare giù e sentirsi trascinati a terra da tutto e tutti.

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