Marocchino a RBN: «Alla mia epoca c'era un rapporto umano con i tifosi»
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Marocchino a RBN: «Alla mia epoca c’era un rapporto più umano con i tifosi»

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Domenico Marocchino, ex giocatore della Juve, parla ai microfoni di Radio Bianconera: il pensiero dell’ex calciatore

L’ex calciatore Domenico Marocchino, ospite ai microfoni di Radio Bianconera, parla di Juve.

JUVE«C’era un rapporto molto più vicino e umano con i tifosi. La carriera di Gaetano Scirea si è sviluppata in questo calcio. Le rose erano di 16 persone e in società lavoravano in 8».

RICORDI«Ricordo allenatori del settore giovanile che non ci sono più. Penso a Petrale, Sentimenti, Bussone, Grosso, Viola… Mi hanno insegnato che il pallone va trattato bene, che per essere bravi bisogna essere precisi. Nella Juventus c’è poi un discorso di serietà dal punto di vista caratteriale. Bisogna essere buoni».

ALLENATORE«Per fare l’allenatore devi avere un’alta concezione di te stesso e alta costanza. Devi poi essere una persona che si adatta anche a quello che non è il campo».

TRAPATTONI «Era bravo, perfezionista. Sapeva gestire lo spogliatoio. È passato per difensivista ma non lo era: a volte ci si difende perché non si riesce ad attaccare».

NAZIONALE «Trovo che c’è un nucleo nuovo molto giovane, ero certo che Mancini lo avrebbe fatto».

JUVE ATTUALE«La Juve è partita un pochino così. Mi è piaciuto Bonucci, un giocatore eccezionale con una grandissima personalità. Un altro giocatore è Khedira. Loro sono stati quelli che mi sono piaciuti di più. Dybala deve riuscire a capire come mettere in campo le sue qualità».

ESCLUSI «Può essere una questione tecnica come di mercato. Sono scelte che si fanno soppesando il campo e il mercato. Dispiace perché Mandzukic ha dimostrato un attaccamento ai colori della Juventus e una determinazione eccezionale. Io non so se sia giusto, un po’ mi ha stupito. Le esclusioni ce le comunicava Trapattoni».

ROBERTO TAVOLA«Una volta, mentre facevamo un torneo, mi ha lasciato in un paesino sperduto della Francia. È stato un ottimo giocatore, un ragazzo allegro e simpatico. Togliere il posto a Furino non era facile».

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