LAVAGNA TATTICA - Juve-Porto: le chiavi della partita
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LAVAGNA TATTICA – Juve-Porto: le chiavi della partita

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Contro il Porto, la Juve di Pirlo dovrà fare girare palla più velocemente rispetto al match di andata. Chiesa e Cuadrado devono essere sfruttati al meglio

Come gioca il Porto

Pirlo spera che la vittoria contro la Lazio, ottenuta in un contesto difficile, possa essere la svolta della stagione della Juve. Contro il Porto, i bianconeri sono chiamati a rimontare il 2-1 dell’andata: nel ciclo di Cristiano Ronaldo, sarebbe un delitto imperdonabile uscire anzitempo contro una formazione di seconda fascia.

Nel match di andata, poco o nulla aveva funzionato nella Juventus. Oltre alla scarsa intensità senza palla, che aveva portato a gol e ripetute occasioni per i lusitani (basti pensare alla rete di Marega), a fare la differenza in negativo era stata la lentezza della circolazione. Come aveva detto Pirlo nella conferenza pre gara, il Porto si distingue per una difesa di posizione molto solida e compatta: è una squadra che non esaspera certo il pressing offensivo, tant’è che Pirlo l’aveva paragonata all’Atletico Madrid.

I problemi del match di andata

Per attaccare una formazione del genere, che blinda molto bene gli spazi centrali, non ci sono molte scelte. Bisogna fare girare palla velocemente da un lato all’altro del campo, per servire gli esterni in corsa e consentire così loro di puntare l’uomo. Esattamente ciò che intendeva fare Pirlo, come ammesso proprio da lui nel post match. Il problema è che la manovra è stata prevedibile e sterile, il Porto non aveva alcun problema a compattarsi e bloccare la fase offensiva bianconera.

Soprattutto nel primo tempo, abbiamo visto una marea di cambi di gioco telefonatissimi sul lato di Alex Sandro, servito sempre con i tempi sbagliati e con tanta imprecisione tecnica (una marea di errori da parte di Bentancur e Rabiot). Il Porto scivolava sempre con i tempi giusti in fascia, la manovra bianconera si arenava quindi spesso e volentieri. I campioni d’Italia non trovavano varchi né in mezzo, né sulle corsie esterne.

Nella slide sopra, si vede l’atteggiamento del Porto nel match di andata. I lusitani blindano il centro, chiudendo le soluzioni di passaggio per le punte bianconere. Rabiot è quindi costretto al cambio di campo sul lato di Alex Sandro, che però è circondato da maglie rivali (i lusitani scivolano in fascia). La manovra juventina, in tal modo si blocca.

Inoltre, senza Morata, alla Juve mancava presenza offensiva in mezzo: non c’era nessuno che aggredisse la profondità e tenesse impegnati i difensori rivali. Ronaldo ha disputato una pessima gara, mentre Kulusevski ha molto sofferto gli spazi angusti del match. Non a caso, i bianconeri avevano acquistato più incisività con l’ingresso dello spagnolo.

Cosa serve questa sera

Con Morata dal primo minuto, la Juve avrà quella presenza offensiva che era mancata nel match di andata. Bisognerà comunque essere più rapidi nella circolazione, sfruttando l’imprevedibilità di Chiesa e Cuadrado. In fascia, i bianconeri dispongono di eccellenti creatori di superiorità numerica, bisogna quindi fare in modo di servirli nel migliore dei modi.

Inoltre, nel match di andata, era parso un po’ uno spreco regalare un giocatore a un Porto così difensivo: Danilo era rimasto quasi sempre molto bloccato, raramente aveva dato presenza offensiva in avanti. Alex Sandro dovrà invece dare più presenza offensiva nella trequarti avversaria. Insomma, contro il bunker del Porto (che si difenderà verosimilmente con un baricentro molto basso), è richiesta sia incisività negli ultimi metri che rapidità nella circolazione. Serve tutta un’altra partita rispetto alla bassissima intensità che avevamo visto nel match di andata.

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