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Elezione presidente Figc, Abodi: «La Juve è con Tavecchio»

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Lunedi a Roma si elegge il presidente Figc. Lo sfidante dell’attuale numero uno di via Allegri lancia il rush finale

Si avvicina il giorno dell’elezione del presidente della Figc. Lunedi a Roma, nel primo pomeriggio, si deciderà chi sarà il numero uno del calcio italiano. Gli sfidanti-candidati a salire sullo scranno più alto di via Gregorio Allegri sono il lombardo Carlo Tavecchio, classe ’43, presidente uscente e gran conoscitore del sottobosco e dei meandri del football nostrano, e il manager romano Andrea Abodi, classe ’60, presidente dimissionario della Lega serie B. Il favorito, allo stato dell’arte, è Tavecchio ma le sorprese potrebbero non mancare. Intervistato ieri sera da Sportitalia tv, Abodi ha chiarito alcuni punti: «Ho annunciato la mia candidatura solo il 13 febbraio – ha dichiarato il manager – perchè le campagne elettorali troppo lunghe logorano. La mia è stata una scelta coraggiosa perchè avrei potuto fare tranquillamente 4 anni di Lega B in grande armonia con tutti e raccogliendo il massimo consenso. E sarebbero ‘magicamente’ usciti 30 milioni di euro se fossi rimasto in Lega B. Ma il sistema ha bisogno di un cambio di direzione e velocità. Di maggiore trasparenza, libertà, modernità».

Abodi si ritiene ottimista sulla sua elezione a dispetto dei tanti rumors che vogliono Tavecchio favorito: «I sondaggi dicono che sono in rimonta nelle percentuali, perchè Tavecchio era accreditato sino a pochi giorni fa di un 60-40 a suo favore mentre ora pare che siamo a 53-47, e non è finita qui perchè io ritengo addirittura di essere alla pari con il mio concorrente. Sono fiducioso, 4 anni fa Giovanni Malagò venne eletto a dispetto di tutti i sondaggi. Vengo dall’esperienza manageriale e ho triplicato il fatturato della Lega B; ho costituito una società di scopo con 7 progetti in portafoglio; abbiamo stabilito un rapporto con i territori con 200 eventi all’anno; abbimao introdotto forme di contenimento spese per investire in altro, settori giovanili e infrastrutture; ho proposto a Tavecchio di accelerare sulla tecnologia in campo, ho scritto io la lettera che è stata inviata a Blatter».

Si obietta ad Abodi di essere stato insieme a Tavecchio sino a poche settimane fa, in grande armonia con il suo attuale sfidante: «E’ vero che fino a metà dicembre ero dalla sua stessa parte e non mi sarei mai candidato contro se non avessi capito che il sistema aveva bisogno di un punto di rottura. Il punto di rottura è stato dicembre quando è stata modificata la legge Melandri che regola la gestione dei diritti audiovisivi. Una modifica che devasta diverse società. C’è stata una modifica fatta senza tenere conto della nostra posizione. Ho ritenuto che fosse quindi questo il punto di rottura di un sistema che non rispetta i componenti. Quando si tradisce la fiducia si scelgono quindi strade diverse…La mia candidatura è al servizio del sistema, in questi due anni e mezzo abbiamo fatto molti passi indietro mentre invece la Lega B ha fatto un lavoro che non ha eguali in questi sei anni, grazie alla compattezza del corpo associativo e alla qualità delle persone che ci hanno lavorato. Ho fatto una scelta di vita candidandomi alla Figc, un atto di coraggio o incoscienza, ma l’ho fatto perchè il sistema ne ha assolutamente bisogno».

Non manca un giudizio sulla scelta fatta dalle ‘big’ del calcio italiano: «Mi dite che la Juventus sta con Tavecchio? Si, ho capito oggi che la Juve sta con Tavecchio. Juve, Milan e Inter stanno con il mio rivale. Fiorentina e Napoli invece non si sono ancora espresse perchè mancano gli indirizzi politici delle rispettive proprietà. La ‘mia’ Lazio sta con Tavecchio ma la Roma è con me“.

Ricordiamo le modalità di elezione: al primo scrutinio occorre il 75% dei voti dell’assemblea per vincere, al secondo il 65%, al terzo il 50% più uno dei voti. La ripartizione della rappresentanza invece è cosi suddivisa: alle leghe professionistiche vanno il 34% dei voti, suddivisi tra 17% Lega Pro, 12% Serie A e 5% Serie B; alla Lega Dilettanti va la stessa quota dei professionisti; agli arbitri il 2% e il restante 30% se lo dividono l’Associazione calciatori (20%) e gli allenatori (10%).

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