Conferme, rilanci, giovani: come sarà la prima Juventus post sosta
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Tra conferme, rilanci e giovani: come sarà la prima Juventus post sosta

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Tra conferme, rilanci e giovani: come sarà la prima Juventus post sosta, impegnata domani nell’amichevole contro l’Arsenal

Senza i reduci dal Mondiale, senza i tanti infortunati: la prima Juventus post sosta mette subito Massimiliano Allegri nelle condizioni di dover sperimentare, creare, un assetto mixato tra giovani e big per affrontare l’Arsenal, all’Emirates Stadium. Prima amichevole per i bianconeri in preparazione a quello che sarà il ritorno in campo ufficiale, il 4 gennaio in casa della Cremonese. Le defezioni sono tante: Chiesa (affaticamento all’adduttore), Vlahovic (fastidio pubalgico), Bonucci (infiammazione del tendine dell’adduttore), Cuadrado (fastidio al ginocchio destro), Pogba e De Sciglio, che stanno completando il percorso di recupero dai rispettivi infortuni, oltre a McKennie e Kostic, appena rientrati a Torino dopo il Mondiale. Tra conferme, rilanci e giovani: come sarà la prima Juventus di Allegri.

Conferme

Una Juventus che può comunque contare su uno zoccolo duro di certezze per la sfida ai Gunners. A cominciare dalla porta dove, con l’assenza di Szczesny (tornerà nelle prossime ore a Torino dopo il Mondiale), la difesa dei pali sarà affidata a Mattia Perin. Un déjà-vu di quanto successo nella prima parte di stagione, dato che lo stop per infortunio del polacco ha permesso a Perin di trovare continuità, di minutaggio e prestazioni: 9 presenze tra campionato e Champions, 8 gol subiti e 4 clean sheet. Pronosticabile la staffetta con Pinsoglio nel corso dei 90′. Poi Federico Gatti, al centro della difesa. L’ex Frosinone ha vissuto una prima fase di adattamento, alternando campo e panchina al suo primo anno in Serie A. Più convincente, solido, maturo nelle ultime uscite stagionali. Motivo per il quale il difensore viaggia verso la permanenza a Torino anche a gennaio, con un possibile ruolo da protagonista da ritagliarsi nella seconda parte di stagione. Al momento, infatti, il club bianconero non valuta il prestito del centrale nel calciomercato invernale, nonostante siano arrivate alcune richieste. Il trio a centrocampo, poi, è consolidato: Locatelli-Fagioli-Miretti. 1998, 2001, 2003: la carta d’identità inorgoglisce club, tifosi e soprattutto Allegri, che ha saputo aspettare il momento giusto per lanciare gli ultimi due, fino a farli diventare parte ormai fondamentale per le rotazioni a centrocampo. I gol, decisivi, di Fagioli contro Lecce e Inter sono la testimonianza. E proprio i gol sono la benzina di Moise Kean: ben 5 nelle ultime 5 uscite contro Benfica, Empoli, Verona e Lazio (doppietta). Il classe 2000 ha ritrovato la condizione, fisica e mentale, dopo un inizio in salita. Il riscatto obbligatorio dall’Everton per 28 milioni di euro (più altri 3 di bonus in caso di ulteriori obiettivi sportivi) a fine stagione è quasi una formalità, ma se dovesse confermare questo trend positivo anche nel 2023 si giocherebbe una fiche importante per la permanenza a Torino in estate.

In cerca di rilancio

Partiamo da una novità: il ritorno di Samuel Iling-Junior. L’esterno inglese è tornato nella lista di Massimiliano Allegri, a distanza di un mese e mezzo dall’ultima volta (29 ottobre contro il Lecce). Proprio in quell’occasione, il classe 2003 ha rimediato un infortunio alla caviglia, saltando così le ultime gare di campionato. Impatto importante per Iling con la prima squadra, sia al Da Luz contro il Benfica, sia contro il Lecce. Perché rilancio, perché dopo lo stop ci si aspetta che l’ex Chelsea riesca a confermare quanto di buono ha fatto vedere nelle istantanee precedenti, con il ruolo di vice Kostic che lo accompagnerà ancora da gennaio in poi. Discorso analogo per Marley Aké, anche se per l’ex Marsiglia i tempi di recupero sono stati molto più lunghi. Out dall’1 agosto per la frattura composta del terzo distale del perone di destra, la stagione del francese non è mai cominciata. Chi vuol ritagliarsi uno spazio da protagonista è Matias Soulé, il cui minutaggio è stato centellinato da Allegri nella prima parte di campionato (8 gettoni). L’argentino si è messo in mostra in questi allenamenti, mandando nuovi segnali al suo allenatore. Due strade da gennaio: la permanenza, per crescere ancora sotto l’ala di Di Maria e apprendere il più possibile dai tanti big a Torino, oppure un prestito (magari negli ultimi giorni di mercato) per trovare continuità in Serie A. Anche il bottino di Rugani fino a questo momento è stato povero di apparizioni: solo 3 da inizio anno, per un totale di 259′. Il difensore è scivolato dietro nelle gerarchie di Allegri, ma gode comunque della fiducia del suo allenatore. A meno che a gennaio non arrivino offerte…

Giovani (tanti)

Gli occhi della Juventus nel settore giovanile. 6 giocatori sono saliti dalla Juventus Next Gen, impegnata domani pomeriggio contro la Virtus Verona al Moccagatta. Due difensori: Alessandro Pio Riccio e Tommaso Barbieri. Centrale classe 2002 il primo, dotato di una grande intelligenza tattica, senso della posizione e abilità in marcatura. Al secondo anno in Seconda squadra, Riccio è la costante della retroguardia di Brambilla (e la fascia da capitano, già indossata in stagione, è il giusto premio). Barbieri ha già avuto modo di esordire in prima squadra quest’anno, alla quarta convocazione: una manciata di minuti nel KO per 2-1 in Champions League contro il Psg. Terzino destro, adattabile all’occorrenza anche a sinistra: bravo nelle due fasi, copertura più spinta. Lui come Enzo Barrenechea, che ha debuttato con Allegri contro il Paris all’Allianz Stadium. Regista fisico, muscoli e fantasia: un mix micidiale. Caratteristiche che si sposano bene nel centrocampo di Brambilla con gli altri due giocatori convocati nel reparto: Emanuele Zuelli e Michele Besaggio. Più difensivo, di equilibrio il primo, con una spiccata dote negli inserimenti in area senza palla; più offensivo, frizzante nella metà campo avversaria il secondo. Piede educato, sempre un pericolo da palla inattiva. E infine Leonardo Cerri, classe 2003. 198 cm di altezza, forza fisica, spessore: ha trovato di recente il suo primo gol in stagione, alla prima presenza da titolare, in Coppa Italia contro il Padova. Ed è stato un gol pesantissimo, che ha permesso alla Juve di staccare un biglietto per la semifinale.

La prima squadra ha potuto attingere anche dal bacino della Juve Primavera, al momento ferma fino a gennaio. Cinque talenti da tenere d’occhio, partendo dal portiere Jakub Vinarcik. Estremo difensore dalla grande fisicità ma anche dal grande carattere, bravo nelle uscite alte ma non solo: arrivato lo scorso anno in Under 17 dal Kosice, il classe 2005 è tra i sotto età dell’Under 19 di Montero in questa stagione. Lui come Dean Huijsen e Nonge Boende: il primo è un difensore centrale, il secondo è un centrocampista, eletto da Montero a ‘nuovo Davids’. La prima tappa di Huijsen è stata l’Under 17, lo scorso anno, mentre da questa stagione è un punto fisso della Primavera. Anche Nonge, arrivato dall’Anderlecht nell’estate del 2021: mezz’ala fisica, di strappo, bravo a recuperare palla e dar via subito all’azione. Altri due talenti chiudono la lista: Jonas Rouhi in difesa e Samuel Mbangula in attacco. Rouhi è un terzino sinistro dal mancino educato, con spiccate doti in fase offensiva. Sovrapposizioni, cross. Mbangula agisce sia da esterno d’attacco nel tridente offensivo sia da prima punta in un attacco a due: rapido, imprevedibile, dotato di un gran tiro, il classe 2004 ha di recente ricevuto i consigli di un certo Pogba in allenamento… Non è da tutti.

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