Zidane si confessa alla Uefa: «Con la Juve ero troppo sicuro di passare»
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Zidane si confessa alla Uefa: «Con la Juve ero troppo sicuro di passare»

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L’ex allenatore del Real Madrid ha parlato dei suoi ultimi anni e ha svelato parecchi retroscena anche sulle sfide alla Juventus

Zinedine Zidane è diventato in pochissimi anni uno degli allenatori più vincenti del panorama calcistico mondiale. Arrivato a stagione in corso per sostituire Rafa Benitez al Real Madrid, il francese ha vinto tre Champions League consecutive ed è stato amato dallo spogliatoio Blancos. Poche settimane aver vinto la terza Champions, però, Zidane ha deciso di lasciare il Real Madrid.

Ora è disoccupato, ma probabilmente l’anno prossimo tornerà ad allenare. Intanto, il fenomeno francese ha parlato alla Uefa e ha svelato alcuni retroscena delle passate stagioni: «l trionfo più bello? Tutti e tre i titoli sono stati fantastici e speciali per diversi motivi. Il primo perché era la mia prima vittoria come allenatore; il secondo è stato tanto simbolico quanto intenso, con la svolta a metà gara in finale contro la Juve e con una prestazione eccezionale nella ripresa. Il terzo è stato il completamento dalle tre stagioni come allenatore del Real. Marcelo e Carvajal erano molto importanti nel nostro sistema di gioco, poiché avevano le capacità di fare qualcosa di inaspettato e di creare, partendo da dietro, diversi grattacapi ai nostri avversari. Quando la palla finiva sulle fasce c’era sempre la possibilità che qualcosa accadesse. Infatti, spesso siamo riusciti a ‘distruggere’ le rivali tenendole in pugno e poi sfondando dai lati. Juve unica squadra che mi ha battuto? In quel caso pensavamo di aver già superato il turno. Questa è la bellezza del calcio, anche ai massimi livelli. Nulla è mai finito finché non lo è davvero. Devi assicurarti di evitare qualsiasi perdita di concentrazione restando focalizzato sul tuo piano di gioco. Le differenze tra Cardiff e Kiev? Il nostro piano di gioco era davvero diverso. Non abbiamo giocato come abbiamo fatto a Cardiff. Ho chiesto a Isco di scendere a centrocampo, e abbiamo giocato con due attaccanti. Abbiamo anche cercato di occupare spazio spingendo Marcelo. Aveva molta libertà di andare avanti, con Sergio Ramos che forniva una copertura difensiva dalla sua parte. L’esperienza fa sempre la differenza nelle grandi competizioni, poiché i giocatori trovano più facile fare un passo indietro. Ronaldo? Ramos? Entrambi hanno molta energia e una grande influenza all’interno dello spogliatoio. Sergio Ramos è un leader naturale, e Cristiano Ronaldo è un leader in campo, che ispira i suoi compagni. Si completavano bene l’uno con l’altro. Cosa ho imparato in questi anni? Quando lavori con giocatori di talento e con esperienza la cosa più importante è tenerli calmi. Questo è quello di cui avevo bisogno io quando ero calciatore, quindi questo è stato l’approccio che ho cercato di adottare»

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