Balzarini: «Insultato dai tifosi perché difendevo Allegri, ora...»
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Balzarini: «Insultato dai tifosi perché difendevo Allegri, ora…» – ESCLUSIVA

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Gianni Balzarini commenta la sconfitta della Juventus in finale di Coppa Italia: ecco le parole, in esclusiva, del noto giornalista

La Juventus affronta il giorno dopo la sconfitta in finale di Coppa Italia contro il Napoli, cercando di mettere insieme i cocci. Gianni Balzarini, storico volto di Sportmediaset, in esclusiva a Juventusnews24 esprime le sue opinioni sulla gara di ieri sera all’Olimpico di Roma.

Quale sono le sue impressioni sulla sconfitta di ieri sera in finale di Coppa Italia?
«La Juve è abituata a ben altre situazioni anche se è vero che la finale è sempre una partita a sè. Questa è una situazione che ha avuto continuità dalla gara di semifinale contro il Milan, una squadra che ha prodotto in due partite tre parate del portiere avversario, mentre ha subito parecchi tiri in porta».

A questo proposito, nota di merito per Buffon.
«Buffon è stato il migliore in campo e questo ha una sua valenza, dal punto di vista personale è sempre Gigi Buffon e la cosa non deve stupire; dal punto di vista della squadra deve un po’ preoccupare, perchè quando il tuo portiere è il migliore in campo, qualcosa non va».

Cosa pensa del gesto di Agnelli, che ha premiato i calciatori del Napoli a fine partita?
«Un gesto molto bello, importante, non dimentichiamo che c’è comunque un asse Agnelli-De Laurentiis a livello di politica federale, sugellato dal gesto di ieri sera. Sono due presidenti che hanno idee piuttosto vicine, un gesto dal punto di vista umano bello e apprezzabile».

Una Juve diversa da quella vista negli ultimi anni.
«Siamo di fronte ad un’ulteriore conferma di un cambio di filosofia: meglio crescere sul piano del gioco e dopo i risultati arriveranno che portare qualche risultato con senso pratico. Sono due mondi che si scontrano, fino all’anno scorso ha portato a 11 titoli in 5 anni, ora è diverso. Il senso pratico lo ha avuto il Napoli ieri, poteva segnare prima, poi anche dopo quando Buffon ha mandato all’ultimo minuto quel tiro sul palo. Non ho visto Meret impegnato ieri sera. La ricerca del gioco, il possesso palla, mi stanno bene ma ogni tanto servirebbe la classica partita sporca che magari non fa parte della filosofia di Sarri ed è una cosa rispettabilissima, non è una critica la mia».

Come le è apparso Maurizio Sarri a fine gara?
«Dispiace umanamente per lui perchè non riesce a centrare un trofeo italiano, va bene che lui ricorda le 8 promozioni in carriera ma sa anche lui che a livello mediatico conta di più vincere tra i professionisti, così come è stato bravo vincere l’anno scorso un’Europa League con il Chelsea, pur perdendo ai rigori la Coppa d’Inghilterra. Quest’anno ha fallito due obiettivi, quello della Supercoppa Italia e quello di ieri. Dispiace per lui, è chiaro che la sconfitta fa parte del bagaglio culturale di un professionista e credo che ne farà tesoro».

I tifosi hanno inneggiato al pragmatismo di Gattuso, chiedendo a gran voce il ritorno di Allegri o il colpo Guardiola.
«La cosa mi fa ridere perchè io l’anno scorso mi prendevo un sacco di insulti quando difendevo l’operato di Allegri e nell’ultima diretta Facebook della scorsa stagione dissi: “Spero per voi che non dobbiate rimpiangerlo”. E’ chiaro che non si può dire che debba essere rimpianto Allegri perchè c’è ancora un campionato da portare a termine e una Champions in cui la Juve ha grandissime chances di passare il turno ed accedere alla Final Eight. Ogni giudizio va sempre dato al termine di una stagione, mai durante».

Ora si pensa al campionato: avrà ripercussioni questa sconfitta?
«Io credo ci vogliano 3-4 partite dalla ripresa del campionato per capire dove possa arrivare questa squadra. Io credo che la Juve sia sempre la più forte di tutte ma è chiaro che possano esserci delle sorprese. Aspettiamo e poi i bilanci vanno fatti a fine stagione, ma non li facciamo soltanto noi addetti ai lavori ma li fa anche la società, non solo quelli economici che sono importantissimi, ma anche quelli tecnici».

Cristiano Ronaldo ha deluso, sia in semifinale che in finale. Cosa succede al campione portoghese?
«Ha avuto due rigori: il primo Donnarumma glielo ha messo su palo e il secondo in movimento, dove mi sarei aspettato qualcosa di più, magari il tiro più angolato o addirittura sul primo palo. Quello che mi ha colpito ieri di Ronaldo non è tanto il fatto che abbia sbagliato la conclusione, ma che sia andato alla conclusione due volte in due partite e che per certi tratti non ci si sia resi conto che fosse in campo. Questo lo umanizza molto e fa capire che è una persona come le altre che può incontrare momenti di difficoltà. E’ un giocatore molto tecnico e come tale fatica a rientrare subito in forma e non dimentichiamoci che al di là dei tanti discorsi sulla sua età biologica, la sua età biografica va verso i 36 anni l’anno prossimo. A metà della prossima stagione, il 5 febbraio, Ronaldo compirà 36 anni e quindi anche ieri c’è stata la testimonianza del fatto che con un pallone giocato magnificamente da Dybala, Ronaldo di tre anni fa avrebbe bucato la porta, avrebbe fatto il buco nella sagoma come nei cartoni animati, è evidente che c’è una questione anagrafica come è normale che ci sia. Anzi, sta facendo fin troppo, a volte si pretende troppo da lui: se ci si aspetta sempre la partita perfetta o i numeri… anche Messi ha fatto fatica nell’ultima gara contro il Leganes. Il Barcellona ci ha messo un po’ per aver ragione del fanalino di coda della Liga… sono considerazioni da fare».

Dove intervenire sul mercato?
«Il discorso è che servirebbe qualche innesto a centrocampo. Ma innanzitutto serve una prima punta, perchè la Juve non ha una prima punta e l’unico che può fare quel ruolo è al momento infortunato, ovvero Higuain. Ronaldo non può fare la prima punta, si è visto chiaramente anche ieri. L’orientamento della società su Milik, intanto, è da confermare. Poi serve un cambio di passo a centrocampo, un cambio di qualità, ma questo si paga. Il mercato di quest’anno non offrirà alla Juventus questa possibilità, come non la offrirà a nessuno. E’ un mercato fermo, nel quale tutti si guarderanno in cagnesco aspettando la prima mossa, dove nessuno comprerà senza aver venduto. Nesuno comprerà allo scoperto, tantomeno la Juve che ha bisogno di tenere in ordine i bilanci. Dunque, Pogba è fantacalcio, nomi del genere sono fantascienza. Mi spiace deludere i tifosi, ma almeno che il Manchester United non si innamori di 3-4 giocatori della Juve, io credo che Pogba difficilmente si vedrà in bianconero. Sento parlare tifosi e adetti ai lavori che dicono: ‘Perchè non gli diamo Pjanic e Rabiot?’. Ma non è così semplice, prima di tutto si deve vedere se il Manchester United sia interessato a questi giocatori, ma si deve rimarcare anche la volontà dei giocatori a trasferirsi in quel club. Il tira e molla tra Pjanic e Arthur: il brasiliano non è convinto di approdare a Torino, mentre Pjanic è convintissimo di andare al Barcellona, e vorrei vedere, lo ha cercato Messi, tutti vorrebbero andare. Ma fare gli scambi non è così semplice, non è che dai le noccioline in cambio…».

Si ringrazia Gianni Balzarini per la gentilezza e la disponibilità mostrate in occasione di questa intervista

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