LAVAGNA TATTICA - Juve Lazio: Morata e Rabiot bucano i biancocelesti
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LAVAGNA TATTICA – Juve Lazio: Morata e Rabiot bucano i biancocelesti

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Morata e Rabiot sono stati tra i principali protagonisti di Juve-Lazio. Oltre ai gol, i loro movimenti hanno perforato il sistema difensivo di Inzaghi

Un avvio difficile

Come abbiamo scritto, Juve-Lazio è stata una partita caratterizzata da tanta discontinuità nei primi 45′. Per quasi 25′, i biancocelesti hanno sfondato in continuazione per vie centrali, banchettando negli spazi tra le linee concessi dai padroni di casa. Come era prevedibile, Danilo (schierato nell’insolita posizione di mediano) e Rabiot hanno sofferto moltissimo senza palla, facendosi sovente infilare alle spalle. La Juve ha patito in particolare le ricezioni centrali di Correa e i movimenti di Luis Alberto nel mezzo-spazio sinistro: c’era la sensazione che la Lazio potesse arrivare in porta su ogni azione.

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La situazione è però notevolmente migliorata con il passare dei minuti. I bianconeri sono cresciuti di intensità, con la Lazio che ha faticato ad uscire dalla propria trequarti: tant’è che Inzaghi si è lamentato della passività dimostrata dai propri giocatori.

Centrocampo inedito

Con il centrocampo in emergenza, Pirlo si è dovuto inventare la formazione. Alla fine, la Juventus è scesa in campo con un 4-2-3-1 molto sperimentale: le novità più eclatanti sono state Bernardeschi terzino e Rabiot-Danilo in mezzo al campo. Abbiamo scritto molte volte di come il terzino brasiliano sembri spesso un centrocampista, tanto nella tecnica quanto nelle posizioni strette che è solito ricoprire. Ebbene, contro la Lazio ha agito davanti alla difesa in entrambe le fasi.

Sarebbe però limitante sintetizzare la Juve vista ieri con i numeri, visto che la squadra era molto mobile e flessibile. Basti pensare a Rabiot: quando i bianconeri impostavano nella propria trequarti, il francese era piuttosto bloccato per supportare Danilo. Quando invece la Juve consolidava il possesso nella metà campo rivale, l’ex Psg diventava praticamente una mezzala. Si sganciava in avanti e riempiva la trequarti insieme a Ramsey, mentre Danilo restava più bloccato a protezione della difesa. Tant’è quello della Juve spesso sembrava un centrocampo a 3.

 

Due esempi nelle slide sopra, in cui il francese si butta in avanti. Nel primo caso, Ramsey resta più bloccato per compensare il suo movimento.

Rispetto alle precedenti gare, in cui  Rabiot aveva ricoperto una posizione più da mediano, Pirlo ha voluto sfruttare maggiormente la sua gamba e le sue capacità offensive. Doveva aggredire gli spazi di una Lazio che non sempre è compatta e solida per vie centrali. Le intenzioni dell’allenatore sono riuscite completamente, anche per merito di uno strepitoso Morata.

Morata è determinante

Più che per la sua aggressione della profondità, lo spagnolo ha inciso per i movimenti da collante. Doveva dare alla squadra un riferimento tra le linee, venendo molto incontro: lo scopo era quello di mandare fuori posizione i difensori rivali, in modo che mezzali e trequartisti bianconeri potessero attaccare lo spazio alle spalle. Esattamente ciò che è avvenuto in occasione del gol di Rabiot. Hoedt esce (male) sullo spagnolo, con il francese che si butta dentro e trova la rete.

L’azione del gol. Rabiot attacca lo spazio alle spalle di Hoedt.

Per tutta la partita, la difesa biancoceleste ha faticato nel leggere i movimenti dell’ex Atlético Madrid. Morata, grazie a smarcamenti molto intelligenti, ha ricevuto parecchi palloni tra le linee in totale libertà, senza che nessun avversario accorciasse su di lui. Quando lo spagnolo si abbassava, i suoi compagni erano comunque sempre tempestivi a buttarsi dentro per compensare i suoi movimenti. In tal modo, la Juve occupava in modo dinamico la zona di rifinitura. Nel post gara, Morata ha sottolineato come Pirlo gli chieda molto di venire incontro e giocare tra le linee, un qualcosa che in passato faceva meno.

Con Cuadrado e Kulusevski non brillantissimi in zona di rifinitura, la Juventus ha attaccato soprattutto a sinistra, sfruttando le le progressioni di Rabiot. Per associarsi con il compagno, capitava quindi spesso che Morata si decentrasse su quel lato.

Nelle slide sopra, vediamo due delle molte situazioni in cui Morata si fa trovare bene tra le linee, senza che nessuno accorci. Nella prima azione, da notare il movimento di Rabiot che assorbe l’arretramento del compagno, riempiendo così il centro dell’attacco.

La doppietta è stato il giusto premio della prestazione dello spagnolo, ma già prima dei gol Morata si stava rivelando decisivo per la capacità di creare spazi e manipolare la struttura difensiva di Inzaghi. Non va comunque sottovalutato il cinismo che ha dimostrato in occasione del 2-1: nel momento in cui la Lazio sembrava essere salita di intensità, quel gol è stato decisivo per mettere il match in discesa. Dopo mesi difficili caratterizzati da brutte partite, lo spagnolo sta dando più dinamismo incisività all’attacco bianconero. Lui e Rabiot sono stati i principali protagonisti del successo contro la Lazio.

 

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