La posizione di McKennie funziona, la Juve sfonda tra le linee
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LAVAGNA TATTICA – La posizione di McKennie funziona, la Juve sfonda tra le linee

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Grazie a McKennie e Arthur, la Juve è riuscita a sfondare centralmente contro lo Spezia. I bianconeri hanno trovato parecchie volte l’uomo tra le linee

McKennie è prezioso tra le linee

Contro il Barcellona, la Juve aveva faticato nel rendersi pericolosa. Dybala e Kulusevski si erano pestati i piedi, con la manovra bianconera che si era impantanata a destra: squadra ferma e poco movimento senza palla. Al contrario, al Manuzzi i bianconeri hanno costruito occasioni da gol con facilità e costanza. Certo, ha molto inciso l’atteggiamento di uno Spezia davvero lungo e disordinato, che ha concesso numerosi spazi e giocato con una linea altissima.

Se la titolarità di McKennie a discapito di Kulusevski poteva dare l’idea di un passaggio al 3-5-2, in realtà Pirlo è stato fedele ai suoi principi. La squadra si è disposta con il solito 3-2-5 (anche se Bentancur si apriva un po’ di più sul centro-sinistra), con l’americano che ha avuto compiti molto offensivi. Si buttava dentro e aggrediva gli spazi, ricoprendo una posizione molto alta sulla stessa linea delle punte. Occupava soprattutto il mezzo spazio di destra, buttandosi alle spalle del terzino quando la Juve allargava il gioco su Cuadrado.

 

Lo si vede con chiarezza nella slide sopra, una delle innumerevoli situazioni in cui la Juventus riesce a trovare l’uomo libero alle spalle del centrocampo avversario. Oltre ad aver toccato molti palloni tra le linee, McKennie ha anche aggredito con efficacia la profondità, approfittando di una linea difensiva spezzina tutt’altro che compatta. Un qualcosa che si è visto con chiarezza in occasione del primo gol.

La Juve banchetta tra le linee

In generale, per tutta la partita la Juve è riuscita a sfondare centralmente. Italiano aveva scelto un approccio molto ambizioso, con una linea difensiva molto alta: il coraggio non ha però pagato dividendi, poiché non era accompagnato da una pressione abbastanza efficace. C’erano sempre tantissimi spazi tra i reparti, con la Juve che era brava a riempire sistematicamente i buchi che si creavano. Il grosso merito dei bianconeri è stato quello di muoversi efficacemente nei mezzi spazi, riempiendoli con tanti giocatori che svariavano in continuazione.

Inoltre, raramente c’era pressione sul portatore di palla, di conseguenza tanto Bonucci quanto Arthur hanno potuto effettuare tante verticalizzazioni centrali che bucavano il pressing ligure. La Juve riusciva con facilità ad arrivare in zona di rifinitura, palleggiando palla a terra.

Due delle molte situazioni in cui la Juve trova l’uomo libero (la seconda porta al gol di Ronaldo). Come si vede, il pressing su chi ha la palla è quasi inesistente, con il portatore che oltretutto ha soluzioni di passaggio molto comode davanti a sé. Bonucci verticalizza per Dybala, mentre Arthur serve Morata. In entrambi i casi, lo Spezia proteggere malissimo il centro del campo. Difetto imperdonabile contro una Juve che occupa il fronte offensivo con tanti uomini.

Da segnalare anche la prestazione di un Morata che continua a essere decisivo. Lo spagnolo non si è solo esaltato nell’aggredire la profondità contro un avversario altissimo: ha, ancora una volta, offerto un preziosissimo lavoro spalle alla porta. Ha pulito palloni importanti e fatto da sponda per i compagni. La sua giocata più bella del match è forse il passaggio per Chiesa nel primo tempo: attira fuori il difensore, protegge palla e serve il compagno in profondità. Insomma, Morata si trova in un grande momento di forma.

Arthur è finalmente coinvolto

L’altra nota lieta consiste nella partita di Arthur. Nelle precedenti gare, la Juve aveva avuto il difetto di non riuscire a trovare i mediani liberi: spesso si saltava il centrocampo, con tanti lanci provenienti dalla difesa. Al contrario, al Manuzzi i bianconeri sono riusciti a trovare costantemente il brasiliano libero, che si è rivelato un importante accentratore della manovra. Ben 96 passaggi per lui, record del match.

Come si vede, Arthur è molto coinvolto.

Se l’ex Barcellona è stato molto più coinvolto, è anche per merito dei compagni vicino a lui. Nelle settimane precedenti, il 3-2-5 della Juve era troppo statico e rigido, c’erano poche rotazioni, un qualcosa che rendeva la squadra troppo prevedibile. Al contrario, ieri abbiamo visto continui smarcamenti  che mandavano in confusione il pressing avversario. Spesso Bentancur, per esempio, si sganciava in avanti, mentre McKennie e Dybala venivano incontro.

Tutte queste rotazioni davano più imprevedibilità alla Juve, che ha così potuto trovare più volte l’uomo libero. Arthur compreso, con il brasiliano che tra l’altro si è distinto per diverse verticalizzazioni (una ha portato al gol di Ronaldo). Proprio l’aspetto in cui Pirlo lo aveva criticato nel post Crotone.

Un esempio nella slide sopra, con Bonucci che trova libero Arthur alle spalle delle punte. Come si vede, non c’è la rigidità e la lunghezza delle gare precedenti, ma anzi tanti giocatori che si muovono per manipolare il pressing rivale.

Certo, non tutto ha funzionato al meglio. Il pressing continua ad essere un tallone d’Achille e si sono visti momenti preoccupanti di blackout. La Juve è parsa però più fluida rispetto alle precedenti partite, un qualcosa che di sicuro farà piacere a Pirlo.

 

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