LAVAGNA TATTICA - Come De Ligt cambia la difesa della Juve
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LAVAGNA TATTICA – Come la difesa cambia con De Ligt

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Senza Bonucci, De Ligt è pronto a riprendersi la Juve. L’olandese deve rendere la linea difensiva più alta e coraggiosa

Il rientro di De Ligt

L’infortunio di Bonucci costringe il rientrante De Ligt a tornare subito imprescindibile per la Juve, visto che Pirlo ha gli uomini contati dietro. Con i problemi fisici del viterbese e di Chiellini, non è che ci sia molta scelta dietro: nella fase di non possesso, De Ligt e Demiral agiranno al centro della difesa, mentre in costruzione vedremo l’olandese al centro, il turco a destra e Danilo nella sua ormai consueta posizione sul centro-sinistra.

A prescindere dalla situazione di emergenza, va comunque detto che l’ex Ajax è fondamentale per il calcio che ha in mente Pirlo. Abbiamo scritto tante volte che l’allenatore intende fare un gioco di riconquista e riaggressione, in cui si recupera il pallone in avanti subito dopo averlo perso. Il tecnico bresciano si concentra sempre sull’importanza delle marcature preventive e della capacità di contendere il possesso in zone avanzate del campo, sottolineando che è una caratteristica fondamentale del calcio di oggi.

Troppa lunghezza a palla persa

Tuttavia, la Juve sta incontrando enormi difficoltà in fase di non possesso, in un po’ tutte le situazioni. Prima di tutto, c’è troppa distanza tra i reparti a palla persa: per poter giocare con tanti uomini sopra la linea della palla, è necessario che la linea difensiva sia alta, per poter riaggredire quando gli avversari recuperano il possesso. Ciò però non si sta verificando principalmente a causa delle caratteristiche dei giocatori: Bonucci ha poco nelle proprie indole alzare la linea difensiva, si sente più sicuro quando ricopre una posizione bassa. Proprio per questo, c’è spesso una distanza enorme tra la difesa e gli altri reparti, con gli avversari che hanno tanto spazio centrale nelle ripartenze.

Si vede qui. La difesa è troppo lontana, Mkhitaryan può involarsi in velocità.

De Ligt, al contrario, è molto più audace e aggressivo nelle uscite: è il classico difensore olandese che ama giocare con tanto campo alle spalle. Può quindi rendere la Juve più aggressiva ed efficace nelle transizioni negative, fino a qui un grosso problema della squadra. Non va dimenticato che Bonucci sta soffrendo anche i duelli fisici contro i centravanti rivali, riescono con troppa facilità a pulire palla e poi girarsi. De Ligt offre più garanzie anche sotto questo punto di vista.

Le difficoltà della Juve senza palla non si vedono però solo nelle fasi di transizione, ma proprio nel pressing in generale. I movimenti dei giocatori sono poco corali: non c’è l’intenzione di accorciare compatti in avanti, con troppi giocatori che restano a metà strada e una linea difensiva che tende a rimanere troppo bassa. De Ligt può rivelarsi determinante anche in queste circostanze, alzando la fase di non possesso e rendendo così il pressing bianconero più compatto. Fin qui invece la Juve soffre di eccessiva lunghezza, con distanze tra i reparti troppo ampie.

Distanza enorme tra i reparti.

Scarsa intensità dietro

Inoltre, cosa di cui Pirlo si è lamentato nel post Spezia, oggi la Juve è passiva e poco intensa anche quando si difende nella propria trequarti. C’è troppa lentezza nello scivolare in zona palla, con l’avversario che si rende pericoloso semplicemente allargando il gioco in fascia. Anche se contro la Lazio si sono visti miglioramenti, il gol allo scadere ha fotografato bene questa situazione: abbiamo visto scarsa concentrazione e reattività da parte di tanti giocatori.

In una Juve che troppe volte sembra poco intensa, De Ligt oggi sembra imprescindibile. L’olandese deve aiutare a rendere i bianconeri più corti e aggressivi, aspetti fondamentali nel calcio che intende fare Pirlo.

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