Vlahovic, Champions e non solo: i motivi che lo spingono all'addio
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Vlahovic, la Champions e non solo: tutti i motivi che lo spingono all’addio alla Juve

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Dusan Vlahovic potrebbe essere il top player sacrificato dalla Juve in caso di mancata Champions: tutti i motivi che lo spingono all’addio

La Juventus resta in attesa. Il club bianconero, dopo la vittoria della Coppa Italia da parte dell’Inter, è ufficialmente qualificato per le coppe europee in vista della prossima stagione, in attesa di capire in quale posizione concluderà questo campionato. Dopo, però, sarà il momento della verità sul fronte del filone stipendi dell’inchiesta Prisma, vero e proprio spartiacque di questo finale del 2022/23. Con una nuova penalizzazione, vista la volontà del Procuratore Chinè di far valere il principio dell’afflittività, la Signora il prossimo anno non avrebbe impegni europei in mezzo alla settimana. E ciò inevitabilmente comporterebbe il sacrificio di un big, viste le grandi perdite alle quali bisognerebbe fare fronte. L’indiziato numero uno a salutare è Dusan Vlahovic, autore di una stagione al di sotto delle aspettative e delle sue capacità.

I PROBLEMI CON ALLEGRI E L’INTERESSE DELLE BIG

Problema numero uno per il serbo è stata sicuramente la pubalgia che lo aveva già colpito alla fine della passata annata. Quest’anno la malattia è tornata a farsi sentire con ancor più fastidio, deabilitando il numero 9 per gran parte della stagione e costringendolo anche ad un Mondiale incolore. Al ritorno a Torino c’è stata la doppietta alla Salernitana che aveva illuso tutti, prima che l’ex viola incappasse in un periodo nero fatto di mesi senza andare a segno su azione in campionato. Il gol al volo al Lecce e quello contro l’Atalanta sono stati una liberazione, prima di tornare nel grigiore generale che ha coinvolto tutta la squadra. Inevitabilmente ha poi pesato il modo di giocare della stessa Juventus, che offensivamente non ha mai dato l’impressione di sapere come sfruttare la potenza di fuoco a disposizione di Massimiliano Allegri. E così, troppe volte, Dusan si è ritrovato a fare la guerra per 90 minuti con i difensori avversari, senza però mai avere a disposizione veri e propri palloni per andare a rete. Che tra Allegri e Vlahovic non sia mai scoppiato l’amore questo è ormai sotto gli occhi di tutti e, in caso di permanenza dell’allenatore livornese, non si può escludere una cessione. I club interessati non mancano: dal Chelsea in Premier fino al Bayern in Bundesliga, diverse squadre sarebbero pronte a mettere le mani sul “Principe di Belgrado”. Da Torino chiedono almeno 80 milioni di euro per sedersi a trattare, prima di buttarsi sulla ricerca di un sostituto.

I NOMI PER IL DOPO VLAHOVIC

La lista, al momento, è composta da pochi nomi. Il primo è quello del solito Alvaro Morata, profilo che tanto piace ad Allegri che, non è mistero, aveva spinto per la sua permanenza prima che l’Atletico chiudesse a qualsiasi tipo di trattativa. Ora però le cose sono cambiate e lo spagnolo con Simeone è tutt’altro che intoccabile. Il contratto in scadenza nel 2024 e il suo amore per il capoluogo sabaudo potrebbero convincerlo a rientrare nuovamente in Italia, questa volta a titolo definitivo. Altro giocatore che potrebbe fare ritorno nel nostro paese è Gianluca Scamacca. Esploso al Sassuolo, il centravanti azzurro in Inghilterra non ha trovato spazio, frenato anche dagli infortuni. Resta un profilo gradito alla Juve, ma solamente se il West Ham dovesse aprire ad un prestito con opzione di riscatto. Ultimo ma non per importanza è poi Hojlund dell’Atalanta. Il danese, alla sua prima stagione in Serie A, ha dimostrato di saperci fare, soffiando anche il posto al titolare Zapata a suon di gol. Il problema qui è proprio la valutazione che ne fanno i nerazzurri: almeno 40 milioni per poter parlare di una cessione. Al momento sono solo supposizioni, ma ciò che è sicuro è che Giuntoli, al suo arrivo, avrà già una grossa gatta da dover pelare.

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