Montero: «Lottiamo per lo Scudetto. A Nonge devo dire una cosa»
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Montero: «Lottiamo per lo Scudetto. A Nonge devo dire una cosa»

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Paolo Montero, allenatore della Juve Primavera, ha parlato dopo il successo ottenuto quest’oggi contro l’Empoli

(Mauro Munno inviato a Vinovo) – Paolo Montero, allenatore della Juve Primavera, ha parlato dopo la vittoria per 3-0 sull’Empoli.

VITTORIA E PRESTAZIONE – «Doveva essere una partita matura, i ragazzi l’hanno gestita bene, hanno interpretato bene i momenti di quando fare possesso e quando attaccare. Siamo soddisfatti».

TORNATI QUELLI DI FINE 2022 – «Speriamo di si, però è la quarta di fila in cui non prendiamo gol. Difendiamo molto meglio nella parte bassa, prima ce li facevano su cross e mai su transizioni o ripartenze. Dovevamo migliorare in quello e i ragazzi sono più concentrati».

SVOLTA CON IL GENK – «E’ una ribellione, lì tutti sanno cosa è successo. Meritavamo di vincere 3 o 4 a 0, poi siamo andati fuori ai rigori e i ragazzi si sono resi conto che ci rimane solo il campionato. Se fossimo nella prima squadra, si parlerebbe di un’annata disastrosa. Ora puntiamo a cercare di lottare obbligatoriamente per il titolo. Squadra e qualità ci sono, il primo obiettivo è vincere lo Scudetto».

REAZIONE – «Non so quello, ma è normale. Non si fa una sanzione perchè uno è contro il ragazzo, ci sono delle regole da rispettare. Qui è come se fossi a casa mia con i figli. Vanno educati calcisticamente, senza mancare mai di rispetto. Si prendono decisioni. In prima squadra non ti aspettano, sono obbligati a vincere sempre e non possono aspettarti se non rispetti le regole».

COS’ALTRO VUOLE VEDERE – «Sono giovani. Uno magari pretende più equilibrio, ma io a 51 anni non lo sono, pensate loro. Uno chiede tanto, ma poi è naturale che loro siano altalenanti. Gli rompo le scatole perchè trovino la concentrazione per farli salire di livello».

NONGE – «Lo vedo più maturo, più tranquillo, si rende conto che deve crescere in certe cose per arrivare in prima squadra. Le qualità le ha tutte, ma deve crescere. Non dimentichiamoci che ne fa 18 a maggio, è il più piccolo di tutti. Ma come si dice sempre bisogna non togliergli la ribellione, ma lui deve sapere quando usarla e quando no. Si parla di giocatori che si arrabbiano perchè perdono e lui è uno di quelli, bisogna fargli capire il momento».

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