LAVAGNA TATTICA - Cosa Pirlo deve risolvere della fase difensiva
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LAVAGNA TATTICA – Cosa Pirlo deve risolvere della fase difensiva

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Nonostante i miglioramenti di Roma, la Juve di Pirlo è spesso poco intensa senza palla. E’ un aspetto su cui bisogna lavorare

Difficoltà a difendersi in avanti

Finora, la fase di non possesso della Juve di Pirlo è stata una delle principali incognite della squadra. Nelle intenzioni dell’allenatore, i bianconeri si vogliono difendere con un baricentro alto, recuperando palla in zone alte del campo e riaggredendo l’avversario non appena si perde il possesso. Tuttavia, la Juve in queste settimane ha sofferto una lunghezza eccessiva che ha reso semplice per gli avversari risalire il campo e arrivare dalle parti di Szczesny.

La tattica collettiva è carente, c’è poca coralità da parte dei movimenti, non c’è un’intera squadra che si muove in modo coordinato. In parecchi casi, la linea difensiva (conseguenza delle caratteristiche di Bonucci) resta bassa, mentre in altre situazioni vediamo buchi eccessivi tra mediani e punte.

Le distanze tra i reparti sono ampie, tant’è che Pirlo – come avvenuto contro Spezia e Ferencvaros – ha detto che è un problema seguire gli inserimenti dei centrocampisti, proprio perché la difesa non è supportata dai mediani.

 

Nella slide sopra, per esempio, il mediano del Ferencvaros corre quasi indisturbato dalla propria area di rigore fino quasi al cerchio di centrocampo. Verticalizza per i compagni alle alle spalle della mediana bianconera, con la Juve che è lunghissima. La voglia di Pirlo di mantenere un baricentro alto si è quindi scontrata con la realtà dei fatti, ossia quella di una squadra che ha poco nelle proprie indole alzare la propria linea. Anche Sarri aveva avuto difficoltà di questo tipo.

L’abbassamento del baricentro

Le difficoltà però, come detto dallo stesso Pirlo nel post Spezia, riguardano anche le fasi in cui la Juve si abbassa e si difende di posizione. I bianconeri sono lenti e poco intensi nel coprire la palla, con una scarsa aggressività contro il portatore. Quando l’avversario allarga il gioco sugli esterni, la Juve è troppo lenta nello scivolare in ampiezza: in tal modo, si subiscono tanti cross pericolosi.

Un esempio qui. Chiesa stretto, lo Spezia allarga il gioco e il terzino va al cross con poca pressione addosso: sulla palla alta, Farias sfiora il gol sul secondo palo.

Contro la Lazio, l’aspetto tattico degno di nota è che la Juve per larghe fasi del match ha rinunciato a pressare in avanti. Si è difesa anzi con un blocco piuttosto basso (40% di possesso palla nella ripresa), attaccando soprattutto in transizione. E’ stata forse la prima partita in cui la Juve ha concesso abbastanza poco rispetto alle (molte) occasioni create. I bianconeri sono stati molto corti senza palla, con un 4-4-2 che ha ben coperto soprattutto le corsie esterne. Danilo e Cuadrado sono stati solidi e attenti contro Fares e Marusic, recuperando tanti palloni in fascia.

Pur in un match nel complesso positivo dal punto di vista difensivo, in diverse circostanze la Juve ha però palesato quella mancanza di intensità che continua a essere un grosso problema tattico. Si è vista con chiarezza nel gol (Correa salta da fermo due giocatori partendo dalla linea di fondo), ma non è stata certo l’unica occasione.

 

Le due slide sopra mostrano l’azione del tiro di Correa bloccato da Szczesny nel primo tempo. Nasce da un break di Luis Alberto in cui tutta la Juve mostra una passività inquietante. Lo spagnolo riceve defilato a sinistra, nei pressi del cerchio di centrocampo: pur partendo da fermo, con diversi uomini addosso, riesce a involarsi verso l’area bianconera.

Sia Cuadrado che Bentancur sono particolarmente fiacchi in quella situazione (basti vedere la postura di Bentancur), il break del fantasista laziale li salta come birilli.

Le prospettive della Juve di Pirlo

Nonostante gli aspetti da risolvere, la Juve di Roma finalmente è stata corta. Bonucci, che nelle settimane precedenti aveva sofferto molto la voglia di Pirlo di difendere alto, è parso molto più sicuro e preciso. Inoltre, la pericolosità della squadra non è certo calata, con tante ripartenze in campo aperto che solo per imprecisione dei giocatori non si sono tradotte in gol.

D’altronde, rispetto al passato la Juve ha velocisti in grado di incidere anche si distanze lunghe (basti pensare a Kulusevski, Chiesa e Morata). Scegliere un approccio più prudente senza palla può essere quindi efficace alla luce dei giocatori a disposizione.

Il 4-4-2 di Roma.

Vedremo se Pirlo farà cambi o se rimarrà fedele ai suoi principi. Quel che è certo, è che il tecnico bresciano deve assolutamente lavorare sull’intensità della squadra. Pur in mezzo ai miglioramenti di cui abbiamo parlato, anche a Roma spesso la Juve ha dimostrato una passività inquietante che deve essere assolutamente aggiustata.

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