Bisogna crederci proprio perchè è obiettivamente difficile: fino alla fine!
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Bisogna crederci proprio perchè è obiettivamente difficile: fino alla fine! – VIDEO

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Chi non crede a quel “fino alla fine” non è un vero bianconero: il cammino in Champions è difficile, ma proprio per questo bisogna crederci

La sera del giorno dopo, ventiquattr’ore la disfatta del Wanda Metropolitano, il sapore è ancora amaro. Delusione tanta, anche se non abbastanza per spazzare completamente la voglia di crederci. Allegri chiede unione e annuncia venti giorni di preparazione mirata per la gara di ritorno dell’Allianz Stadium, nella quale la Juventus dovrà ribaltare il 2-0 in casa dell’Atletico Madrid. Per correggere il tiro, però, serve una profonda analisi. Adesso certamente più lucida rispetto all’immediato post gara.

Come due pugili: imprevedibilità e consapevolezza

Come due pugili ben consapevoli di somigliarsi nella tecnica e non nello stile, le due squadre si sono lasciate trascinare dall’imprevedibilità degli episodi. Con l’Atletico nella parte del picchiatore, la Juve in quella dello stilista. Per esempio: l’avvio di gara disastroso di Bonucci cambia dopo il suo colpo di testa disinnescato da Oblak, così come la prestazione di De Sciglio subisce un’evidente involuzione dopo l’errore su Diego Costa che potrebbe costare il calcio di rigore. In questo, insomma, gli uomini di Allegri non hanno saputo portare dalla loro la striscia positiva di qualche rischio scampato. L’Atletico, invece, ha fatto prevalere il fattore campo mostrando tutte le sue qualità da picchiatore, tirando fuori le ultime forze sul finale per mettere KO l’avversario prima del novantesima. Piano gara riuscito a Simeone, che sa benissimo come all’Allianz possa essere tutta un’altra storia.

E’ obiettivamente difficile, non impossibile

Chi non crede a quel “fino alla fine” non è un vero bianconero. Ribaltare il discorso qualificazione è obiettivamente difficile: non tanto per il risultato dell’andata quanto per le caratteristiche di un avversario che fa proprio della ripartenza – mentre la formazione avversaria prova a fare la partita – la sua unica arma vincente. Non è impossibile, però: basti ricordare la rimonta al fotofinish per lo scudetto dell’anno scorso, o la stessa rimonta al Bernabeu contro il Real Madrid tenendo fuori gli sciagurati minuti di recupero. Al Wanda Metropolitano l’ha persa la squadra, all’Allianz Stadium può vincerla la squadra. E la Juve – meglio non dimenticarlo – ha un’anima che si risveglia proprio quando è necessario, e tra venti giorni potrebbe darne l’ennesima dimostrazione.

FINO ALLA FINE

Adesso, però, occorre più che mai equilibrio e serenità. Rendendo positiva quella ossessione da Champions che in questi anni si è rivelata la prima avversaria in casa. Non serve attaccare Allegri, questo e quel giocatore. Bisogna solo compattarsi e stringersi intorno alla squadra. Poi, se qualcuno vorrà scendere dal carro ancora prima di giocarsela, vorrà dire che dovrà mettere seriamente in discussione l’autenticità della sua fede bianconera. Il cammino in Champions adesso è obiettivamente difficile, ma proprio per questo bisogna crederci: fino alla fine.

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