LAVAGNA TATTICA - Morata sotto accusa ma la Juve non lo aiuta
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LAVAGNA TATTICA – Morata sotto accusa ma la Juve non lo aiuta

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Morata è uno dei giocatori della Juve più sotto accusa. La squadra però fa di tutto per mettere in difficoltà i propri calciatori

Dopo l’ennesima sconfitta, gli attaccanti della Juve sono finiti sotto accusa: Morata, il cui errore ha generato il gol dell’Atalanta, è uscito tra i fischi, mentre Allegri in conferenza si è soffermato sui pochi gol che stanno facendo le punte. In effetti, la Juve ha fatto appena 5 reti su azione nelle ultime 7 partite di campionato, sintomo di una fase offensiva con diversi problemi. Sarebbe però limitante soffermarsi sulla finalizzazione senza prima specificare che, prima ancora che segnare, questa Juventus fatica terribilmente a costruire occasioni da rete.

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D’altronde, come ci dicono i dati di Stats Bomb, i bianconeri sono appena la dodicesima squadra della Serie A per Expected Goals pgni 90′, dietro formazioni come Verona, Empoli, Udinese e Fiorentina. Non mancano semplicemente i gol, manca proprio una manovra in grado di generare pericoli. La Juve sta troppo spesso con un baricentro basso, con tanti metri da coprire quando si recupera palla. Inoltre, nella gestione del pallone, la squadra è quasi sempre disposta male, con spaziature ampie e poco supporto per il giocatore in quel momento in controllo del possesso. La Juve fatica quindi a stanziarsi nella metà campo avversarie e a servire i propri attaccanti in modo pulito.

Come dicevamo, Morata – che non segna in campionato dal match contro il Milan – è uno dei principali imputati. Viene reputato non all’altezza e come causa principale dei problemi offensivi della Juve.  Chi scrive questo articolo è non un fan sfegatato dello spagnolo. Nel corso della sua carriera, l’ex Chelsea ha dimostrato di essere un calciatore molto discontinuo, che attraversa tanti momenti negativi nel corso della stagione: può stare in una rosa di primo livello, ma non come titolare. Eppure, secondo me sono un po’ troppo semplicistiche le critiche verso di lui, non tengono abbastanza conto del contesto. Oggi, non è semplice fare il centravanti alla Juve: una squadra che crea pochissimo e che gioca con un baricentro molto basso. I bianconeri chiedono un lavoro difficilissimo alle proprie punte, chiamate a ricevere spalle alla porta in posizioni bassissime del campo e circondate da maglie avversarie. Ciò è una costante delle loro partite, come si può osservare in ogni match. Morata, tra l’altro, non è neanche un calciatore che si esalta se costretto unicamente a ricevere spalle alla porta, visto che il meglio lo dà in profondità. Non è un “pulitore di palloni” come può essere un Dzeko, ma un giocatore con caratteristiche diverse.

I dati ci aiutano a fotografare bene la sua sterilità. Morata non è mai sceso sotto i 0.46 Expected Goals su azione ogni 90′ (tra l’altro nella stagione passata). Quest’anno è addirittura a quota 0.20, una cifra bassissima per i suoi standard. Diventa quindi poco centrata l’accusa di segnare poco: bisogna prima metterlo nelle condizioni di tirare in porta da posizioni pericolose.

E’ vero, contro l’Atalanta ha commesso un brutto errore che ha generato il gol. Però, sarebbe sbagliato limitare tutta la sua partita su quello svarione. Per sfuggire al pressing atalantino, Allegri gli ha chiesto di venire molto incontro, lo scopo era quello di mandare fuori posizione i difensori di Gasperini affinché McKennie attaccasse gli spazi che si creavano. Abbiamo quindi visto Morata in zone molto arretrate del campo, con un aggressivo Demiral che gli era sempre attaccato.

Due esempi nella slide sopra, in cui vediamo il baricentro bassissimo della Juve e Morata – isolato – costretto ad abbassarsi molto. Non è semplice giocare sempre così per tutta la partita.

L’ex Atletico Madrid, contro un grande Demiral, ha di sicuro perso diversi palloni (ben 5 intercetti e 5 tackle vinti per il turco). Sarebbe però ingeneroso dimenticare anche le cose buone della sua partita. Diverse volte è arrivato in anticipo e ha fatto buone sponde per i compagni, lanciandoli in profondità. L’occasionissima di Chiesa nel primo tempo ne è un esempio: su una riconquista della Juve, Morata viene incontro e di prima serve McKennie in profondità, il quale poi mette Chiesa solo davanti al portiere. Insomma, visto il contesto problematico, è riuscito a cavare qualche ragno dal buco consentendo così alla Juve di risalire e attaccare in campo aperto.

Nella prima slide, l’occasionissima di Chiesa. Nella seconda, un’altra situazione in cui Morata porta via Demiral e di prima serve un Dybala che attacca quello spazio.

Morata non è forse un top player e non sarà mai un titolare da Juve. Prima di massacrarlo bisognerebbe però capire quanto oggi non sia semplice fare la prima punta in una squadra così arida offensivamente. La Juve non è una formazione in grado di aiutare i propri calciatori, soprattutto quelli offensivi. Anzi, fa di tutto per rendere loro la vita impossibile e stroncare le loro qualità, come dimostra l’involuzione profonda di molti giocatori (tra cui lo stesso Chiesa). Allegri deve svoltare una situazione molto difficile. Se lo scopo era quello di creare valore, oggi siamo ancora in alto mare.

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