Spagnoli, dal Cervia alla Juventus: «Mi sembrava di essere in un film»
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Spagnoli, dal Cervia alla Juventus: «Mi sembrava di essere in un film»

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Lorenzo Spagnoli vinse il reality “Campioni, il sogno” e partecipò al ritiro estivo della Juve. 13 anni dopo svela qualche retroscena

Ci fu un periodo in cui tutti, o quasi, tifavano Cervia. Erano i tempi del reality show “Campioni, il sogno”, in cui la gente seguiva con grande interesse le avventure della squadra di Ciccio Graziani. Il premio in palio, per tre fortunati giocatori, era la possibilità di partecipare al ritiro estivo di una tra Juventus, Inter e Milan. Uno dei tre vincitori fu Lorenzo Spagnoli, famoso per il suo particolare modo di battere le punizioni. Fu lui il prescelto per passare un’estate con i bianconeri. A distanza di 13 anni, l’ex Cervia, adesso presidente dell’Imolese, ha raccontato in un’intervista pubblicata sul sito gianlucadimarzio.com le emozioni provate in quel periodo.

EMOZIONI – «Nedved, Camoranesi, Buffon, Thuram, Trezeguet, Ibrahimovic… mi sentivo in un film. Per i primi tre giorni non ci ho capito niente. Ero da solo, davanti agli occhi scorreva tutta la mia vita. Io per la prima volta al vecchio Comunale a vedere una partita della Juve, contro il Psg».

MICCOLI – «Entro nell’albergo e vedo Tudor. Alcuni giocatori già stavano arrivando. Io aspetto Miccoli, l’unico che conoscevo un po’. Non sapevo nemmeno che strada fare per andare al centro sportivo, avevo bisogno di lui. Si fanno le due di notte, le tre… lui ancora non arriva. Non riuscivo a prendere sonno e ad un certo punto sento bussare alla porta: “Dai vestiti, ti porto in un locale che conosco” mi dice scherzando. La mattina seguente andiamo al campo insieme».

ESORDIO – «Durante la prima partitella che feci ricordo che ero in squadra con Ibrahimovic. Lui parte, li scarta tutti, mette a sedere Buffon e segna. Io esulto come un tifoso qualunque. In fondo lo sono sempre stato, in quel momento sentivo di rappresentare il popolo bianconero in campo».

DEL PIERO – «Parcheggio l’auto e dallo specchietto vedo Del Piero che mi viene incontro. Panico, non so se scendere e salutarlo o andare via. Alla fine opto per la prima e lui è stato carinissimo. Mi ha accolto. Eravamo seduti sul suo letto, passammo una bella mezz’oretta a discutere. Mi chiese quali fossero i miei progetti futuri, mi raccontò cosa vuol dire essere Del Piero. Il giorno di Juve-Pavia, in cui segnai il mio primo gol in bianconero, si era fatto male e quella partita non la giocò. Venne da me e mi fece i complimenti per il mio gol: “Ma dai, su rigore…” replico un po’ imbarazzato: “E allora? I rigori vanno saputi segnare” la sua risposta. Un mostro di umiltà e umanità».

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