I DIALOGOBBI - Willy Signori: «Vlahovic non andava sostituito»
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I DIALOGOBBI – Willy Signori: «Vlahovic non andava sostituito»

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In esclusiva per Juventusnews24, Willy Signori ha parlato della situazione attuale in casa bianconera – I DIALOGOBBI

Willy Signori è lo pseudonimo utilizzato da uno dei profili twitter più acuti relativi alla Juventus. Iniziamo il Dialogobbo di inizio settimana con lui non parlando di cinema e di Francesco Nuti (che proponiamo in foto, ricordando per l’appunto il film Willy Signori e vengo da lontano) ma partendo dal suo tweet a corredo di Milan-Juve.

Paolo: «Ciao Willy, vorrei che mi declinassi in modo più approfondito dei pochi caratteri che ci consente twitter ciò che hai scritto: “Il secondo tempo avrebbe dovuto iniziare avvelenata, invece nulla. In tutto questo Allegri non ha più il controllo della situazione e gli assenti (li aveva anche il Milan) sono solo una scusante parziale. Brutta la mossa di togliere Vlahovic…”. Per aggiungerti una mia valutazione: per quel che vale, mi ha deluso di più il primo tempo. Mi spiego: nella ripresa la mazzata del 2-0 è arrivata troppo presto e tutto sommato nel finale qualcosa si è visto. Ma nel primo, dopo che all’inizio hai dimostrato di saper anche stare bene in campo, trovo grave lo sfarinamento progressivo, fino ad “aspettare” un evento. Che ovviamente non poteva che arrivare dalla loro parte, dopo 2 pali. Quanto a Vlahovic, vedendo come è entrato Kean (il più positivo di tutti), non ero in disaccordo sul cambio, gli ha tolto un po’ di frustrazione che stava aggravandosi di minuto in minuto. A te la parola…».

Willy: «Ciao Paolo, la Juve ultimamente ha giocato offrendo prestazioni fatte più di nervi che di testa. Nel secondo tempo di San Siro mi ha colpito la mancanza di una vera reazione, anche rabbiosa, anche disordinata, ma che almeno desse un segnale di vita. Invece ho visto una squadra totalmente soggiogata agli episodi, incapace di reagire e di immaginare qualcosa di diverso rispetto alla sconfitta, come se fosse già scritta. Concordo sulla tua visione del primo tempo: ciò che mi ha colpito di più è che non possiamo nemmeno dire che la Juve abbia giocato male (anzi ha iniziato bene come spesso le accade, durando sempre troppo poco), semplicemente ha dato tutto quello che aveva, che attualmente è troppo poco.Capitolo Vlahovic: io avrei provato il tutto per tutto, mi sarei aspettato 3 punte in campo e non Soule (non ho capito cosa si aspettasse Allegri da lui in quella situazione). Vlahovic è sicuramente in un momento non felice, è nervoso, gli riescono poche cose (anche quelle più semplici per uno come lui) e questo lo innervosisce ancora di più, creando un circolo vizioso che non fa bene a nessuno. Non so quanto gli abbia fatto bene risparmiarsi per 12 minuti più recupero, tu pensi che le cose sarebbero potute peggiorare?».

Paolo: «Peggiorare no. Ma ho la sensazione che ingressi come quello di Kean o di Soulé – anche se non sono la stessa cosa – siano mosse un po’ da disperazione ma le comprendo perché in fondo c’è qualcosa da guadagnare, in fondo Moise ha fatto bene e forse gli hai dato una carica spendibile in questo periodo. Restando a Vlahovic, ovviamente con Di Maria è un’altra cosa, ovviamente. Quel che però non sta funzionando è che mi sembra realmente troppo umorale. Capisco la voglia di avere più palloni e più puliti, ma l’errore sul 2-0 non lo fai se sei più tranquillo. Ho l’impressione che sia troppo incontentabile, ci sta vivere partite difficili, è successo a tutti e anche in Juventus più forti. Ricordo gare dove Trezeguet sembrava non esserci, poi gli bastava una sola mezza occasione e gli cambiava il morale. Ti aspettavi di più complessivamente da Dusan?».

Willy: «Un po’ sì e non credo sia lesa maestà muovergli qualche critica. Si porta dietro un vagone ingombrante, che è il costo del cartellino, l’essere il nuovo centro del progetto. È giovane quindi deve imparare a controllare l’emotività e sono certo che lo farà. Però me lo aspettavo più freddo, meno perturbabile, invece mi pare soffrire la pressione. È vero anche che gli arrivano pochi palloni, soprattutto quando manca Di Maria (Pogba nemmeno lo citiamo perché per adesso non lo abbiamo mai avuto)».

Paolo: «Ti propongo una valutazione un po’ paradossale ma che sento bruciante come tifoso. La sconfitta col Milan l’ho sentita più bruciante del solito perché credevo fortemente che quella fosse la gara della possibile impresa. In una stagione, se parti male, non ne hai tante e credo che peserà moltissimo questa sensazione d’inferiorità evidente che abbiamo patito. Dov’è il paradosso? Che basta una vittoria in Israele e ci riconquisteremo il diritto a giocare un’altra gara decisiva. Ma in Europa è possibile. In Italia non so quando avremo questa opportunità e la Juve non può vivere per costituzione senza vivere partite importanti in senso alto (e non con l’idea che lo siano in negativo, con la preoccupazione di precipitare)».

Willy: «Io invece, purtroppo, ero preparato: alla sconfitta, al calo fisico, temevo la non reazione. Mi ha fatto male il 2-0 ma non mi ha sorpreso. Dall’altro lato mi aspettavo una partita giocata senza blocchi mentali, in fondo coi campioni d’Italia cos’hai da perdere? Una vittoria avrebbe cambiato gli orizzonti, ma avrebbe potuto rappresentare la svolta? Troppo altalenante questa Juve per poterlo dire. Come dici tu, è cambiata la prospettiva con la quale si guarda a certe partite importanti: non sono più una vetrina e un’occasione ma una evento rischioso. D’altronde lo score nei big match dell’ultimo anno e mezzo parla chiaro».

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