LAVAGNA TATTICA - Dybala cambia la Juve (anche se non basta)
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LAVAGNA TATTICA – Brutti 60′, poi Dybala cambia la Juve (anche se non basta)

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L’ingresso di Dybala ha dato molta più imprevedibilità a una Juve pessima fino a quel momento. I bianconeri sono cresciuti grazie alla Joya

Inter-Juve è stata una gara bruttina, che ha mostrato molti problemi che Allegri deve risolvere. Nelle precedenti partite, la Juventus era riuscita a segnare abbastanza presto e a fare il tipo di gara che voleva. Ossia, aspettare in basso gli avversari e fare prolungate fasi di attesa. E nei primissimi minuti di Inter-Juve il canovaccio è stato proprio questo, con i bianconeri che hanno rinunciato a contendere il possesso in alto ai nerazzurri. A differenza delle altre volte, la gara è stata però stata sbloccata dagli avversari. La Juventus è stata quindi costretta a dover rincorrere e, nel farlo, ha manifestato tante difficoltà.

La produzione offensiva della Juve, che ricordiamo avere  giocato sotto più di un’ora di partita è stata davvero troppo bassa. L’area di rigore era spesso vuota, con McKennie poco incisivo negli inserimenti. Bentancur è entrato malissimo in partita non supportando Locatelli (poco nel vivo del gioco l’ex Sassuolo), mentre Cuadrado e Sandro erano tanto fermi quanto imprecisi tecnicamente. Inoltre, Danilo era troppo bloccato, raramente si sganciava in avanti per dare soluzioni di passaggio. La Juve faticava così a stanziarsi nella metà campo rivale e ad innescare i propri giocatori offensivi. Il 3-5-2 bianconero era troppo piatto e statico contro un’Inter per cui era davvero troppo semplice chiudere gli spazi.

Vediamo due dei molti esempi nella slide sopra. Nella prima, senza soluzioni di passaggio sul breve, Alex Sandro lancia in modo pigro verso Morata e Kulusevski che però sono circondati da maglie avversarie. Nella seconda azione, il 3-5-2 bianconero è piatto, con i giocatori troppo statici: basti vedere la posizione di Kulusevski e Morata, orizzontali e vicini senza che nessuno venga incontro.

Fino al 65′, ossia l’ingresso di Dybala e Chiesa, la Juve aveva creato la miseria di 0.47 Expected Goals. Lo spartiacque è stato l’impatto di Dybala. Con lui in campo, la Juventus è migliorata molto (seppur in mezzo a tanti problemi). Ha avuto più qualità tra le linee, con più verticalizzazioni centrali e una occupazione più efficace degli spazi interni. La palla girava meglio da un lato all’altro del campo e abbiamo visto più imbucate tra le linee. Dava vantaggi alla squadra anche quando non entrava direttamente in controllo del pallone, attirando gli avversari su di sé. Si creavano così spazi, con le mezzali hanno anche attaccato meglio l’area di rigore.

Nelle slide sopra, per esempio, viene incontro e porta fuori posizione Bastoni, con Bentancur che può attaccare lo spazio creatosi. I bianconeri finalmente avevano potenziali varchi da sfruttare.

La Joya si muoveva intelligentemente, soprattutto sul centro-destra, aiutando la rifinitura della squadra. Con lui in campo, finalmente la Juventus ha avuto un catalizzatore del possesso, che chiedeva tanti palloni su di sé e dava ordine all’intera manovra offensiva. Di conseguenza, anche i compagni occupavano meglio il campo.

Qui Dybala si defila sulla destra, alla sinistra di Gagliardini. Col mancino serve Bentancur, che poi serve McKennie il quale allarga il gioco a sinistra per un Alex Sandro che in ampiezza ha tanto campo. Finalmente, la palla gira rapida e con pochi passaggi la Juve riesce a muovere la struttura difensiva nerazzurra (prima poco sollecitata).

Anche se Alex Sandro non è stato molto incisivo negli ultimi metri, il migliorato gioco interno (grazie a Dybala) ha consentito ai bianconeri di sfruttare meglio le corsie esterne. La Juve palleggiava meglio centralmente: stringeva l’Inter per poi allargare il gioco in fascia, dove gli esterni avevano più spazio.

Sopra vediamo un esempio. Chiellini verticalizza per Morata, che di prima serve McKennie a rimorchio: il texano allarga subito il campo per Alex Sandro, sul cui cross l’area è riempita bene (da notare la posizione avanzatissima di Locatelli).

Alla fine, l’ingenuità di Dumfries ha consentito alla Juventus di pareggiare una partita molto complicata. I bianconeri non sono ancora sufficientemente brillanti in fase di possesso, con le parole di Dybala che sintetizzano bene tutto: “Dobbiamo migliorare nella fase offensiva, se giochiamo sempre per vincere 1-0, quando subiremo gol non ci basterà.” Come ha detto Allegri, la priorità era ripartire dalle basi e ritrovare solidità difensiva,  ma la Juve non sarà mai una squadra realizzata fino a quando non riuscirà a essere più dominante e pulita con il pallone. Di certo, questa partita conferma come Dybala sia totalmente imprescindibile nel dare imprevedibilità ai bianconeri. C’è una Juve con Dybala in campo e una Juve senza la Joya. Il suo ingresso ha dato più fluidità a una manovra fino a quel momento piena di problemi. Il suo rientro è la migliore notizia possibile per Allegri.

 

 

 

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