Analisi tattica Juve Sampdoria: Rabiot è decisivo negli inserimenti
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Analisi tattica Juve Sampdoria: Rabiot è decisivo negli inserimenti

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Analisi tattica Juve-Sampdoria: la partita dello Stadium analizzata nei dettagli. Le mosse di Maurizio Sarri e Claudio Ranieri

(Di Jacopo Azzolini) All’Allianz Stadium si affrontano la Juventus capolista e la Sampdoria. Il match e le mosse dei due allenatori analizzate e studiate nei minimi dettagli.

L’importanza di Rabiot

Contro la Sampdoria, la Juve ha incontrato alcune delle difficoltà tipiche della stagione. Ossia, grande sterilità quando si affronta un blocco difensivo molto basso. Il 4-4-2 della Sampdoria, infatti, ha negando molto bene gli spazi agli avversari, con linee molto compatte. Ogni tanto la Juve riusciva a servire Matuidi e Rabiot tra le linee, ma hanno commesso qualche errore tecnico di troppo: si è avvertita la mancanza di mezzali/trequartisti bravi nel fraseggio.

L’ex Psg ha comunque fatto la differenza con movimenti senza palla di grande livello. In una squadra però molto statica, la fisicità di Rabiot si sta rivelando un toccasana. Oltre ai break e all’intensità che mette nei contrasti, è uno dei pochi dinamici nell’aggredire gli spazi. Non a caso, le punizioni di fine tempo (tra cui quella del gol) sono nate proprio da suoi smarcamenti, con Ronaldo che lo ha ben servito. Ha anche avviato alcune transizioni dopo aver recuperato palla in mezzo al campo. Insomma, in una Juve statica, è fondamentale la capacità di Rabiot di buttarsi dentro (oltre che lo strapotere fisico).

L’ordine di Pjanic

In una delle sue ultime partite alla Juve, Pjanic ha offerto una prestazione più che dignitosa. La squadra lo ha servito abbastanza bene alle spalle dei due attaccanti blucerchiati, ma in generale si è mostrato dinamico e associativo. Spesso in stagione gli si è rimproverata un’eccessiva timidezza, ma contro la Sampdoria ha accompagnato molto bene l’azione offensiva, era alto e partecipe in zona di rifinitura.

Inoltre, era pimpante anche senza palla. Nel primo tempo ha accompagnato bene il pressing (da un suo recupero palla nasce il tiro di Bernardeschi) ed era più intenso del solito nella riaggressione.

L’attenzione di Bonucci e De Ligt

Nel secondo tempo, anche dopo l’espulsione di Thorsby, la Juve ha sofferto parecchio, manifestando i limiti già emersi in questa fase di stagione. I bianconeri si sono fatti schiacciare, difendendosi oltretutto male nella propria trequarti. Linee sfilacciate e grande facilità della Sampdoria nell’andare al cross. I blucerchiati allargavano bene il gioco per consentire alle ali di puntare i terzini: Alex Sandro nello specifico ha sofferto molto Lleris e De Paoli. Il Doria voleva crossare sul secondo palo, limite cronico della difesa a zona (così sono arrivate diverse occasioni).

Per fortuna di Sarri, Bonucci e De Ligt hanno effettuato tanti interventi provvidenziali in situazioni molto pericolose (e lo stesso Szczesny ha fatto grandi parate). In tal modo, si è mantenuta la porta inviolata contro una Sampdoria che nella ripresa dava la sensazione di far male con grande facilità.

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