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Juventus, analisi del playoff contro il PSV   

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In un colpo solo, per via della formula playoff, sono fuori dalla Champions tutte le italiane coinvolte in questa fase. Dopo il Bologna, eliminato al termine del girone unico, estromesse anche Milan, Atalanta e, soprattutto, Juventus. L’unica italiana rimasta è l’Inter, nel gruppo delle squadre con ottime chance di vittoria secondo le quote sulla vincente della Champions League. Avere solo un club ancora in corsa non fa bene al calcio nostrano, specialmente pensando al ranking della Serie A in vista di un possibile posto aggiuntivo per la qualificazione all’edizione 2025/2026. L’eliminazione della Juve è quella più clamorosa, soprattutto in virtù del risultato favorevole dell’andata a Torino. Ai bianconeri salta così il secondo dei tre obiettivi stagionali fissati dal piano economico del club.

PSV-Juventus, cosa non ha funzionato

“Fa male, ma rifarei tutto”. Thiago Motta ha provato a spiegare l’eliminazione di Champions contro gli olandesi sul piano delle motivazioni. “Dopo il nostro pari hanno spinto con più forza e sono stati superiori”. In sostanza, la squadra ha dato il massimo e il tecnico bianconero non ha da recriminare più di tanto sul piano della prestazione. Il PSV era assolutamente alla portata del collettivo di Motta, ma le partite si giocano sempre contro un avversario. E stavolta, al Philips Stadion, si è dimostrato superiore. “I cambi sono stati forzati: Koop aveva la febbre. Cambiaso e Veiga ho dovuto toglierli”. In ogni caso, trovare giustificazioni resta difficile. L’obiettivo minimo stagionale, quello di Coppa, è diventato il primo grande fallimento stagionale.

Per Fabio Capello è un problema endemico del calcio italiano. La Serie A è ancora troppo indietro rispetto al modello europeo. Nello specifico, l’ex tecnico di Milan e Real, punta il dito su due aspetti. “Juve senza ritmo e cambi troppo lenti”. Ma l’eliminazione dalla Coppa Italia contro l’Empoli evidenzia un aspetto che potrebbe riguardare anche la prematura uscita dalla Champions. In questa squadra, troppi atleti hanno l’abitudine di “Pretendere senza dare niente”. è probabile quindi che l’eliminazione di mercoledì sera abbia portato a galla definitivamente un problema di mentalità nello spogliatoio bianconero.

Motta in bilico per il prossimo anno?

Sfumati gli 11 milioni per il passaggio del turno in Champions, resta da capire quale potrebbe essere il futuro del tecnico bianconero a partire dalla prossima stagione. Thiago Motta, fortemente voluto da Giuntoli a inizio campionato, ha ricevuto finora l’appoggio incondizionato della società, in particolar modo da John Elkann che in più occasioni si è presentato alla Continassa per mostrare fiducia all’ex Bologna, che proprio con i felsinei aveva dimostrato di saper impostare un gioco nuovo e propositivo, oltre a riuscire a valorizzare i talenti emergenti del club rossoblù.

A Torino è tutto da rifare. Il suo futuro sembra in discussione, ma per adesso i vertici della Vecchia Signora non  mostrano segnali di impazienza.  Il tecnico ha il pieno sostegno di Giuntoli. Il progetto triennale gli concede il tempo necessario per ricostruire. In ogni caso, sulle spalle di Motta, pesano gli obiettivi falliti e i progressi parziali sul piano del gioco. Ma anche la discontinuità della squadra, troppo fragile dal punto di vista mentale. Il contratto da 4,5 milioni a stagione che lo lega ai bianconeri fino al 30 giugno 2027 non è ancora in discussione, ma adesso entrano in gioco i traguardi sportivi da raggiungere nel futuro prossimo.

Obiettivo minimo quarto posto               

Il piazzamento in Champions resta l’unico da centrare in questa stagione disastrosa. Eliminata ogni gara infrasettimanale, la Juventus potrà sfruttare la freschezza del collettivo, al netto dei vari infortuni che continuano ciclicamente a riempire l’infermeria. Da qui alla fine, il calendario dei bianconeri non è impossibile. Le sfide di cartello contro Atalanta, Fiorentina, Roma, Bologna e Lazio (tutte fuori casa), si alterneranno ai match contro Genoa, Lecce, Parma, Monza, Udinese e Venezia. Obiettivo minimo: 20 punti per arrivare a 69. Quelli che consentirono alla Dea, nello scorso campionato, di centrare il quarto posto. Ammesso che la media resti la stessa.

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