Rampulla: «Tudor ha esperienza, curioso di vederlo alla Juve con Pirlo»
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Rampulla: «Tudor ha esperienza, curioso di vederlo alla Juve con Pirlo» – ESCLUSIVA

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Michelangelo Rampulla ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni: ecco le dichiarazioni dell’ex portiere della Juventus

Michelangelo Rampulla ha difeso i pali della Juventus dal 1992 al 2002. Il portiere messinese è stato una delle colonne, anche da secondo, dei successi bianconeri. Rampulla ha ricoperto anche il ruolo di preparatore dei portieri a più riprese nella squadra bianconera. Compagno di squadra di tante stelle e anche di Igor Tudor, prossimo ad entrare nello staff di Andrea Pirlo. Ai nostri microfoni, in esclusiva, Rampulla ha parlato di tanti temi caldi in casa Juventus.

Rampulla, partiamo dall’esonero di Sarri. Secondo lei è stato inevitabile e annunciato dopo le ultime prestazioni in campionato e ovviamente in Champions League?
«Io questo non lo so. E’ una decisione difficile quella di esonerare un allenatore che ha appena vinto lo Scudetto ma poi non si è qualificato per i quarti di Champions League. Se tu scegli un allenatore per la sua filosofia e tipologia di gioco, non gli puoi lasciare solo una stagione. Devi dargli un po’ di tempo, almeno un paio d’anni».

Cosa ne pensa della scelta di Andrea Pirlo per la panchina della Juventus, non avendo mai allenato nella sua carriera?
«Questa è una scelta che ha lasciato tutti un po’ spiazzati, anche gli addetti ai lavori. Pirlo non ha mai allenato e se si pensa che i suoi compagni alla Juve sono ancora in squadra, io credo che sia una scelta non proprio giusta. Io ho vissuto il periodo con Ciro Ferrara e pensavamo che i nostri ex compagni di squadra ci avrebbero dato una mano, ma non è stato così, se non li assecondi. C’è bisogno di un capo forte e per quanto lo sia la società che può dare una mano all’allenatore, è sempre un’incognita».

Ad affiancarlo con ogni probabilità ci sarà Igor Tudor nel ruolo di collaboratore tecnico. Le sembra una mossa azzeccata?
«Igor ha già qualche anno di esperienza, ha allenato in Italia, in Grecia e in Croazia. Ha avuto anche l’opportunità di allenare l’Udinese in Serie A quindi ha un po’ d’esperienza. Di certo non sarà il capo ma un collaboratore tecnico e i calciatori seguono il capo, non il collaboratore tecnico. Tutto da vedere».

Igor Tudor, suo ex compagno di squadra. Che tipo era nello spogliatoio e nel gruppo di quella Juve fortissima?
«Io non conosco Igor come allenatore, non posso parlarne da questo punto di vista. Conosco il calciatore, era forte e carismatico. Sono curioso di vedere questa coppia al lavoro in una squadra importante come la Juve. Aneddoti? Non saprei cosa dire, ce ne sono tanti. Era un ragazzo divertente, che faceva gruppo soprattutto con Mirkovic e Kovacevic. Erano ragazzi di compagnia e facevano molto gruppo tra di loro».

Gigi Buffon è stato compagno sia suo che di Pirlo e di Tudor. Andrà avanti per un altro anno: è la scelta giusta?
«Io ho avuto la fortuna di allenarlo e gli dicevo sempre che può giocare fino a 45 anni. Ha talmente tanta esperienza ed è talmente forte di suo che il preparatore dei portieri deve solo tenerlo in forma. Lui riesce bene in tutte le cose che fa, poi il fisico lo regge ancora quindi fa bene a continuare».

E dopo che avrà appeso i guanti al chiodo, cosa consiglierebbe a Buffon?
«Il discorso di entrare in dirigenza è sempre complicato, vedi i casi di Maldini, Del Piero ecc. che sono stati dei campioni, dei grandissimi fuoriclasse che hanno fatto fatica ad entrare in dirigenza perchè possono incutere timore all’interno della società e vengono allontanati. L’unico consiglio che posso dare a Gigi è quello di fare ciò che gli dice la testa in quel momento. Non credo faccia l’allenatore, per come lo conosco non è proiettato in questa direzione. Lui riesce facilmente in tutto quello che fa e quindi diventa difficile insegnarlo ad un ragazzo che non ha le tue stesse doti. Come Buffon non ce ne sono. Insegnare quello che sa fare lui diventa difficile. Credo che Buffon sia un’istituzione e perderlo sarebbe un errore».

Parliamo di mercato, tra le voci di addio di Dybala e smentite. Cosa servirebbe a questa Juve?
«Sinceramente credo che il centrocampo sia sistemato con l’arrivo di Arthur e Kulusevski. Servirebbe sicuramente un terzino desto, più importante e di qualità. A livello di difensori la Juve è a posto. Davanti servirebbe una punta vera, con la possibilità di fare da appoggio per Dybala e Ronaldo che cercano sempre lo scambio per andare al tiro. Da quello che ho visto nelle ultime partite servirebbe proprio una punta del genere, che faccia salire la squadra e permetta ai due fuoriclasse di appoggiarsi».

Un’ultima battuta su un altro suo ex compagno, Antonio Conte, che si gioca il suo primo trofeo europeo da allenatore. Può essere un rimpianto per la Juve?
«Non lo so, non so come è avere rimpianti. Non credo, molte volte quando ritorni le cose non funzionano bene. Sono contento per lui perchè ha raggiunto la finale di Europa League, spero possa vincerla perchè è un grande lavoratore e conosce il calcio. Del Conte calciatore non parliamo, perchè la sua carriera parla per lui». 

Si ringrazia Michelangelo Rampulla per la disponibilità e la cortesia mostrate in occasione di questa intervista

 

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