Zinédine Zidane, un autentico genio dai piedi fatati
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Zinédine Zidane, un autentico genio dai piedi fatati

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Zidane ha indossato la maglia della Juventus dal 1996 al 2001, con la quale ha alzato al cielo ben sei trofei. Vederlo giocare era pura goduria per gli occhi

Nato il 23 giugno 1972 a Marsiglia, originario di una famiglia berbera, Zinédine Zidane ha tre fratelli e una sorella. I suoi genitori provengono dalla Cabilia, una regione berbera dell’Algeria settentrionale. Essendo nato a Marsiglia, Zizou possiede la doppia nazionalità: francese e algerina.

I PRIMI CALCI – Zidane muovi i primi passi nel calcio nel suo quartiere marsigliese, ispirandosi al suo campione preferito: Enzo Francescoli. Sino agli undici anni, oltre a coltivare la passione per il pallone, Zizou si interessa anche di judo. A nove anni entra nel club del quartiere, l’As Foresta 11, del quale diventa immediatamente capitano. L’anno successivo, nel 1982, si aggrega alla squadra statunitense del Saint-Henri, formazione con la quale indossa la maglia numero 10. Nel 1983 si trasferisce al Septèmes-les-Vallons e, in seguito, al Marsiglia. Nello stesso anno partecipa a svariate selezioni, nel corso delle quali strega Jean Varraud, osservatore del Cannes, dove si reca per un provino di sei settimane. La società, consapevole del purissimo talento in possesso del giovanissimo calciatore, decide di fargli sottoscrivere un contratto da professionista.

AL CANNES – Nel 1987, quindicenne, fa parte della rosa del Cannes diretto da Guy Lacombe. Il debutto con questa maglia avviene il 20 maggio 1989, a 16 anni, in un match di Ligue 1 pareggiato 1-1 con il Nantes, gara in cui subentra a dodici minuti dal termine. L’8 febbraio 1991 realizza la sua prima rete da professionista in campionato, che gli vale un’auto nuova, come premio, regalatagli dal suo presidente. A fine annata il Cannes si piazza al quarto posto, ottenendo così la qualificazione per la Coppa Uefa. Zizou, grazie alle sue prodigiose qualità tecniche, si fa apprezzare da numerosi allenatori pronti a fare carte false pur di averlo nella propria squadra.

IL TRASFERIMENTO AL BORDEAUX – Dopo la retrocessione del Cannes, Zinédine Zidane si accorda con il Bordeaux per una cifra pari a 3 milioni di franchi. In suo favore depone la presenza del tecnico Rolland Courbis, concittadino del franco-algerino, che lo aiuta a integrarsi meglio con i compagni e gli affibbia il celeberrimo nomignolo Zizou. Alla fine della prima annata sigla 10 gol in 35 incontri, mettendosi in luce come il miglior giocatore della squadra. Qualificatosi per la Coppa Uefa, conquistata grazie al quarto posto in campionato, il Bordeaux consegue risultati strepitosi nel massimo torneo transalpino proprio per merito di Zidane. Nel settembre del 1993 si rende protagonista di un deprecabile episodio, poiché sferra un pungo a Marcel Desailly e rimedia, ovviamente, l’inevitabile e sacrosanto cartellino rosso. Ma questo non gli impedisce di diventare il beniamino della sua squadra. La prematura uscita di scena in coppa consente comunque ai girondini di archiviare il campionato con una buonissima quarta posizione. A stagione conclusa, dopo essere andato in gol sei volte in 34 partite, Zizou riceve il Trophées UNFP du Football quale miglior esordiente nel 1994. Nell’annata susseguente il Bordeaux viene estromesso subito in Coppa Uefa e arriva quinto in Ligue 1. Però, le prestazioni del franco-algerino non sono negative, visto e considerato le sei reti in 37 gare. Nella stagione 1995-1996 i girondini vincono l’Intertoto, competizione in cui Zidane sigla 5 gol in 8 match. Ai quarti, contro il Milan, la compagine transalpina ribalta il 2-0 rimediato all’andata con un perentorio 3-0, sfida in cui Zizou è fra i migliori in campo, autore di due assist per la doppietta di Dugarry. Les Marines et Blancs centrano la finalissima, ma si arrendono al Bayern Monaco. Zinédine Zidane saluta il Bordeaux finendo l’annata con 6 reti e 33 presenze, oltre a ricevere il suo secondo Trophées UNFP du Football in qualità di miglior giocatore del 1996.

LO SBARCO A TORINO SPONDA BIANCONERA – Nel 1996 approda sotto la Mole, alla Juventus, tramite un’operazione che alla società bianconera costa circa 7,5 miliardi di lire. Inizialmente Zizou fatica un po’ sotto l’aspetto fisico, ma presto si mette in evidenza con la sua nuova casacca. Il suo primo gol, datato 20 ottobre 1996, arriva nella sfida vinta 2-0 contro l’Inter. Il primo anno di Juve è colmo di successi per lui, con la quale solleva la Coppa Intercontinentale, la Supercoppa Europea e vince lo scudetto. Zidane è attore protagonista di questi trionfi, locupletati da 5 reti e 29 apparizioni in Serie A. Nel 1997-1998 si aggiudica la Supercoppa Italiana. In campionato disputa 32 partite e firma 7 gol, terminando il torneo con la conquista del suo secondo scudetto consecutivo. Laureatosi campione del mondo nel 1998, Zizou si fregia del riconoscimento personale più prestigioso del calcio: il Pallone d’oro. Infatti, nel dicembre del 1998, diventa il quarto giocatore francese della storia a ricevere questo premio. Di contro, l’annata 1998-1999, non è per nulla felice, perché va in rete solo due volte in 25 gare, oltre a rimanere vittima di un grave infortunio a fine stagione. Nel 1999-2000 Zinédine Zidane è il candidato numero uno alla vittoria del suo secondo Pallone d’Oro, anche grazie alle splendide prestazioni di Euro 2000. Tuttavia, per colpa dei troppi cartellini rossi collezionati in Champions League, svanisce l’opportunità di bissare l’importante successo personale. Nella stagione 2000-2001 trova una certa affinità con David Trezeguet, tanto da condurre la Juve in cima alla classifica. Ciò, però, non è sufficiente, perché il 2-2 contro la Roma fa sfumare l’obiettivo scudetto della Vecchia Signora. Zizou chiude l’annata con 6 reti in 33 partite e, con la maglia a strisce bianconere, totalizza 212 match conditi da 31 gol, di cui 24 in campionato.

LA CESSIONE AL REAL MADRID – Nel 2001 si concretizza l’acquisto più costoso della storia del calcio sino a quel momento: Zinédine Zidane passa al Real Madrid per 150 miliardi di lire. L’avvio è tutt’altro che esaltante, poiché il marsigliese fatica a guadagnarsi una maglia da titolare per via della spietata concorrenza con calciatori straordinari del calibro di Raúl e Figo. Ma con il suo approdo le Merengues vincono subito la Supercoppa di Spagna. La sua prima rete, invece, giunge il 15 settembre 2001 con il Real Betis. Molto presto il fuoriclasse transalpino diventa attore principale nella stagione dei Galácticos, suggellata da una prodezza balistica d’antologia nella vittoria per 2-1 contro il Bayer Leverkusen nella finale di Champions 2000-2001. Zizou raccoglie un cross di Roberto Carlos e lo tramuta in un sinistro al volo, violentissimo, di rara bellezza e precisione, che si stampa sotto il sette. Un gol apollineo, memorabile, uno fra i più belli e importanti della storia moderna di questa competizione. Così, Zidane alza la sua prima coppa dalle grandi orecchie dopo averne sfiorate due in bianconero e, successivamente, solleva al cielo anche la Supercoppa Europea, nonché la Coppa Intercontinentale e la prima Liga Spagnola (nella quale firma 9 reti in 33 match) alcuni mesi dopo. Nell’annata 2002-2003 vince il campionato e di nuovo la Supercoppa di Spagna, mentre nel 2003-2004 la stagione si chiude in modo fallimentare per lui e per il Real Madrid, quarto in graduatoria. Il 2006 è l’ultimo anno di Zidane con indosso la camiseta blanca, e il 7 maggio gioca la sua ultima partita a livello di club nella meravigliosa cornice del “Santiago Bernabeu” di Madrid, con il Villareal. I supporters madrileni lo salutano con tracimante affetto, sventolando dei cartelli con il suo nome e il suo numero di maglia: il 5. I suoi compagni di squadra, invece, vestono magliette commemorative con la scritta “Zidane 2001-2006”. Lui segna il gol del momentaneo 2-2 (3-3 al triplice fischio) su colpo di testa, servito da un cross di Beckham.

LA NAZIONALE FRANCESE – Dopo aver indossato la maglia della Nazionale Under 17, 19 e 21, Zinédine Zidane debutta a 22 anni in quella maggiore, convocato da Aimé Jacquet a suon di prestazioni maiuscole. L’esordio è di quelli con il botto. Nel corso della sfida con la Repubblica Ceca del 17 agosto 1994, sostituisce Corentin Martins al sessantatreesimo e sigla una doppietta che permette alla Francia di avere la meglio sull’avversario. Ormai titolare pressoché inamovibile, fa parte della spedizione francese per l’Europeo del 1996 in Inghilterra, ma il franco-algerino non brilla particolarmente, e i galletti vengono eliminati in semifinale, ai calci di rigore, dalla Repubblica Ceca. Nel 1998, al Mondiale di Francia, Zizou figura ovviamente nella lista dei convocati, risultando decisivo soprattutto in finale contro il Brasile campione in carica, sconfitto 3-0 grazie a una doppietta del fantasista e a una rete di Emmanuel Petit. Così, la Francia, conquista la prima Coppa del Mondo della sua storia. Nel 2000 Zidane è presente all’Europeo di Belgio e Olanda. Risolve con una rete i quarti di finale disputati contro la Spagna e, inoltre, è ancora decisivo in semifinale, contro il Portogallo, grazie al suo golden gol. Il 2 luglio, nella finalissima di Rotterdam contro l’Italia, si laurea campione d’Europa per la prima volta con la casacca della Nazionale, grazie a un altro golden gol, stavolta di David Trezeguet, dopo il punteggio di 1-1 dei tempi regolamentari. Zizou è nominato vice-capitano dopo l’addio ai galletti da parte di Deschamps. Il 26 maggio 2002, poco prima della partenza per i Mondiali asiatici, il numero 10 si ferma per un infortunio al quadricipite della coscia sinistra. Senza di lui la Francia ottiene solo un misero punto in due partite con Senegal e Uruguay. Poi, torna in campo contro la Danimarca, ma a causa di una condizione fisica molto deficitaria disputa un match assai opaco, che la sua Nazionale perde 2-0. Dopo un Mondiale di infimo livello i francesi strappano il pass per EURO 2004. Zidane deposita la sfera nel sacco nella gara contro la Svizzera, vinta per 3-1. Però, la Francia, esce anzitempo di scena dalla manifestazione, eliminata ai quarti per mano della Grecia. Nell’estate del 2005, dopo aver annunciato il suo ritiro dalla Nazionale, Zizou cambia idea e rientra a tutti gli effetti in Bleus. Ergo, vola in Germania per il Mondiale del 2006. Agli ottavi è protagonista con un gol nel 3-1 con la Spagna, oltre a sfoderare prestazioni eccellenti tipo quella in semifinale con il Portogallo, partita in cui trasforma un penalty che consente ai suoi di raggiungere la finale contro l’Italia. Al pronti-via della finalissima, tramite un rigore a cucchiaio, porta in vantaggio la Francia, ma verso il termine del big match compie un gesto inconsulto che fa il giro del mondo in pochissime ore: sferra una testata a Marco Materazzi, che paga con l’inevitabile cartellino rosso. Questa espulsione è la dodicesima della sua carriera, troppo per un trequartista, e indice di atteggiamenti in campo, a volte iracondi, che, in parte, macchiano la sua sontuosa storia calcistica. Nonostante ciò, Zidane è ugualmente eletto miglior giocatore del torneo, chiudendo così la sua carriera da calciatore. Quanto alla vicenda Materazzi, Zizou chiede venia pubblicamente, ma ritiene di essere stato provocato reiteratamente e di aver ricevuto insulti indirizzati alla sua famiglia, offese che hanno scatenato in lui quella reazione sconsiderata.

IL BREVE INCARICO DA DIRIGENTE – Il primo giugno 2009 è il consigliere del presidentissimo Florentino Pérez, patron del Real Madrid. Mentre il 7 luglio 2011 annuncia la sua nuova mansione da direttore sportivo delle Merengues insieme a Miguel Pardeza.

LA CARRIERA DA ALLENATORE – Appesi gli scarpini al chiodo, dal 9 luglio 2013 è il vice di Carlo Ancelotti sulla panchina del Real Madrid, ma ciò non gli impedisce di proseguire la sua attività in veste di direttore sportivo. Il 25 giugno 2014 siede sulla panca del Real Madrid Castilla, seconda squadra dei Blancos, che milita nella terza divisione del campionato spagnolo. Poi, il 4 gennaio 2016, causa l’esonero di Rafael Benitez, compie il grande salto di qualità: diventa allenatore della prima squadra madrilena. Al debutto batte con un roboante 5-0 il Deportivo La Coruna, al “Santiago Bernabeu”. Il 28 maggio 2016, invece, arriva il trofeo per club più importante d’Europa: la Champions League. Grazie a questa prestigiosissima conquista, Zinédine Zidane è il primo tecnico francese vincitore della coppa dalle grandi orecchie, eccezion fatta per il naturalizzato Helenio Herrera. L’annata seguente guida i galácticos alla vittoria della Supercoppa Europea e del Mondiale per club, ma anche all’aggiudicazione della Liga, dopo cinque anni di digiuno. Il 3 giungo 2017, nella finalissima di Cardiff, solleva la dodicesima Coppa Campioni del Real Madrid superando la Juventus con un sonoro 4-1, nonché divenendo il primo tecnico della storia ad aver conseguito due edizioni consecutive del trofeo nell’era della Champions League. Come se non bastasse, grazie all’accoppiata campionato-Champions, Zizou centra un doblete dopo cinquantanove anni. L’anno successivo arriva la vittoria in Supercoppa Europea con il Manchester United, qualche giorno più tardi la Supercoppa di Spagna contro gli eterni rivali del Barcellona e, a dicembre, il titolo di campione del mondo per club, frutto dell’1-0 con il Gremio. Ed è qui che Zidane ottiene un altro record: è il primo allenatore capace di vincere questa competizione per due volte consecutivamente. Il 26 maggio 2018, a Kiev, è il giorno della sua terza Champions da coach, dove sconfigge il Liverpool per 3-1. Anche in questo caso, tanto per cambiare, è record assoluto, poiché figura come il primo e unico Mister ad aver alzato al cielo tre coppe dalle grandi orecchie di fila. Poi, il 31 maggio 2018, come una sorta di fulmine a ciel sereno, Zizou matura una decisione dai più inaspettata: abbandona la guida tecnica del Real Madrid.

Zinédine Zidane ha fatto innamorare follemente milioni di tifosi juventini che ha mandato in visibilio nell’arco della sua esperienza quinquennale e, inoltre, ha rappresentato un’icona sacra per tutti gli esteti del calcio. Un gesto tecnico che per un giocatore normale sembrava impossibile, lui lo effettuava con una naturalezza disarmante. Sembrava che al posto degli scarpini avesse due bacchette magiche, un prestigiatore che deliziava gli spettatori e dispensava perle di saggezza calcistica a iosa. Il suo tocco di palla era estasiante; quando stoppava il pallone pareva avesse un magnete, ma il suo vero e proprio marchio di fabbrica era la ruleta, preziosismo tecnico di pregevolissima fattura con il quale sbalordiva i suoi diretti marcatori. Zizou è da annoverare irrefutabilmente fra i più grandi di sempre. Il Giotto del calcio.

(di Stefano Dentice)

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