Allegri inverte Bentancur e Rabiot, ma l'uruguagio soffre - ANALISI
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LAVAGNA TATTICA – Allegri inverte Bentancur e Rabiot, ma l’uruguagio soffre molto

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Bentancur ha sofferto molto in Juve Malmoe. Allegri gli ha dato compiti offe nsivi che però lo hanno messo in imbarazzo

L’urlo di gioia dell’Allianz Stadium di ieri sera non è arrivato per una giocata della Juve, bensì per il 3-3 dello Zenit contro il Chelsea, che ha dato ai bianconeri la testa del girone. La partita contro il Malmoe è stata piuttosto povera di emozioni, soprattutto in un secondo tempo dove i bianconeri hanno abbassato ulteriormente i ritmi.

Contro un Malmoe molto più coperto e attendista rispetto al match di andata, Allegri ha optato per un 4-3-3 atipico con diverse sorprese tattiche. De Winter ha esordito come terzino destro, mentre Bentancur e Rabiot giocavano a piede invertito. Bernardeschi agiva largo a destra mentre Dybala era il solito tuttocampista. Lo scopo, probabilmente, era quello di sovraccaricare a destra per poi colpire a sinistra. C’era infatti diversità di compiti tra il francese e l’uruguagio. Rabiot, più vicino ad Arthur, partecipava di più alla costruzione e al palleggio, mentre Bentancur si buttava maggiormente dentro e faceva da incursore. Schierando Rabiot sul centro-destra, forse Allegri voleva permettere all’ex PSG di giocare sul lungo.

Questa mossa non ha però dato i frutti sperati. Bentancur ha anzi dimostrato i suoi enormi limiti tecnici in zona di rifinitura, con gesti tecnici problematici: passaggi sbagliati e controlli imprecisi. Non ha dato quindi vantaggi negli ultimi metri, con anzi la manovra che si bloccava spesso. Tra i molti errori, viene in mente un contropiede dilapidato, con il passaggio troppo lungo per Kean.

Qui la Juve trova Bentancur tra le linee ma il sudamericano sbaglia malamente il controllo.

Dybala a parte, mancava tanta qualità nella trequarti avversaria. Gli spazi non erano riempiti sempre nel migliore dei modi. A volte Bentancur si apriva con Alex Sandro che entrava dentro al campo, ma queste rotazioni non davano frutti. Mancava sia rapidità nel giro palla che incisività nell’attaccare gli spazi.

La slide sopra ne è un esempio. La trequarti è occupata malissimo: le due punte vicinissime e le mezzali invece dietro la linea della palla. Per il Malmoe è semplice recuperare palla.

Con ancora meno qualità del solito in campo, il ruolo di Dybala è stato piuttosto importante. La Joya forse ha inciso poco negli ultimi metri e non si ricordano giocate risolutive in avanti, ma con lui in campo perlomeno la manovra progrediva. C’era un giocatore che con i suoi smarcamenti dava soluzioni di passaggio alla squadra e connetteva i diversi reparti. Anche se mancava pericolosità, per lo meno grazie a Dybala la Juve riusciva a schiacciare gli avversari.

Due esempi dell’importanza di Dybala: nella prima viene incontro con Rabiot che attacca gli spazi. Nella seconda, si trova addirittura vicino ad Arthur: prova a servire Bernardeschi che attacca lo spazio ma il passaggio è leggermente lungo. Insomma, fin quando era in campo, l’argentino era determinante nel catalizzare il possesso.

La situazione è ulteriormente peggiorata nella ripresa dopo l’uscita di Dybala. La Juventus ha perso fluidità di manovra, con reparti più lontani e più difficoltà nel connettere i giocatori. Morata, in coppia con Kean, ha sofferto parecchio. Lo spagnolo si trova in uno stato piscio-fisico non certo buono: è quindi parso discutibile chiedergli un lavoro di cucitura non proprio nelle sue corde in questo momento. Morata ha perso palloni a profusione e sbagliato molto in zona gol. Per disegnare meglio la squadra, Allegri è passato al 4-3-1-2 con Bernardeschi trequartista. La Juve ha usufruito di qualche buona ricezione centrale, ma l’ex Fiorentina non sempre è stato preciso negli ultimi metri. In ogni caso, sono comunque arrivate occasioni, che però Morata e Kean hanno vanificato.

Con Cuadrado dal primo minuto e il probabile recupero di McKennie, si spera che con il Venezia la situazione migliori. In ogni caso, una partita bruttina lascia la Juventus con il primo posto del girone, traguardo tutt’altro che scontato a inizio stagione.

 

 

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