Vignola: «Maradona non rinascerà, fosse venuto alla Juve...»
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Vignola: «Maradona non rinascerà, fosse venuto alla Juve…» – ESCLUSIVA

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Vignola: «Maradona non rinascerà, fosse venuto alla Juve…». L’ex centrocampista bianconero ricorda la leggenda argentina

Beniamino Vignola, ex centrocampista della Juventus degli anni ’80 e avversario di Maradona in tante battaglie sul campo da calcio, ricorda la leggenda argentina dopo la sua scomparsa. L’intervista esclusiva per JuventusNews24.com.

Quale è stata la sua prima reazione quando ha appreso la notizia?
«Intanto mi ha colto di sorpresa, non me l’aspettavo. Sapevo dei recenti problemi che aveva avuto dal punto di vista fisico, ma credo che in pochi potessero prevedere una cosa del genere. Si è rovinato la vita per tutto quello che era al di fuori del calcio. Ha gestito male la sua sfera privata che lo ha portato sul fondo. Ma questo non ha guastato la magnificenza delle cose che faceva in campo. Ed è tutto dire su che tipo di calciatore fosse…».

Cosa significava giocare contro Maradona?
«Quando ero alla Juve ci furono degli scontri incredibili. Quasi sempre ha segnato contro di me, sia a Torino sia a Napoli. Anche quando andai al Verona mi fece un gol pazzesco da 40 metri. Era incredibilmente forte, assolutamente immarcabile. Ricordo ancora che quando tutti gli altri svolgevano il normale riscaldamento pre gara, lui si metteva a palleggiare con un limone. Ed era persino smorzato dal fatto di giocare in un Napoli normale che trascinò a uno scudetto e ad un Coppa Uefa, come fece con l’Argentina al Mondiale di Messico».

Pare che Maradona fosse stato anche proposto all’Avvocato Agnelli. Il suo genio e la sua sregolatezza sarebbero stati conciliabili con l’universo Juve?
«Credo che Napoli fosse la città dove poteva esprimersi al meglio da un punto di vista calcistico, soprattutto perché alimentato dall’entusiasmo e dalla venerazione della gente. Forse, con il senno di poi, una realtà diversa come poteva essere Torino o Milano avrebbe potuto ridimensionarlo nel privato, ponendo un limite ai suoi eccessi. Ma magari il suo talento non sarebbe stato altrettanto libero di esprimersi…».

Quali differenze c’erano tra Maradona e Platini, di cui è stato compagno?
«Due giocatori eccezionali, entrambi dipingevano calcio col dieci sulla schiena. La vera differenza, al di là di quelle caratteriali, era che Platini giocava in una Juventus stellare, che aveva vinto prima e che avrebbe vinto anche dopo. Maradona invece giocava in una squadra normale in cui lui era l’unica stella. Io l’ho sempre considerato il miglior calciatore della storia».

Quale eredità lascia Maradona al mondo del calcio?
«Non rinascerà un giocatore così. Faremo fatica a rivedere le giocate che faceva lui. Il ricordo che lascia nel cuore e nella mente di tutti è indelebile. Basta vedere le manifestazioni di amore che sta ricevendo in queste ore a Buenos Aires e a Napoli, di Maradona si parlerà per sempre. Si può giudicare l’uomo, non il calciatore. Inarrivabile».

Si ringrazia Beniamino Vignola per la disponibilità mostrata in occasione di questa intervista

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