McKennie: «La Juve è la mia nuova casa, il livello qui è alto»
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McKennie: «La Juve è la mia nuova casa, il livello qui è alto»

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Weston McKennie si sta legando tantissimo ai colori bianconeri: ecco le parole del centrocampista statunitense

Weston McKennie, centrocampista della Juventus, è stato intervistato da Sport Illustrated. Le sue dichiarazioni

JUVE«All’inizio ho pensato che, essendo un prestito, potesse essere come un periodo di prova di un anno. Ma ora provo un forte senso di appartenenza, come se avessi trovato la mia nuova casa. Penso di poter giocare a questi livelli e ho al mio fianco giocatori con i quali ho sempre sognato giocare. Ho capito piano piano di poter avere un ruolo in questa squadra, non sono più preoccupato come lo ero all’inizio. Voglio dimostrare che anche un club come la Juventus si può interessare a un calciatore come me o in generale al calcio americano. Sarà difficile, qui è alto il livello, ma ho sempre amato le sfide».

RAZZISMO«C’era questo tizio sugli spalti mi chiamava una ‘scimmia di merda’ e faceva versi scimmieschi, insieme ad altri insulti razzisti. Ho sempre cercato di non abbassarmi al livello di queste persone, di non dargli attenzione. Ma per me era la prima volta, era così surreale e non sono riuscito a capirlo, non sono riuscito a trattenermi e ho reagito. È stata la mia prima volta. Sono stato chiamato black o scimmia. Ma in quel momento qualcosa è scattato: capita a tutti, non solo sul campo da calcio. E non c’è sempre una recinzione a separarle. È stata la mia prima volta e mi sono reso conto che stava davvero accadendo. Non perché i media lo avessero esaltato, e non è che fossi particolarmente sensibile. Semplicemente, stava accadendo».

RONALDO E BUFFON «Ronaldo è molto divertente, ma anche Buffon: ti fanno sentire parte della squadra. In palestra, vedi quanto lavora duro, e poi in campo vuole sempre il 100 per cento. Chiellini non ti fa sentire come se dovessi rispettarlo: lo senti da solo, quando sei in sua presenza».

PIRLO – «Il tipo di giocatore che è stato dice molto: faceva sembrare tutto elegante. Giocava con grazia, ed è così che allena. Non parla molto, non si arrabbia e non fa cose di questo tipo. Ma sa quello che sta facendo e dicendo».

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