Del Piero: «Raccolta fondi? Siamo una grande squadra, aiutiamo l'Italia»
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Del Piero: «Raccolta fondi? Siamo una grande squadra, aiutiamo l’Italia»

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Alex Del Piero commenta la situazione del calcio, fermo a causa dell’emergenza Coronavirus, e non solo: le sue parole

Da Los Angeles, Alex Del Piero vive la situazione del Coronavirus, che sta interessando l’Italia intera. L’ex capitano bianconero ha parlato così ai microfoni di Sky Sport.

CORONAVIRUS NEGLI STATI UNITI«Noi stiamo vivendo quello che si viveva in Italia 2-3 settimane fa, quindi la presa di coscienza seria del problema. Non ci sono al momento linee guida, la gente affolla i supermercati, ci sono meno persone in giro che circolano. C’è chi fa smartworking. Noi italiani, avendolo vissuto anche se da qui ci siamo premoniti in precedenza con il rischio che Los Angeles venga chiusa, così come altre città. Sicuramente non rimarrà immune Los Angeles, sebbene non tutti i dati sono stati forniti».

RACCOLTA FONDI«È una cosa fighissima, usando dei termini giovanili. Da quando è nata la chat la portiamo avanti con tutto quello che può caratterizzare le iniziative. Ci sono le risate, la vita personale… Questo è il focus delle chat. Ci divertiamo, parliamo anche di cose importanti dei singoli. Questa idea la vogliamo sostenere e portare avanti dando un contributo alla Croce rossa italiana, focalizzato sull’emergenza Coronavirus. Nello specifico oggi, oltre a tutto quello che già fatto, provvedono e assicurano trasporti straordinari o acquistano mascherine, tute e il kit che serve per ovviare a questa emergenza. È una cosa che va avanti passo dopo passo, ogni giorno cambia. Non c’è nessuna gara, la beneficenza riguarda tutti. Abbiamo parlato di questa iniziativa parlando con fusi orari diversi, vuole essere uno stimolo in più. Facciamo tutti parti di una grande squadra, vogliamo stimolare l’estero e far partecipare tutto il mondo perché l’Italia è uno dei Paesi più colpiti. Portiamo avanti le nostre promozioni sotto tutti i livelli, questo è qualcosa in più che riguarda un gruppo che si è ritrovato in questa vittoria incredibile e inaspettata. Vorremmo suscitare nelle persone che ci seguono la sensibilità al nostro Paese».

MONDIALE 2006«Ognuno di noi aveva reazioni diverse. Arrivavamo dalla partita contro la Germania che è stata epica dal punto di vista fisico ed emotivo ma dovevamo preparare la finale di Coppa del mondo. C’è chi era più tranquillo, chi meno, chi giocava a carte… Fino alle 22.30 c’è stata vita comune insieme, poi qualche gruppetto si è ritirato in camera. Come vivere questo momento è impossibile da descrivere, ognuno di voi potrebbe farci un film perché ripercorri tutte le emozioni che hai vissuto da professionista e da bambino. Essere lì e viverlo ti fa tornare indietro, è quello che mi è capitato quando sono andato a battere il calcio di rigore. Erano 20 secondi ma per me erano 3 anni di vita, calcoli tutto. Io personalmente ero abbastanza tranquillo anche se ho dormito poco la sera prima. Pensavo che fosse arrivato il momento anche per noi. Meritavamo un riconoscimento così. Si sentiva la tensione, io ho detto: “Dai ragazzi, domani ce la faremo”. In quei trenta secondi, ho anche pensato: “Dai Ale, stai solo tirando un rigore davanti a 2 miliardi e mezzo di persone, rappresentando il tuo Paese che non vince da una vita. Se lo sbagli neanche se lo ricorderanno”. Poi ho detto: “È arrivato il momento, fai quello per cui ti sei sempre preparato”».

CAMPIONATO«La cosa più ovvia sarebbe quella di ripartire il prima possibile, ovviamente tenendo come priorità la salute di tutti, e far slittare tutto di un mese o due, con un punto di domanda sugli Europei. Si deve cercare di cambiare la data».

SCADENZA 30 GIUGNO«Bisogna usare il buon senso al di là delle regole e dei contratti. Tutto può slittare al di là delle volontà dei giocatori. Il buon senso deve essere usato a tutti i livelli. Non si può, nel mondo calcistico, dire: “Io finisco il 30 giugno quindi il 1 luglio non gioco”. Stiamo affrontando un’emergenza Mondiale».

LIVELLO MENTALE«Fortunatamente tutti i giocatori non hanno a che fare con questioni economiche. Tante persone hanno a che fare con la perdita del lavoro e dovranno ricostruire una vita dopo due mesi in una realtà completamente diversa. Finito il coronavirus non torna tutto uguale, ci sarà un periodo di assestamento. Quelli a livello professionistico non hanno questo problema, devono dare un grande segnale di buon senso. Sotto l’aspetto sportivo saranno un pelino meno allenati, ma torneranno con grande voglia di giocare».

GOL«Il gol in Intercontinentale ha chiuso un percorso con la Juventus incredibile, nel ricominciare a vincere campionato e Champions League. Quello è uno dei più importanti insieme ai due nel Mondiale 2006. Riuscire a segnare in semifinale e finale devo dire che è un regalo che per me è incredibile. Quello tecnicamente più difficile è quello del ’94 contro la Fiorentina, è stato il più complicato, non so neanche come mi sia venuto in mente. Un aggettivo? Forse surreale».

DYBALA«Io credo che a ridosso di una prima punta sia la soluzione migliore per lui. Ha capacità di assist, di segnare… Deve stare a ridosso della punta. Lo vedo meno come prima punta anche se è molto generoso, corre tantissimo, sa aprire gli spazi per altri giocatori. È perfetto come raccordo tra centrocampo e attacco».

SARRI«Una risposta breve non basta. Ogni idea di calcio come quella che Sarri è riuscita a fare a Napoli ed Empoli richiede tempo di allenamento, comunicazione all’interno del quotidiano. Con la Juve gioca tante partite e questo tempo viene a mancare. A volte serve più di un anno. La Juve ha alternato del bel calcio, a volte lo ha fatto vedere. Credo sia sulla strada giusta. In Serie A in testa, ha possibilità di qualificarsi in Champions. È nella situazione ideale».

GUARDIOLA«Credo che un allenatore come Guardiola faccia bene ovunque vada, come mentalità, modo di giocare… Vedremo quello che sarà».

CHAMPIONS «Ha delle grosse chance perché ha tante qualità e ha una storia, con grandi campionati. Ha l’ambizione di vincerla e queste sono qualità fondamentali. Ci devono essere le stelle che girano a favore ma la Juventus ha tutte le qualità da diversi anni per vincere la Champions. Non è perché ha Cristiano Ronaldo, ha una struttura costruita per fare questo».

MIGLIOR PARTNER D’ATTACCO«David o Pippo? Sono due goleador incredibili, con entrambi ho avuto un rapporto fantastico sul campo! Qualche battuta su Pippo si può anche fare! La nostra natura era quella di ottenere sempre il massimo, con tutt’e due ho segnato tanto, fatto tanti assist… Mi mixavo benissimo, sono due goleador nati, hanno il fiuto per il gol e grande capacità di coordinamento, riuscivano a segnare in tutti i modi. Era semplice mettere palla e loro riuscivano a segnare. Non mi sento di sceglierne uno».

RIMPROVERO GATTUSO «Tra i miei record ho quello di essere stato rimproverato da Gattuso per essere stato troppo rude. Affilava un po’ di nervosismo da parte mia, questa amichevole l’ho fatta con troppa decisione. Rino mi disse: “Va bene anche se sei meno duro negli interventi o nella comunicazione”. Non è successo niente di grave ma è stato un momento dove lui e qualche mio compagno mi hanno scherzosamente ripreso».

MILAN«Io credo che un campione come Ibra può dare tanto anche sotto il profilo della sicurezza personale dei giocatori. Sentirsi più forti è importante ma ci deve essere una struttura societaria, di allenatore e giocatori che va nella stessa direzione. Il cambio d’allenatore denota che ci sono dei problemi. Quando staff, giocatori e società si può fare qualsiasi cosa. Se questo accade in un anno, due o tre non lo sa nessuno. È complicato, non si può dire “Dal prossimo anno vinciamo”. In Italia lavorano 5-6 squadre per vincere il titolo e nella Champions è così ancor di più. È una situazione complicata che va gestita passo dopo passo».

PASSATO«Quale squadra ha provato ad avermi con più insistenza? La Juventus».

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