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Esclusiva, Franco Ceravolo: « La Juventus è tornata una top squadra»

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Franco Ceravolo, ex responsabile dell’area tecnica e degli osservatori Juventus, fa il punto sul calcio italiano: ecco le strategie delle squadre a quasi un mese dall’inizio della nuova stagione

Parlare di calcio – e soprattutto di calcio mercato – sembra la cosa più facile da fare. Farlo con professionalità e con dovuta esperienza, invece, impone un alto senso di conoscenza. Ecco perché da oggi, noi di Junews24, tratteremo l’argomento con i migliori “conoscitori” delle realtà italiane e mondiali. E per cominciare abbiamo interpellato Franco Ceravolo.

Direttore – se mi permetti, Franco – le recenti vittorie del Manchester United in Europa League, del Real Madrid in Champions e della nazionale tedesca under 21 agli europei di categoria mettono in risalto qualche limite del nostro movimento calcistico?

Assolutamente no, soprattutto alla luce di quanto la Juve ha fatto, arrivando ancora una volta in finale. Chiaro che c’è un progetto che ha creato i presupposti in chi arriva fino al traguardo. La Germania ha puntato sui giovani. E ora sta raccogliendo i frutti. Va quindi dato merito alla strategia della federazione tedesca.

Manchester e Real sono poi due formazioni di spessore, quindi oltre che favorite come sempre, sono riuscite anche a portare a casa i rispettivi trofei 6-7. Ma anche arrivare in finale ha un significato che non si può sottovalutare: vuol dire che hai tutte le carte in regola per competere.

Per la Juventus due finali di Champions in tre anni. Cosa manca alla squadra di Allegri per vincerla?

A livello mentale e tecnico la Juve è oramai in linea con le grandi squadre europee. Quello che certamente è venuto a mancare è stato un un pizzico di fortuna. Arrivare a giocarsi una in finale indica che ne hai le potenzialità. La società bianconera, da Agnelli a Marotta, passando da Nedved e Paratici hanno lavorato alla grande. Adesso devono sperare nel pizzico di fortuna in più, ma certamente con pochi innesti possono ambire ad arrivare ancora una volta fino in fondo.

Parlando di acquisti dico che il ragazzo acquistato dalla Sampdoria, il ceco Schick, ha colpi coi quali se ne intuiscono le sue grandi doti. Poi con Douglas Costa si aggiungerà anche esperienza “europea”. La Juve è già forte, ma oltre a ricercare giocatori utili alla causa investe anche su giocatori italiani. La più forte, anche sotto questo aspetto, perché fanno un lavoro condiviso e programmato.

Il mercato sta per entrare nel vivo: quali i veri colpi che si riusciranno a concretizzare?

Veri “colpi” non se ne sono fatti finora. Il Milan è la squadra che però ha cambiato di più. Ha resettato il proprio organico, come era d’obbligo per certi versi, anche se adesso più che di giocatori servono dei leader. Ecco spiegato il motivo di perché la Juve resta ancora la migliore.

L’Inter ha una proprietà “forte” economicamente – li conosco grazie all’esperienza vissuta in Cina al fianco di Marcello Lippi -. Può fare bene. E poi c’è il Napoli che gioca un bel calcio e un’ossatura già ben definita. Il campo sarà come al solito giudice di tutte queste parole. Se devo fare però un nome di un contendente allo scudetto faccio quello del Milan perché, sulla carta, si è avvicinato di più alla Juve.

Quali sono i tuo nuovi progetti calcistici?

A me piace documentarmi. Ho una struttura di collaboratori e vado spesso all’estero per aggiornarmi. Il mio mestiere, oggi come un tempo quando lavoravo per la Juventus, mi impone non solo di guardare partite, ma anche di confrontarmi periodicamente con altri dirigenti e addetti ai lavori. Oltre naturalmente a “scovare” nuovi e promettenti calciatori. Capirne le prospettive è molto difficile. Bisogna aver molto intuito… Vedere però un ragazzo arrivare in serie A ti gratifica di tutti gli sforzi fatti.

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