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Come abbandonare le ansie da finale e la “TachiCardiff”

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La master certified coach, Marina Osnaghi regala qualche consiglio per scacciare le paure e vincere la Champions

Dopo la sconfitta di Berlino contro il Barcellona nel 2015, la Juventus ha raggiunto il triste primato delle sei finali perse nella massima competizione continentale. Sono infatti soltanto due su otto le finali vinte dalla Juventus che domani proverà a sottrarsi ad una vera e propria maledizione. Per dare quindi una mano ad Allegri e alla squadra, escludendo gesti scaramantici e scongiuri. la prima master certified coach in Italia, Marina Osnaghi,punto di riferimento nel Belpaese nella disciplina, ha stilato un decalogo di consigli concreti per prepararsi al meglio alla sfida epocale, abbandonare le paure, raccogliere le ultime forze e vincere finalmente il titolo più prestigioso. TachiCardiff non ti temiamo..!

IL DECALOGO DI MARINA OSNAGHI

FASE 1: PREPARAZIONE INTERNA

1. La devozione all’allenatore dev’essere assoluta, nel darsi e lavorare e non crollare sotto la fatica: sfidarla fino al prossimo limite per arrivare al risultato e ripartire.
2. La parte psicologica: la gestione degli stati interiori, nella frustrazione degli errori, è fondamentale. La testa produce pensieri collegati alla tensione nervosa. Il voler vincere dev’essere un pensiero potenziante e non un pensiero ostacolante: dico si a ciò che sta per accadere ed alla mia possibilità.

FASE 2: PREPARAZIONE ATLETICA

3. Unire gli allenamenti intensi e vincere la sfida della stanchezza fisica unendola a quella mentale: non mollare mai, qualunque sia la fatica. Pensare al proprio corpo come ad un patrimonio da sostenere e curare per poterlo portare alla massima potenza.
4. Seguire le indicazioni dei preparatori e superare la fatica ed il dolore degli eventuali infortuni, utili per affrontare l’impatto immediato sulla mente del rientro in campo.
5. Conoscere il normale ciclo del corpo che vive stati di lavoro e di necessità di riposo, caratterizzati da una realtà biochimica: pensiamo ad esempio alla GAS, (dalle ricerche del dottor Hans Seyle sulla General Adaptation Syndrome) che si sviluppa in 3 fasi.
6. Allarme: ovvero “sono di fronte alla squadra avversaria e devo vincere! Abbiamo perso la palla, dobbiamo riprenderla!”.
7. Resistenza ed adattamento: ovvero “resisto e continuo a correre, studio l’avversario prima e dopo la partita, mi preparo, mi sforzo di esserci ogni minuto durante la partita”.
8. Depressione ed esaurimento: ovvero “ora dovrei riposarmi, ho vinto, mi rilasso, il corpo lo vorrebbe…eppure no! Sto già pensando alla prossima partita, alla Champions, alla responsabilità verso i tifosi, l’allenatore, la squadra e tutti!” E’ importante infatti saper affrontare l’inevitabile depressione che segue gli stati di forte produzione di stress e adrenalina per portare a termine l’impresa.
9. La preparazione tattica dev’essere attenta: lo studio dell’altra squadra, la ponderazione e l’approccio strategico della tecnica, del gioco, di limiti e potenzialità sono imprescindibili.

FASE 3: COMUNICAZIONE

10. Fare attenzione a come vengono veicolati i messaggi attraverso la comunicazione per non sconvolgere gli equilibri instaurati. Indagare su come questi canali vengano utilizzati, per accompagnare motivazione, comprensione, sfida, riconoscimento e quanto altro sia importante veicolare nel gruppo a sostegno della reciproca comprensione e chiarezza di obiettivi e strategie.

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