PUNTO A CAPO - Juve, Sarri, e le parole che non ti ho detto
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PUNTO A CAPO – Juve, Sarri, e le parole che non ti ho detto

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Derby d’Italia di nuovo da Scudetto, 17 anni dopo l’ultima volta. La Juve deve ripartire dopo la sconfitta di Lione

Oggi Maurizio Sarri non parlerà in conferenza stampa, in ottemperanza alle restrizioni attualmente vigenti,
ma possiamo provare a interpretare il suo pensiero, alla vigilia dello scontro diretto contro l’Inter. Due i concetti – già evidenziati prima del Milan– dai quali ripartire: velocità di manovra e reazione. Il primo è un aspetto su cui la Juventus sta lavorando alla Continassa da mesi, improvvisamente rimesso in discussione dal Lione in Champions. Aumentare intensità e velocità dei passaggi, oltre ad essere uno dei dogmi del sarrismo, diventa fondamentale per sorprendere gli avversari.

La reazione invece è un passo mentale, una presa coscienza dopo l’ultimo periodo complicato sul campo e una settimana surreale fuori. Sarri in conferenza probabilmente non avrebbe sciolto tutti i dubbi sulle condizioni di Chiellini, così come sul ballottaggio Pjanic-Bentancur a centrocampo. Deciso a rilanciare Douglas Costa e Khedira dalla panchina, chissà se anche a parole – come probabilmente nei fatti – avrebbe confermato il tridente Cuadrado, Dybala, Ronaldo. Con una menzione particolare per CR7, subito in campo dopo il blitz a Madeira, per non perdersi nemmeno un minuto di un derby d’Italia di nuovo da Scudetto, 17 anni dopo l’ultima volta.

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