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Allegri, un calcio alle polemiche: «Siamo ai limiti della follia»

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Il tecnico bianconero invita l’ambiente calcio a darsi una regolata: «Serve educazione e rispetto, i bambini ci guardano»

Vigilia di Juve-Porto, ritorno degli ottavi di finale di Champions League. Nella sala stampa dello Juventus Stadium prende la parola Massimiliano Allegri, dialetticamente in gran forma: «Domani i rischi ci sono perchè le gare di calcio non sono mai scontate. Il Porto disputerà una ottima partita. Sanno giocare queste gare, come a Roma nei preliminari Champions, e per noi sarà dura. Dovremo essere bravi a indirizzare la gara come vogliamo noi. Domani conta passare il turno, non l’immagine. Dovremo giocare in maniera seria e lo faremo, consapevoli che per qualificarci dovremo giocare un’altra grande partita. Per quanto riguarda la condizione fisica stanno tutti bene tranne Sturaro. Però devo gestire al meglio le forze, è un periodo intenso. Posso dirvi che domani giocherà Marchisio. Accanto a lui uno tra Khedira e Pjanic. Chiellini è rientrato con la squadra ma devo valutarlo domattina. Vincere la Champions? Ci proveremo, due anni fa siamo arrivati in finale. Noi creiamo i presupposti per vincere questa coppa poi se ci sarà una squadra più forte di noi…».

Inevitabile la domanda sul burrascoso dopo gara contro il Milan: «Posso dire che il calcio italiano deve prendere un indirizzo diverso. Non siamo di buon esempio. Serve educazione e rispetto soprattutto per i bambini che fin da piccoli vedono che succedono certe cose. Ma quello di venerdi è solo l’ultimo episodio di una lunga serie. Occorre che il calcio italiano faccia un percorso diverso. Ma bisogna fare, non parlare soltanto. E avere la cultura della sconfitta. In Italia tutto questo è difficile. Si fa il contrario di quel che si dice. Bisogna cercare di essere più bravi nel fare cose per il futuro, programmare. Venerdi è stata una bella gara in campo. La Juve ha meritato di vincere. Il Milan sta facendo buone cose ma i valori in campo erano delineati. Comunque le polemiche non devono intaccare quello che sta facendo la mia squadra, su 28 partite ne abbiamo vinte 23, 1 pareggiata e 4 perse. Non siamo quindi attaccabili. Gli episodi possono andare contro e a favore ma ci si ricorda solo delle cose che ci vanno contro mentre di quelle a favore mai… Siamo ai limiti della follia. Poi non ci stupiamo se la gente che va allo stadio si fomenta, se poi succedono casini è normale. Parlo da padre, non da allenatore della Juventus».

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