Mauro: «Arthur punito dal Allegri? Con Boniperti non sarebbe successo»
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Mauro: «Arthur punito dal Allegri? Con Boniperti non sarebbe successo»

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Mauro: «Arthur punito dal Allegri? Con Boniperti non sarebbe successo». L’intervista all’ex centrocampista della Juve

Massimo Mauro parla così del caso Arthur al Corriere dello Sport.

ARTHUR – «Se parliamo della mancata convocazione di Arthur, la risposta è banale: le regole vanno rispettate. Il calcio ha i suoi orari. L’arbitro non ti aspetta quando arrivi in ritardo e neppure l’allenatore. Quest’episodio è rilevante. C’è una comunità di venticinque-trenta persone e se ciascuna fa come gli pare diventa una torre di Babele. Qui bisogna dare tutti il massimo, le cose storte non lo permettono. Arrivare in ritardo, alla Juventus come dovunque, è una cosa stortissima. Violare le regole della comunità può costare punti. Allegri si è comportato così perché ha capito ciò che è accaduto lo scorso anno»

PRECEDENTI – «A cosa mi riferisco? A episodi come la cena in orario di coprifuoco con Dybala, McKennie e Arthur. C’era un andazzo strano. Di sicuro, altre cose non sono diventate di dominio pubblico. Non è che Allegri sia diventato cattivo, è che sa quanto possano costare questi episodi in termini di classifica».

IL RUOLO DELLA SOCIETA’ –
«Mi tocca essere sincero. Quando l’allenatore deve recitare questa parte, e alludo in particolare a vicende come quella di Bonucci, vuol dire che o si è messo d’accordo con la società o si è reso conto di doversi assumere anche il ruolo della società medesima. E questo non è buono per la squadra. A certe cose pensano il direttore generale o il direttore sportivo. I provvedimenti duri che non riguardano le questioni tecnico-tattiche vanno presi dal club. L’allenatore non deve scontrarsi con i giocatori se non per ragioni di campo. Boniperti, il massimo a livello dirigenziale, non avrebbe mai lasciato fare all’allenatore in un frangente simile».

I PROBLEMI – «Penso sia cambiata più che altro la struttura della squadra. La Juventus per dieci anni ha avuto un gruppo straordinario di giocatori italiani. Parlo di Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini, Pirlo, Marchisio. Tutti titolari della Nazionale. La società in questo caso deve fare poco, praticamente niente. Quando c’è qualcosa da sistemare ci pensano i calciatori nello spogliatoio. Vale lo stesso per il grande Milan e il Napoli dell’epoca d’oro. Adesso leggi la rosa della Juve e ti rendi conto che a poco a poco la difficoltà di reperire italiani di un certo livello ha preso il sopravvento. Di sicuro è quanto accaduto alla Juve. L’annata di Pirlo è stata salvata dalle due coppe e dalla qualificazione alla Champions. Questa invece rischia di diventare drammatica. Quindi, secondo me, Allegri sta tentando in ogni modo di cementare il gruppo. Non guardare in faccia nessuno è uno dei modi».

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