Nuova vittoria, poca brillantezza in avanti: cosa manca alla Juve - ANALISI
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LAVAGNA TATTICA – Nuova vittoria, ma poca brillantezza in avanti: cosa manca alla Juve di Allegri

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Allegri e Kulusevski hanno evidenziato i problemi avuti dalla Juve contro lo Zenit. Ecco cosa bisogna migliorare

Manovra sterile

Le parole di Marchisio nel post gara fotografano bene la Juve vista a San Pietroburgo: “Alla Juve mancavano vittorie e continuità, ora però deve arrivare lo step successivo. Il gioco non c’è e fa fatica davanti.”. L’opinione del commentatore Amazon è stata condivisa anche da allenatore e giocatori, i quali hanno sottolineato come i bianconeri sitano stati poco esaltanti nel possesso, con troppi errori tecnici e una palla che giravaa lentamente.

Nelle scorse partite avevamo visto una Juve che si era contraddistinta per gare di attesa caratterizzate da un baricentro molto basso. Il match contro uno Zenit molto rinunciatario era un modo per valutare invece le fase di possesso bianconera in incontri dove si attacca in spazi stretti.  Bisogna ammettere che i bianconeri hanno deluso in questo aspetto, con una prestazione caratterizzata da tanta sterilità e difficoltà nel costruire occasioni pulite da rete. La Juventus è scesa in campo con un 4-3-3 in cui, come detto nel post gara, Allegri si aspettava forse più combinazioni sulle corsie esterne contro un 5-4-1 molto attendista. La Juve è stata invece tanto statica quanto imprecisa, non concretizzando la supremazia territoriale.

 

Lo Zenit era corto e attendista. Qui Morata controlla male e perde poi palla.

Ci sono stati momenti in cui la Juventus ha provato a fraseggiare negli ultimi metri, ma si è vista tanta imprecisione. Bernardeschi e McKennie hanno sbagliato tantissimo tecnicamente, con pessimi controlli orientati e diversi brutti passaggi. Chiesa, circondato da maglie avversarie, è stato meno risolutivo del solito: a volte ha provato a forzare la giocata, ma è spesso stato ribattuto.

Due esempi nelle slide sopra. Nella prima, Chiesa si fa ribattere, mentre nella seconda – in una delle rare volte in cui la Juve trova l’uomo tra le linee – Bernardeschi sbaglia la misura del passaggio.

Allegri si aspettava che McKennie, aggredendo gli spazi, potesse dare pericolosità. Il texano invece è stato abbastanza timido, con Allegri che spesso lo ha invitato a riempire di più l’area: se lo si aggiunge a un Bentancur che, da mezzala, non è certo un calciatore creativo, si capisce come mai la Juve nel primo tempo abbia faticato a tirare in porta. I bianconeri, tranne a volte con un Locatelli sempre più faro della squadra, hanno faticato a sfondare centralmente. Lo Zenit proteggeva bene la trequarti. Con pochi spazi esterni, è mancato poi un gioco esterno credibile. Alex Sandro non si è quasi mai sovrapposto, mentre nel primo tempo Bernardeschi e De Sciglio non hanno quasi mai combinato tra di loro. Oltre a essere prevedibile tra le linee, i bianconeri hanno sfruttato male le corsie esterne. E anche nelle situazioni in cui c’era qualche vantaggio, gli errorit tecnici dei giocatori hanno fatto la differenza in negativo.

Nella prima slide, con il centro bloccato, c’è la possibilità di aprire su Bernardeschi e sfruttare poi la sovrapposizione di De Sciglio: i bianconeri non sono però abbastanza rapidi e fluidi. Nella seconda slide, c’è invece (finalmente) una buona ricezione per Chiesa tra le linee, ma Bonucci sbaglia il passaggio.

I cambi di Allegri

La situazione non è migliorata molto nella ripresa. McKennie ha aggredito con un po’ più di cattiveria gli spazi (sfiorando diverse volte il gol) ma la Juve ha faticato a rendersi pericolosa con costanza. Consapevole delle difficoltà del match, Allegri ha scelto di fare entrare Cuadrado. Lo scopo era vincere la partita “di inerzia”, sfruttando maggiormente le fasce e buttando palloni in mezzo. Questa scelta, più che il colombiano, ha però esaltato un De Sciglio che spostato a sinistra ha iniziato a essere molto più incisivo negli ultimi metri. Senza creatività tra le linee, ancora una volta la Juventus ha voluto sfondare sulle corsie esterne (per la verità piuttosto male prima del gol del vantaggio).

De Sciglio è stato il miglior rifinitore della Juve (3 passaggi chiave) e il calciatore con più cross (11 sui 27 totali). Il terzino ex Lione ha sfruttato molto bene i lanci lunghi di Bonucci (15 riusciti), che lo hanno imbeccato diverse volte largo a sinistra. Come appunto in occasione del gol, in cui la Juventus è andata bene al cross.

Le punte della Juve attirano la linea difensiva russa dentro l’area, con De Sciglio che è liberissimo di raccogliere il lancio di Bonucci. L’ex Milan è libero di controllare e crossare verso un’area ben riempita.

A San Pietroburgo è bastato questo per vincere, ma la Juve deve cercare di essere più brillante in fase offensiva. C’è tanta difficoltà nell’attaccare una difesa schierata, con tanti errori tecnici e movimenti senza palla spesso deficitari.

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