Lioi (agente De Winter): «La Juventus punta forte su Koni» - ESCLUSIVA
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Lioi (agente De Winter): «La Juventus punta fortemente su Koni» – ESCLUSIVA

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Fabrizio Lioi, agente di Koni De Winter, ha rilasciato un’intervista esclusiva a Juventusnews24. Le sue dichiarazioni

Minuto 80 di Chelsea Juve. Sul risultato di 3-0, Massimiliano Allegri concede una manciata di minuti a Koni De Winter, pilastro della Juventus U23 all’esordio assoluto in prima squadra e in Champions League. Altro step nella crescita del difensore classe 2002, che già nel pre-campionato si era messo in mostra tra i big, segnando anche la prima rete stagionale nell’amichevole contro il Cesena. In esclusiva a Juventusnews24 ha parlato il suo procuratore Fabrizio Lioi, dell’agenzia NGA Sport, che ha raccontato Koni tra presente, passato e futuro.

Ha sentito De Winter dopo l’esordio? Cosa rappresenta per lui aver collezionato questa prima presenza in prima squadra?
«Koni è molto felice. Ha lavorato tre anni e mezzo dal 2018 per arrivare a questo punto. Alla Juve è arrivato da giocatore e da tifoso, perché è la squadra che ha sempre tifato fin da bambino. Arrivare in prima squadra per lui è il massimo. Lui, comunque, è una persona molto equilibrata, quindi sa di aver giocato questa partita ma sta già pensando alla prossima».

Fin dal pre-campionato, Allegri ha sempre speso parole importanti nei suoi confronti. Qual è il rapporto di Koni con il mister?
«Lo staff e Allegri lo vedono molto bene: è uno dei giocatori che piace maggiormente, che ha prospettiva e tantissime potenzialità. La Juventus lo vede come uno di quei calciatori che in futuro potrebbe diventare titolare fisso della squadra. Ha molto da lavorare, ma è tra quelli sul quale il club vorrà puntare».

C’è qualche giocatore in particolare che lo ha aiutato nell’inserimento in prima squadra? Qualcuno che gli ha dato particolari consigli?
«Koni si trova bene con tutti. Parla con De Ligt, perché parlano la stessa lingua e ricoprono lo stesso ruolo. Lui è tranquillo con tutti, è alla Juve da tre anni, si è integrato a Torino che è diventata casa sua».

In cosa lo ha visto più cresciuto in questi anni? È passato da centrocampista a difensore centrale, venendo impiegato anche da terzino…
«De Winter è arrivato da difensore centrale: in Belgio faceva questo ruolo. In Italia, la scuola di difensori italiana, fa cose diverse rispetto al Belgio. Arrivato in Under 17, si è trovato in una squadra forte, con due centrali Nazionali. Visto che Koni tatticamente è intelligente, ha giocato da terzino destro quella stagione. Non è il suo ruolo preferito, però lo fa bene e infatti è il ruolo in cui ha esordito anche in prima squadra. Ha giocato un campionato intero, andando a vincere anche l’Ajax Future Cup ad Amsterdam. Al primo anno di Primavera, anche perché lui voleva giocare e c’erano due difensori Nazionali, lo hanno spostato a centrocampo, ed è stato importante perché gli ha fatto capire alcuni concetti. Ha fatto tanta panchina, ha giocato partite buone e altre meno buone, ma è cresciuto moltissimo a livello mentale. Lo scorso anno la Juve ha puntato su di lui in Primavera, e quello lo ha aiutato nel salto a livello psicologico di cui aveva bisogno. Koni lo conosco da quando aveva 15 anni: era un bambino molto allegro, positivo, e in questo momento ha tutte quelle qualità ma non è più un bambino. Il lavoro più delicato per noi è stato quello di dargli un supporto per diventare un uomo: fare quel percorso, sbagliare delle cose, per capire come doveva comportarsi. Non abbiamo avuto problemi con Koni, ma già due anni fa si vedeva che se avesse compiuto un salto mentale, sarebbe diventato super».

Come ha visto il suo impatto in Under 23 al suo primo anno tra i professionisti? C’è stata qualche offerta per lui la scorsa estate?
«L’ultima percentuale a livello di crescita mentale che doveva fare è arrivata giocando la Serie C. Prima del campionato, c’erano tantissime squadre interessate a De Winter: in Belgio, in Olanda, anche in altri Paesi. Ci siamo detti insieme alla Juve: ‘Ok, cosa facciamo? Lo mandiamo in prestito o resta qui a fare la Serie C?’. Tognozzi lo ha visionato, poi è stato Cherubini a prenderlo. Quello che ci siamo detti tutti è: ‘Questo giocatore può diventare veramente forte’. È stata la Juve che l’ha aiutato: da Scaglia a Manna ora. L’hanno fatto sentire parte della famiglia immediatamente: la Juventus è uno dei quattro/cinque club al mondo che riesce a fare queste cose. Koni ha avuto bisogno di questo per svilupparsi come persona. Il difficile è stato in estate, visto che c’erano squadre blasonate su di lui come il Club Brugge. Devo fare un applauso a Cherubini, che secondo me è tra i cinque dirigenti migliori al mondo, che ha detto che doveva rimanere qui per poi salire in prima squadra. Ha fatto dei passi concreti per tenerlo, facendogli capire che era un giocatore sul quale puntavano. Koni ha avuto bisogno di 3/4 partite di Serie C per capire l’impatto, ha sentito la fiducia del club, e ora è dove merita di essere».

Dall’Under 17 all’Under 23, passando per la Primavera. Qual è il prossimo step per la sua crescita? C’è già in mente una strada tracciata per lui l’anno prossimo?
«Dipende da come finisce la stagione. Non sarei per niente stupito se dovesse fare il salto in prima squadra, senza passare dal prestito. Koni è tranquillo, a volte troppo, ma non è mai stato uno che diceva: ‘Ah, mi sono allenato con Ronaldo’. Faceva le sue cose, poi andava a casa. Ora ad esempio ha giocato contro il Chelsea, ma se vai a vedere i suoi social personali, ha fatto un post solo. È stato inondato di messaggi, di telefonate, ma ha scritto solo un messaggio. Questo è Koni De Winter secondo me. Poi vedi, perdono 4-0 e va anche a salutare i tifosi sotto la curva: non te l’aspetti da uno che è all’esordio. Per questo dico che non sarei stupito se Koni riuscisse a fare il salto immediatamente, ma nel caso in cui ci fosse bisogno di fare un percorso in prestito, per farsi le ossa, saremmo aperti anche a questa ipotesi. È un passo che faremo insieme alla Juve. Una cosa è certa: il club ci punta, vedono in lui un futuro in prima squadra. Il ragazzo ha il dovere di vedere quanto può andare lontano, per se stesso. Io sono certo, anche se non so leggere il futuro, che ci riuscirà».

Si ringraziano NGA Sport e Fabrizio Lioi per la gentile concessione dell’intervista

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