Pirlo da Cattelan: «Il futuro di Buffon? Una questione di voglia. Ho deciso di tornare a Torino» - Juventus News 24
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Pirlo da Cattelan: «Il futuro di Buffon? Una questione di voglia. Ho deciso di tornare a Torino»

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Nella puntata di stasera di “E Poi C’è Cattelan”, Andrea Pirlo ha raccontato parte della sua vita fuori dal campo: l’esperienza negli States, il ritorno in Italia, la vita di spogliatoio, l’azienda di famiglia

Ci sono tramonti che non tramontano mai e ci sono campioni che non verranno mai dimenticati. Uno di questi è sicuramente Andrea Pirlo, capace di vincere di tutto con la maglia di Juventus, Milan e Nazionale. Il campione del mondo 2006 ha da poco lasciato il calcio giocato negli States, ma non ha ancora salutato degnamente tutti i suoi amici in Italia. Queste le sue parole, tra presente e futuro, nella puntata andata di “E Poi C’è Cattelan” andata in onda stasera su Sky.

TRA PRESENTE E FUTURO – «Sono tornato in Italia ed ho deciso di farlo a Torino. Ho qui tanti amici e la mia famiglia. Ho deciso di dare l’addio al calcio a San Siro il 21 maggio. Sono andato via da qui tre anni fa, per questo volevo salutare tutti. Sarà una bella serata con tanti amici. Allenare in futuro? Per il momento no, adesso voglio godermi la vita. E poi chi allena perde i capelli. Più avanti chissà».

GATTUSO – Restando in tema, chi ha deciso di intraprendere sin da subito la carriera da allenatore è Gennaro Gattuso, suo storico amico. «I risultati di Rino non mi sorprendono, aveva già allenato in passato, anche se il Milan è tutta un’altra storia. La sua presenza mi fa ben sperare per il futuro dei rossoneri. Conosco benissimo Ringhio, siamo amici da quando abbiamo 15 anni. Sono molto contento per lui».

BUFFON – Oggetto di discussione anche l’ignoto futuro del suo compagno di mille avventure, tra Juventus e Nazionale. «È tutta una questione di voglia. Se a 40 anni hai ancora voglia di alzarti la mattina ed andarti ad allenare credo che puoi sicuramente giocare a calcio».

SCHERZI – Dentro al campo lo abbiamo sempre visto con quell’espressione (la sua espressione) che non è mai cambiata. Da Berlino 2006 a Berlino 2015, dalle lacrime di gioia a quelle di dolore: “Pirlo is not impressed”. Eppure negli spogliatoi persino lui riusciva a sorridere e a far sorridere. «Nello spogliatoio ero spesso io a fare gli scherzi ed era bello perché nessuno si aspettava che fossi io a farli. Matri è ipocondriaco, una volta mi chiamò dicendomi di sentirsi male, io gli dissi di farsi controllare da un dottore perché quello che aveva poteva esser grave».

L’ESPERIENZA NEGLI STATES – Dopo la finale persa a Berlino, Pirlo ha deciso di scoprire un nuovo calcio ed una nuova cultura negli Stati Uniti. «Il calcio è in grande crescita. Gli stadi sono sempre più pieni. Lo sport viene vissuto come una festa: se vai ad una partita di New York non c’è nulla di strano nell’andare con un’altra maglia da calcio o con una canotta Nba. Il calcio femminile è molto sviluppato anche perché l’Usa è campione del mondo».

VITE PARALLELE – Dentro il campo ordinato e pacato. Ma a casa? Ordinato e pacato. E occhio a non farlo arrabbiare. «Sono un maniaco dell’ordine. Spesso rimprovero la mia compagna perché lascia la casa in disordine. Insomma, il contrario di ciò che succede nella normalità. Il vino? Per un atleta meglio berlo dopo le partite, ancora meglio se dopo una vittoria. La mia famiglia ha un’azienda vinicola a Brescia ma non sono l’unico ad averla. Anche Barzagli ne ha una in Sicilia».

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